Le riflessioni di Rosemarie Trockel. A Torino

Pinacoteca Agnelli, Torino – fino al 26 febbraio 2017. Il dialogo tra l’arte contemporanea e il patrimonio collezionistico torinese è al centro della mostra che vede protagonista Rosemarie Trockel. In un intreccio di storie private e opere “pubbliche”.

Il legame indissolubile fra Torino, le sue collezioni e il programma espositivo delle fondazioni e degli spazi dedicati all’arte è confermato, di anno in anno, nelle mostre che vengono dedicate ad artisti del contemporaneo, che si trovano, più per ineluttabilità che per desiderio, a mettere in relazione il loro lavoro con l’ingombrante genius loci dell’elegante città sabauda. L’anno scorso, sempre alla Pinacoteca Agnelli, Ed Ruscha si confrontava con la criminologia del Museo Lombroso e la precisione maniacale di musei dal patrimonio composto da frutta finta (come il Museo della Frutta Francesco Garnier Valletti) e uccelli impagliati (la rinomata Accademia dell’Agricoltura). Stavolta dentro il Lingotto c’è Rosemarie Trockel (Schwerte, 1952) artista tedesca con un curriculum che spazia da una partecipazione nazionale alla Biennale di Venezia del 1997, alcune personali al MCA di Chicago e alla londinese Serpentine e la presenza a una Documenta di Kassel.

Rosemarie Trockel, Moma’s Boy, 2016

Rosemarie Trockel, Moma’s Boy, 2016

VANITAS E RITRATTI

Per questo percorso, curato da Paolo Colombo, vengono scelti pezzi delle collezioni torinesi messi in relazione a serie di lavori concettualmente barocchi, dove l’artificio della retorica riporta a meditazioni sulla specularità, sulla ripetizione dell’immagine come feticcio e vanitas, sul lavoro artistico dedicato al ritratto e sulla distorsione della prospettiva estetica nella contemporaneità. Il grande lavoro fotografico nella sala principale viene allestito utilizzando l’elemento del colore come elemento di separazione tra antico e moderno: le pareti, infatti, sono tinteggiate come il pavimento sino a un’altezza di circa un metro e mezzo, mentre al di sotto della linea sono presenti diciassette ritratti fotografici incorniciati e una serie di fotografie eseguite in passato. Tra questi spiccano amici e personaggi che ruotano intorno all’esistenza dell’artista. Al di sopra, su sfondo più chiaro, sono invece distribuiti sei ritratti a olio custoditi nei di Torino e, sotto vetro, quattro disegni del tardo Rinascimento provenienti dalla collezione della Biblioteca Reale.

SPECCHI E CERAMICA

La sezione degli specchi in ceramica, più intima e malinconica, si differenzia per l’analisi retorica della realtà vista attraverso l’opera d’arte: l’artista qui ha realizzato degli specchi che non riflettono ma deformano, sono simbolici come simbolico è lo specchio nell’opera d’arte. L’uso del bianco e delle ceramiche rende questi oggetti non tanto artifici che trasformano l’immagine quanto, piuttosto, disvelatori del mistero della visione nell’occhio di ciascuno e della moltiplicazione della realtà in tanti mondi possibili. La costellazione estetica della contemporaneità.

Tommaso S. Monorchio

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Tommaso Monorchio

Tommaso Monorchio

Tommaso Sante Monorchio (1983) vive a Milano. Laureato in Storia dell’Arte con un Master in Marketing delle Imprese Culturali, lavora dal 2008 con case editrici specializzate in arte italiane e internazionali, come editor, traduttore e art writer. Tra le collaborazioni:…

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