Svelate le opere inedite degli artisti a Ventotene per l’esordio del festival IN/SULA. Le immagini
Le immagini dei progetti realizzati a Ventotene nell’ambito di IN/SU/LA Festival: sei artisti contemporanei sono stati invitati a fondere la propria arte con le suggestioni dell’isola carica di storia e bellezze naturali.
Si è svolta a Ventotene la prima edizione di IN/SU/LA, il festival biennale di arte contemporanea, diretto da Yvonne Andreini (Roma,1985) e Alessio Campagna. Sei artisti e un autore, italiani ed internazionali, si sono dati appuntamento in questo meraviglioso contesto. Di ispirazione berlinese, il festival trae la sua forma dall’esperienza di Sichung Insel (Esplorando l’isola) che dal 2015 esplora la pluralità di significati dell’isola in quanto tale e in quanto contenitore di miscellanee artistiche e non, nonché luogo di isolamento ed esilio. Gli artisti coinvolti sono Ilaria Biotti, Alessio Castagna, Caroline Corleone, Manifesto: Pietro Babina (Bologna, 1967) e /// und Flavio de Marco (Lecce, 1975) , Konstanty Szydlowski, Alexandra Wolframm (Braunschweig, Germany, 1971).
Il progetto prende forma dalla decisione di donare concretezza all’idea dell’esplorazione sbarcando nel Lazio con un ricco programma favorito anche dalla possibile ed auspicabile interazione tra gli artisti e un luogo ricco di storia, famoso per essere stato terra di confino per gli esiliati del fascismo (nel 1940, ben 900), ma per aver ospitato anche personaggi di rilievo, dimore imperiali e con il surplus di un territorio carico del fascino dominato da una natura quasi incontaminata. Ecco le immagini dei progetti inediti, svelati dagli artisti a conclusione dell’esperienza.
–Ilenia Maria Melis
IN/SU/LA Festival
Ventotene
insulafestival.eu
IL MANIFESTO DI DE MARCO E BABINA
Flavio de Marco e Pietro Babina hanno presentato il loro “Manifesto” presso la Libreria Ultima Spiaggia di Ventotene. Il progetto è nato da uno scambio di missive private tra i due artisti e nel corso del tempo è diventato un vero e proprio epistolario che si è trasformato successivamente in immagine sotto forma di libro visivo in cui le figure si sovrappongono realizzando così la vera opera. Il progetto è nato dalla volontà di dialogare congiungendo il linguaggio artistico con la tradizione del contesto che lo ha ospitato. Il Manifesto nella sua interezza è stato utilizzato per creare qualcosa che avesse un legame con Ventotene.
LE SIRENE DELLA BIOTTI
Ilaria Biotti si tuffa nella storia dell’isola di Ventotene con un progetto che è un’indagine tra visibile e invisibile a cui gli isolani hanno partecipato attraverso racconti, aneddoti e storie. L’artista, partendo da due testi di Foucault (“Spazi altri. I luoghi delle eterotopie” e “Sorvegliare e punire”) indaga sulla leggendaria duplicità delle sirene e le influenze iconografiche tratte sia dalle leggende del nord Europa che dai poemi omerici. Le sue sirene parlano una lingua sconosciuta, che non riesce a farsi comprendere; e nel loro mistico desiderio di comunicare carpiscono un moderno smartphone sperando di trovare così un compagno con cui dialogare.
I CANTI DELLA ANDREINI
Nel fruscio delle onde si ode una nenia trasportata dal vento: è un canto antico che suggella l’istallazione di Yvonne Andreini. Gabbie di canne che si piegano al vento, metafora delle personalità forti rinchiuse in isolamento ma pur sempre in grado di influenzare la società. Voci, che si intrecciano con il rumore del vento che impatta con le vele costellate di punti esplosi nella solitudine.
LE MEMORIE DI ALESSIO CASTAGNA
Frammenti di memoria dai colori sbiaditi, parole e fotogrammi che si perdono nell’abbandono delle campagne di Ventotene, occhi che fissano scrutando l’indicibile dell’animo, volti che narrano un luogo di isolamento fisico e mentale interpretando l’isola con immagini diverse dalle solite diffuse via etere. Alessio Castagna con il suo lavoro prova a rendere consapevole chi guarda della semplicità di un luogo condividendo memorie ormai dimenticate in un collage di sogni e nostalgie. L’installazione di Castagna è ospitata nella “Casa dell’amore”, abitazione appartenuta al regista Antonio Climati.
L’OPERA ISPIRATA ALL’EUROPA DI CAROLINE CORLEONE
Candidi lenzuoli stesi, simbolo dell’Italia e delle sue tradizioni, su cui risaltano le parole del Manifesto di Ventotene che auspicava un’Europa libera e unita. Il “Manifesto” di Altiero Spinelli è l’input da cui parte l’opera della Corleone. Parole declinate in un rosa acceso, quasi sgargiante, che mette in evidenza l’attualità e l’importanza del tema trattato e la forza nel messaggio che vuole trasmettere. Il progetto della Corleone è una reinterpretazione del Manifesto di Ventotene in cui l’individuo è protagonista e artefice del proprio destino e della propria libertà.
LE MIGRAZIONI DELLA WOLFRAMM
Tra le case bianche di Ventotene spicca una capanna che sembra d’oro. Avvicinandosi si scopre che è un riparo di fortuna, creato con coperte termiche da Alexandra Wolframm. Un riferimento all’isola punto di partenza per l’Europa unita e all’attuale situazione dell’accoglienza degli immigrati per i quali l’Italia è una meta ambita che non sempre dimostra di essere all’altezza dei desideri e dei sogni di queste persone.
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