Fisicità ed emozioni si fondono in uno spettacolo di danza in scena a Cremona 

Combina classico e contemporaneo, corpo e anima, il dittico presentato della compagnia di danza contemporanea diretta da Michele Merola al Teatro Ponchielli di Cremona

Al Teatro Ponchielli di Cremona è andato in scena lo scorso 22 febbraio il dittico, composto da Grosse fugue ed Elegia, proposto dalla MM Contemporary Dance Company, prestigiosa realtà con sede a Reggio Emilia, fondata nel 1999 dal coreografo Michele Merola, che ne è ancora il direttore artistico. Grosse fugue combina la coreografia dell’eccentrica maestra della danza francese Maguy Marin alle musiche di Beethoven; mentre Elegia è disegnata dal danzatore e coreografo Enrico Morelli su musiche di Chopin e di Giuseppe Villarosa. 
Un dittico in cui ci sono corpo e anima, respiro e gesto: tutto questo nasce dal rapporto dal vivo che si crea fra partitura musicale, eseguita in loco, e movimento; un dialogo che si plasma nel qui e ora della scena, nel sentire del movimento in accordo col gesto dei musicisti, col loro dare voce e corpo alla partitura.  

Grosse Fugue. Foto Tiziano Ghidorsi
Grosse Fugue. Foto Tiziano Ghidorsi

“Grosse fugue” in scena al teatro Ponchielli di Cremona 

Nella Grosse fugue le danzatrici di rosso vestite incarnano il disegno coreografico spigoloso di Maguy Marin, che non concede nulla, non regala facili armonie e sincronismi. Tutto ciò riflette la partitura del quartetto che profuma di inattese e novecentesche fughe in avanti nel tempo e nello spazio. La coreografia trasforma in movimento questo andare in avanti, prendere o lasciare un corpo come un rigo musicale. C’è energia nella gestione dello spazio, nella corsa disperata e leggera a trovare abbracci, cercare conforti, respingere e accogliere l’altra da sé per riconoscersi. Il rosso dei costumi racconta di un’istintiva propensione a gettarsi, banalmente ad accogliere la vita in maniera passionale, diretta, a tratti scomposta. Ciò che piace del lavoro di Maguy Marin e del dialogo connesso con il brano beethoviano è l’esplosione dei canoni e dei codici; è la consapevolezza che musicisti e interpreti agiscono sulla regolarità della lingua, sporcandola di contemporaneità. Si assiste a Grosse fugue con una partecipazione puramente intellettuale, emozioni bandite, impossibili da provare. Il gioco è nei rimandi semantici; è, per così dire, nei neuroni a specchio che mettono in dialogo percezione della musica e azione nello spazio.  

Elegia. Coreografia di Enrico Morelli. Foto Tiziano Ghidorsi
Elegia. Coreografia di Enrico Morelli. Foto Tiziano Ghidorsi

La versione total live di “Elegia” proposta da MM Contemporary Dance Company 

I colori e le temperature cambiano nel secondo pezzo, non a caso intitolato Elegia, e che nella replica del Ponchielli ha esperito il debutto in una versione total live. La coreografia di Morelli, i versi franti delle poesie di Mariangela Gualtieri, le musiche di Chopin, sporcate di contemporaneo, danno vita a un corpo composito in cui danzatori e musica, interpreti e spazio, coesistono in un elegiaco divertissement. Dal caos iniziale si va in cerca di una sua armonia elegiaca in cui le scene d’insieme e gli assoli o i pas de deux sono destinati a confluire su un cielo stellato. Scenario un tantino kitsch, unico tocco visivo stonato in un pezzo che vive di una sua facile e gradevole fruibilità, in cui gli interpreti sanno mettersi in gioco con i musicisti con attenzione e cura del dettaglio. Di tutta l’operazione colpisce la sensibilità nel coniugare movimento ed esecuzione musicale dal vivo. Capacità che, conferendo respiro al progetto, rende meno artificiose le coreografie e permette ai danzatori di provarsi sul serio sul tappeto imprevedibile della musica, eseguita nel qui e ora delle performance. Alla fine si esce con gli occhi appagati da bellezza e armonia, malgrado qualche sbavatura, tollerabile in un danzare che vuole essere semplicemente umano e per questo vero.  

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Nicola Arrigoni 

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Nicola Arrigoni

Nicola Arrigoni

Nicola Arrigoni, giornalista professionista, è redattore ordinario presso il quotidiano «La Provincia» di Cremona dove si occupa di cronaca culturale della città, politica culturale, liuteria e ricopre il ruolo di critico militante per il teatro drammatico. É critico teatrale e…

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