L’ecologia secondo Joseph Beuys. A Torino

PAV, Torino – fino al 19 marzo 2017. Dopo “Earthrise” ed “EcologEast”, il museo torinese presenta la mostra/studio dedicata a Joseph Beuys. Continuando l'indagine sui rapporti tra arte e tematiche ambientali sviluppatisi a partire dagli Anni Settanta.

L’esposizione del piccolo e sempre più operoso Parco Arte Vivente torinese porta in scena opere e documenti relativi agli anni in cui Joseph Beuys (Krefeld, 1921 – Düsseldorf, 1986) era impegnato nella causa ecologica e nell’avvio del movimento politico dei Verdi, offrendo allo spettatore un’immagine alternativa dell’artista tedesco, spesso visto solo come sciamano dell’arte. Il periodo della comparsa delle “tende verdi” – simbolo di nomadismo e mimetico ricovero temporaneo –, invocate come incubatrici di una nuova società da Beuys, segna di fatto la genesi del movimento tedesco dei Verdi come entità politica. Sebbene l’artista non ne abbia seguito le vicende parlamentari, se non in primissima istanza, questo coinvolgimento sarà fondamentale per la sua ricerca futura.

LA NATURA AL CENTRO

Ricerca volta alla difesa dell’area boschiva tedesca o di quella idrologica olandese fino al grande progetto per Documenta del 1982, in cui l’artista scambiò settemila pietre di Basalto con un contributo monetario per piantare altrettanti alberi a Kassel, perseguendo l’idea di una visionaria opera collettiva, di un bosco che perde le connotazioni formali di un’opera d’arte in favore di quelle sociali.

Joseph Beuys, Postkarte. Auf dem Flug nach Amerika, 1974 cartolina postale, offset a colori cm 14.7x10.5 cm, Collezione Palli

Joseph Beuys, Postkarte. Auf dem Flug nach Amerika, 1974 cartolina postale, offset a colori cm 14.7×10.5 cm, Collezione Palli

OLTRE IL SISTEMA

Il curatore Marco Scotini consegna al pubblico un allestimento iconico e immersivo. Una volta entrati nella “tenda verde”, oltre agli slogan, ai documenti, ai video e agli scritti, si manifesta l’immagine quasi propagandistica di Beuys: il linguaggio che incita alla lotta collettiva, la res pubblica come priorità, la parola come mezzo privilegiato, la natura come metafora della società e delle sue istanze più radicali che, attraverso la collaborazione, cercano di guadagnare la libertà dalle logiche del sistema di produzione e, dunque, dal profitto.

Katiuscia Pompili

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Katiuscia Pompili

Katiuscia Pompili

Nata a Catania, ha studiato a Napoli Conservazione ai Beni Culturali all’Università Suor Orsola Benincasa laureandosi con una tesi in arte contemporanea su Nan Goldin. Fa parte del gruppo di curatori usciti dalla scuola salernitana dei critici Angelo Trimarco e…

Scopri di più