Summer Jamboree, reportage dal festival vintage di Senigallia
È uno dei festival più riusciti dell’estate in termini di presenze e di coinvolgimento della città: da diciotto anni il Summer Jamboree fa rivivere gli Anni Quaranta e Cinquanta a Senigallia, cittadina della provincia di Ancona. Se non ci siete mai stati, preparatevi per la prossima edizione, in programma dal primo al 12 agosto 2018.
Se doveste capitare a Senigallia nelle prime settimane di agosto potreste avere una sorta di crisi d’identità: da ben diciotto anni, in quel periodo, la città fa magicamente un tuffo nel passato. Vi circolano macchine americane originali degli Anni Quaranta e Cinquanta, donne che sembrano uscite dalla matita di illustratori di pin-up, uomini congedati da barbieri che li hanno impomatati di brillantina. In coppia vestono vintage e nelle piazze ballano rock and roll e swing sulle note di musicisti che suonano dal vivo e che si alternano a dj che “mischiano” vinili. Tutto questo per merito dell’ormai noto Summer Jamboree, Festival Internazionale di Musica e Cultura dell’America anni Quaranta e Cinquanta, organizzato da Angelo Di Liberto, direttore artistico della manifestazione, e Alessandro Piccinini, responsabile della comunicazione.
LE ORIGINI
Il festival nasce da un’idea di Angelo Di Liberto ed è frutto di una sua passione per quegli anni. “Idearlo per me è stato naturale, vivo in questo lifestyle da circa 35 anni”, ha raccontato, “il periodo dalla fine degli Anni Trenta all’inizio dei Sessanta mi appartiene e mi rispecchia, e poi si riflette sul festival. Sono anni nei quali ho scoperto esserci un crocevia fondamentale per design, moda e musica”. Chiedendogli di attribuire tre aggettivi ai decenni di cui si fa portavoce, Di Liberto sceglie “ricchi, innovativi e bisognosi di positività perché si veniva fuori dal dopoguerra, c’era voglia di cose belle”. È proprio questa energia propositiva, gioiosa e costruttiva a caratterizzare gli Anni Quaranta e Cinquanta e a renderli unici e differenti da altri decenni, tanto che Di Liberto sognava di trasformare la sua passione in un grande evento che potesse far rivivere a più persone possibili questa atmosfera. “Perché non provarci?”, si è chiesto, e “così il 20 agosto del 2000 è nato il primo Summer Jamboree, realizzato con pochi fondi nel giardino di una scuola”. Suonavano tre band, una swing, una country e una rock and roll, cioè “uno spaccato di quel ventennio musicalmente ben raccontato. Poi c’erano le prime bancarelle che hanno continuato a seguirci da quella prima edizione e poche macchine d’epoca. Oggi sono quasi cento”. Di Liberto ama ricordare che il festival è nato quasi per scommessa perché “oggi ci sono tante foto che parlano, ma all’epoca non c’erano e ho dovuto far approvare questo nuovo festival usando la mia passione. Anche se avevo provato a spiegare cosa volevo fare e cosa andavo a raccontare, non sono stato compreso dall’amministrazione locale dell’epoca che, con un po’ di ironia, ci ha detto che se non fossero venute almeno duemila persone, il festival lo avremmo pagato noi”. E le persone accorse, incuriosite dalla prima edizione di questa singolare festa, furono molte di più, permettendo a un sogno di farsi realtà.
LA PROPOSTA ARTISTICA
Il modo migliore per far passare un messaggio culturale è quello di mettere a punto una proposta artistica che lo chiarisca. E Angelo Di Liberto ha dimostrato di saperlo, visto che, fin dall’inizio, ha puntato principalmente sulla musica di qualità, ospitando ogni anno in media quaranta concerti gratuiti con musicisti e cantanti che hanno fatto la storia del rock and roll e artisti che ripropongono in maniera icastica la musica di quegli anni. Jerry Lee Lewis, Chuck Berry, Gaynel Hodge, Fluke Holland, Stray Cats, Ben E. King sono alcuni dei nomi che hanno calcato i palchi del Summer Jamboree. Rock and roll, swing, jive, rockabilly, country, doo-wop, rhythm’n’blues, hillbilly, western swing sono i generi che ne hanno fatto e ne fanno la colonna sonora.
Musica non solo da ascoltare, ma anche da ballare: il Summer Jamboree è meta di ballerini di swing, boogie woogie e lindy hop che arrivano da tutto il mondo per partecipare ai Dance Camp con insegnanti di fama internazionale e per piroettare fino all’alba ai Dopo Festival alla Rotonda a Mare.
E poi musica anche in spiaggia dove, dalla prima edizione, lo stabilimento balneare Il Mascalzone si trasforma in una pista da ballo alla luce del sole, grazie alla musica di dj italiani e stranieri.
Sempre in riva al mare, ogni anno, viene organizzato anche l’Hawaiian Party che richiama il pubblico più disparato, il quale vi partecipa ornato di fiori al collo, per ascoltare musica e ballare con i piedi nudi nella sabbia della nota “spiaggia di velluto” di Senigallia.
