Nuova residenza per Bridge Art. Aperto il bando: nella Sicilia dei migranti il tema è il confine
Al via il bando per la nuova edizione 2017/2018 di Bridge Art// contemporary visions, il format di residenze d’artista presso la Tenuta la Favola a Noto, azienda del Sud-est della Sicilia, terra di approdo e confine.
Il confine è il tema scelto per la nuova edizione 2017/2018 di Bridge Art// contemporary visions, il format di arte contemporanea e residenze presso la Tenuta la Favola a Noto, ideato e diretto da Lori Adragna e Valeria Valenza. “Non è un caso che Bridge Art abbia scelto di concentrarsi sul tema del confine” , spiegano le due ideatrici. “Il progetto nasce dall’idea di due siciliane e le residenze si svolgono a Tenuta La Favola, azienda del Sud-est della Sicilia”. Uno spazio dove si produce in biologico, nel territorio del Val di Noto, sul colmo di una collina con una vista sui vigneti, sul mare e sull’Etna. È qui, quasi in bilico tra il Mediterraneo e lo Ionio, quel Sud-est di cui tanto si parla oggi a proposito di migrazione, perché è questo il punto di sbarco più vicino alle coste africane: è il luogo in cui si incontrano due continenti con tutte le loro problematiche, ma anche con tutti i loro tesori legati ai concetti di contaminazione, accoglienza, diversità, tolleranza. “Questo è anche il messaggio di un nuovo modo di comunicare studiato ed elaborato da Fritz Perls negli Anni Quaranta con la teoria della Gestalt (non a caso l’Istituto Gestalt H.C.C. Italy è partner del progetto Bridge)”, racconta Valenza. Il termine “confine di contatto” è alla base del tema di questa residenza – in programma dall’8 gennaio al 25 febbraio, nella Casetta degli Artisti all’interno di uno dei campi sperimentali bio di Tenuta La Favola – su cui dovranno lavorare i vincitori del bando in scadenza il 18 settembre che avranno nazionalità differenti.
NUOVE PROSPETTIVE ALL’ORIZZONTE
“L’intento è di innescare una riflessione sul confine anche come dimensione interiore”, interviene Adragna. “Questa residenza artistica in Sicilia si offre fisicamente e metafisicamente come confine di contatto nella sua complessità e problematicità: l’osservazione degli ecosistemi naturali, sociali e culturali, l’esigenza di un dialogo tra le diversità, le crisi e l’accelerazione dei cambiamenti in atto, come occasione creativa per ideare nuove strategie adattative, dove fondamentale diventa l’assunzione della responsabilità di ogni individuo nel creare il suo progetto di vita nel mondo”. Un tema importante, che fa un po’ da preludio a un cambiamento negli assetti di questa associazione nata tra il 2014 e il 2015: “dopo tre anni Bridge Art si è posta un nuovo ambizioso obiettivo”, concludono le due ideatrici: “rimodulare e ridisegnare i propri confini, aprirsi a collaborazioni partenariati iniziative con realtà operanti al di fuori del Sud-est in ambiti diversi, ma tutti accomunati dagli stessi principi di coesione e integrazione”.
– Claudia Giraud
https://www.bridgeart.it/home/bandi/
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati