Dove sta andando l’arte polacca? Dialogo con Grzegorz Kozera
Una cinquantina di biglietti per spettacoli teatrali. Sui quali Kozera ha realizzato minuscoli collage. Una mostra da non mancare se siete dalle parti di Varsavia. Con lui abbiamo però parlato anche di molto altro: i finanziamenti statali in Polonia, il ruolo delle accademie, lo stato di salute della giovane arte nel Paese...
La tua ultima personale, DADAskalia, consiste nell’esposizione di circa cinquanta collage realizzati su biglietti d’ingresso di spettacoli teatrali. Opere di dimensioni ridotte, che dimostrano sensibilità, umorismo e inventiva. Com’è nata l’idea?
Dalla mia passione per il teatro. Essendo un assiduo frequentatore di spettacoli, ho iniziato a collezionare, un po’ per gioco un po’ per caso, i biglietti d’ingresso. Dopo averne raggruppati centinaia, ho pensato alla possibilità di una creazione artistica. In particolare mi stimolava la dimensione ridotta dei biglietti. Riuscire a creare composizioni all’interno di uno spazio così ristretto mi sembrava una sfida.
La realizzazione della mostra nasce dalla tua partecipazione a un progetto statale, un sostanzioso stipendio fornito a giovani artisti da parte del governo per la realizzazione di progetti specifici che abbiano un’attinenza con la cultura e il contesto polacco. Di quali altre situazioni possono beneficiare i giovani artisti polacchi? C’è un sostegno reale da parte dello Stato verso chi, come te, ha intenzione di fare dell’arte una professione?
Le possibilità offerte dello Stato ci sono, in misura ridotta ma sicuramente maggiore rispetto a molte altre realtà nazionali, dove il supporto a giovani artisti è pressoché nullo. Tuttavia la partecipazione a concorsi per borse di lavoro è sempre numerosa, per cui riuscire a ottenere uno stipendio d’artista è comunque difficile vista la grande competizione.
A livello statale ci sono borse artistiche fornite dal Ministero della Cultura che possono variare da sei mesi a un anno, dove il giovane artista riceve un piccolo supporto mensile per la realizzazione di progetti specifici. Oltre a queste possibilità esiste una interessante iniziativa chiamata Giovane Polonia, riservata agli artisti sotto i 36 anni, uno stipendio piuttosto sostanzioso fornito ad artisti meritevoli in cerca di sostegno economico.
Nel 2011 hai conseguito il tuo diploma in pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Varsavia come allievo di Leon Tarasewicz, nome di riferimento del contesto artistico polacco. Mi interessa una tua opinione riguardo al ruolo del professore nelle accademie polacche. Il docente è ancora un riferimento importante per lo studente? Essere stato allievo di un artista di rilievo è considerato un vantaggio per una possibile carriera futura?
Molti dei professori presenti nell’Accademia di Belle Arti di Varsavia sono artisti affermati o professionisti che decidono di prestare la loro esperienza alle nuove generazioni di studenti. Penso ad esempio a Miroslaw Bałka, allo stesso Leon Tarasewicz o ad Anda Rottenberg, critica e storica dell’arte nota a livello internazionale. Per queste ragioni, scegliere lo studio di un professore è molto importante, una garanzia che attesta la qualità dello studente.
Nel mio caso ho scelto lo studio di Tarasewicz consapevolmente. Prima ancora di conoscerlo come docente stimavo la sua arte, un espressionismo astratto che seguiva la linea di “coloristi” polacchi come Jan Cybis o Tedeusz Dominik. Una volta entrato in accademia ho apprezzato il suo metodo di lavoro, basato sul dialogo e sul confronto diretto tra studenti. Con lui abbiamo visitato alcuni tra gli appuntamenti artistici più importanti in Europa, come la Biennale di Venezia o quella di Berlino.
Si può dire che il professore è colui che apre gli allievi al mondo reale dell’arte, offrendo possibilità per crescere e venire a contatto col sistema.
Qual è il ruolo delle accademie nella tua nazione? Quanta attenzione c’è verso gli studenti da parte di curatori e operatori del settore?
Considero il ruolo delle accademie d’arte ancora centrale, e soprattutto necessario per ogni aspirante artista. L’interesse da parte degli addetti ai lavori riguardo gli studenti è generalmente alto, a testimoniare una forte coesione tra ambito educativo e settore professionale. Durante l’anno scolastico l’accademia organizza concorsi, mostre di studenti e altri appuntamenti con l’obiettivo di mettere in contatto gli allievi col sistema dell’arte. I docenti in tutto questo rappresentano un collante decisivo tra i due mondi.
Uno dei momenti in cui meglio si manifesta questo scambio di energie tra scuole d’arte, curatori e gallerie, è quello degli open day, in cui le varie accademie vengono aperte al pubblico esponendo i risultati raggiunti dai migliori studenti durante l’anno scolastico.
