I giganti della terra. Gino Covili a Fontanellato
Labirinto della Masone, Fontanellato – fino al 5 marzo 2017. Una pratica pittorica che scaturisce da una forza creativa unita a un’urgenza febbrile. Dopo le rassegne dedicate ad Antonio Ligabue e a Pietro Ghizzardi, Franco Maria Ricci propone un focus su Gino Covili.
I peli delle mani che spuntano come se fossero spine, le rughe profonde, i piedi enormi vestiti di scarponi e una natura che vince ancora sull’uomo con la sua forza non domata. Nato, cresciuto e morto a Pavullo nel Frignano, borgo sulle colline modenesi, Gino Covili (1918-2005) ha sempre “coltivato” un legame profondo con la sua terra, facendone la protagonista dell’espressione pittorica. Ha raccontato la vita eroica dei contadini, ha rappresentato il “sapore di una realtà dura, marginale, i cui orizzonti sembrerebbero chiusi, sbarrati, e che tuttavia confina con i grandi spazi della favola”, come scrive Franco Maria Ricci. Ha colto il dolore degli Esclusi negli ospedali psichiatrici, l’animalità delle bestie, la violenza dei temporali. Lo ha fatto da autodidatta, con continuità e coerenza, dando luogo, fin dalle prime opere, a uno stile che si precisa negli anni senza mai trasformarsi e a una visione poetica e magica della realtà così caratteristica dell’arte outsider – naïf, si sarebbe chiamata pochi anni fa –, quando si rivela nelle sue forme più originali e candide.
Marta Santacatterina
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