Al di là di questo, tuttavia, spetta sempre allo studente sapersi far spazio, promuovendosi autonomamente, mettendosi in gioco e cercando con perseveranza ogni occasione di visibilità.
Conosci l’Italia, parli un ottimo italiano, oltre ad aver esposto in diverse occasioni nel nostro Paese. Qual è l’idea che un giovane artista polacco ha riguardo l’arte contemporanea italiana oggi?
Credo che l’arte contemporanea italiana oggi sia molto diversa da quella polacca, in generale molto più ironica e pop. La cosa che persiste tuttavia è la grande sensibilità e la forte dimestichezza dei valori estetici: l’uso del colore, la composizione, l’immensa qualità delle esecuzioni e dei materiali. Mi permetto di dire che ancora oggi, nell’arte italiana, nonostante sia così tanto cambiata rispetto al passato, permane comunque l’enorme storia e l’enorme cultura della vostra tradizione. È una caratteristiche che credo contraddistinguerà sempre il Dna di ogni artista italiano, non necessariamente dedito alle arti classiche. Il peso della tradizione è un fattore implicito in ogni tipo di arte, e nel caso italiano, visto lo spessore, è ciò che fa la differenza.
Mi piacerebbe chiederti una breve descrizione sullo stato di salute dell’arte polacca contemporanea: com’è cambiata negli ultimi anni e in che direzione sta andando?
L’arte contemporanea polacca ha attraversato negli ultimi anni un periodo di forte crescita, sostenuto dalla capacità di artisti finalmente in grado di proporsi anche fuori dai confini nazionali. Questo ha creato entusiasmo, il quale, aggiunto a un maggiore benessere economico, ha permesso alla scena artistica di crescere.
Come in molte altre realtà dell’est-europeo, le nuove generazioni di artisti non possono restare indifferenti di fronte a un passato doloroso ancora vivo. Penso che molti giovani artisti, avendo vissuto nel mezzo di una transizione sociale difficile come quella dalla dittatura alla democrazia, abbiano oggi gran voglia di ricevere attenzione e parlare della propria storia, rifuggendo tuttavia il rigore concettuale ereditato dalle vecchie generazioni. Per questi motivi l’arte polacca sta suscitando oggi grande interesse. La qualità che contraddistingue molti giovani artisti dell’est è quella di essere riusciti ad accogliere le vecchie istanze conservatrici aprendole tuttavia verso intuizioni più personali, parlando del passato senza sembrare ridondanti.
La Polonia ha proposto negli ultimi decenni un gran numero di artisti che si sono imposti a livello internazionale, da Piotr Uklanski a Wilhelm Sasnal a Katarzyna Kozyra fino ai più giovani Olaf Brzeski, Rafał Zawistowski o Norman Leto. I limiti dell’arte polacca, semmai, sono quelli relativi al mercato e all’assenza di un sistema di coesione interna che contribuisca a far crescere e irrobustire dall’interno queste energie. Sei d’accordo?
La volontà di proporre sempre più artisti polacchi a livello internazionale è un segnale positivo, che nasce dalla spinta delle istituzioni pubbliche desiderose di animare il mercato interno. Tuttavia, credo che il mercato dell’arte polacco abbia ancora molti ritardi, dovuti principalmente a una debole coesione tra le varie istituzioni.
In generale sento di poter dire che la consapevolezza artistica del popolo polacco è ancora molto bassa, il che vuol dire che la gente non ha un vero “bisogno” d’arte, dimostrando un interesse relativo. Ma credo anche che tutto stia cambiando velocemente. Come in molte altre realtà dell’est-europeo, è in corso un forte ricambio generazionale. La scena artistica polacca è in movimento, più aperta al contemporaneo rispetto a qualche anno fa, e pian piano pubblico e mercato raggiungeranno un’ottica più matura e consapevole.
C’è qualche giovane artista polacco particolarmente interessante che vorresti consigliarci?
C’è un artista in particolare che ritengo fondamentale: è Jan Dziaczkowski, giovane artista polacco morto nel 2011, a soli 28 anni. Nonostante la sua produzione non abbia avuto il tempo di svilupparsi, la figura di Dziaczkowski è stata molto importante negli ultimi anni in Polonia. Grazie a lui il collage è ritornato di moda, ispirando moltissimi giovani artisti a riutilizzare questa tecnica. Nella sua breve carriera ha realizzato moltissime serie di lavori dove è possibile percepire grande intelligenza, eleganza e umorismo. Qualità necessarie a ogni buon collage.
Alex Urso
Varsavia // fino all’11 ottobre 2014
Grzegorz Kozera – DADAskalia
Wizytujaca GALERIA
Al. Wojska Polskiego 29
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