Il Summer Jamboree è stato anche tra i pionieri del burlesque in Italia, proponendo il primo Burlesque Show nel 2006 e invitando nel 2007, per la sua prima esibizione pubblica in Italia, Dita Von Teese. Da allora ogni anno il Teatro La Fenice ospita la serata burlesque con artiste nazionali e internazionali.
La cultura è fatta anche di moda e design e la Rocca di Senigallia, durante il festival, si trasforma in un grandissimo mercatino vintage di modernariato e memorabilia con oltre settanta espositori selezionati e stand di barbieri e parrucchieri che creano capigliature a tema.
Altro appuntamento è quello con le auto d’epoca americane, Cadillac e Dodge, che ogni anno vengono portate in esposizione e fatte sfilare dai loro proprietari per ricordare le linee morbide con cui venivano disegnate, simbolo di bellezza e armonia. Quest’anno in mostra anche la Cadillac Fleetwood Broughman di Elvis Presley, targata 1-ELVIS, che si dice sia stata la sua preferita dal 1974 al 1977, tanto da guidarla personalmente.
IL TERRITORIO
Dopo diciotto anni non si può parlare di Summer Jamboree senza pensare a Senigallia e viceversa. Il festival, infatti, fin dalla sua prima edizione, si svolge in questa cittadina coinvolgendo Piazza del Foro Annonario, Piazza del Duca, Via Carducci, Piazza Simoncelli, la Rocca Roveresca, Piazza Saffi, Piazza Garibaldi, Lungomare Alighieri, Lungomare Mameli, la Rotonda a Mare, il Teatro La Fenice. “Siamo affezionati al territorio”, hanno dichiarato gli organizzatori, “con il nostro festival abbiamo dato veramente tanto a questa città e viceversa”. E mai connubio è stato più riuscito: Senigallia, con le sue piazze, le sue vie, i suoi edifici, la sua spiaggia si è rivelata essere il set naturalmente perfetto per ridare vita allo spirito e all’atmosfera degli anni celebrati dalla manifestazione. “È stato un miscuglio di alchimie”, ha confermato Di Liberto, “la Rotonda a Mare per esempio è un edificio degli Anni Trenta, ripristinato non tantissimi anni fa, ed è un mito degli Anni Cinquanta diventato simbolo del Summer Jamboree. Senigallia e il festival sono cresciuti insieme. Noi siamo stati l’ariete di tantissime situazioni per la città, abbiamo favorito la bonificazione di tante aree”. L’ultima Piazza Garibaldi, importante piazza cittadina ristrutturata da poco che si è dimostrata, con i suoi ottomila mq, location ideale per accogliere migliaia di persone, un palco per le esibizioni live, stand vintage, una pista da ballo e il car park delle macchine d’epoca, evitando calche in certe zone delicate per la sicurezza e facilitando la distribuzione del pubblico sull’intera città.
LO SVILUPPO
Questa felice alchimia tra il Summer Jamboree e il territorio ha favorito lo sviluppo e la notorietà di Senigallia e non solo: “Oggi tutte le città della regione sono collegate con qualsiasi mezzo al festival. Inoltre, per l’ultima edizione, Regione Marche ha messo a disposizione dei treni speciali per Rimini e San Benedetto. Quindi ormai il Summer Jamboree è un festival delle Marche e non più della città”, ha sottolineato Di Liberto che, proprio poche settimane fa, in occasione della 19esima Notte dell’Orgoglio Marchigiano svoltasi a Francavilla d’Ete (Fermo), ha ricevuto il premio speciale “Orgoglio Marchigiano nel Mondo” in quanto fondatore e direttore artistico del Summer Jamboree. La manifestazione negli anni è diventata il primo evento delle Marche per presenze turistiche e ormai è considerata una sorta di “ambasciatrice” della regione in Italia e nel mondo.
Nel suo genere si tratta del più importante festival in Europa, nonché il più grande al mondo per numero di presenze registrate a ogni edizione: oltre 400mila complessive sia nel 2016 che nel 2017.
I numeri del Summer Jamboree lo hanno fatto annoverare anche, per la prima volta nel 2017, tra i 5mila eventi sorvegliati dell’antiterrorismo in Italia. Malgrado i corpi speciali in giro per la città per la sicurezza collettiva, Di Liberto ha sottolineato: “Anche se oggi il festival è un evento così grande, ci piace ancora pensare che siamo in quello stesso giardino di una scuola della prima edizione e che bisogna fare sempre un lavoro grossissimo per crescere e uscire da quel giardino: spirito e approccio sono rimasti gli stessi”.
IL PUBBLICO
Il Summer Jamboree, proiettando ogni anno la città di Senigallia indietro nel tempo in una atmosfera unica e sentita, ha intercettato un pubblico di nicchia composto da persone che vivono il mood degli Anni Quaranta e Cinquanta quotidianamente. Soprattutto inglesi, francesi e tedeschi, che hanno inserito la manifestazione marchigiana nella loro agenda vacanziera, attestandola come un momento magico di ritrovo.
Negli anni però il suo successo lo ha reso un evento popolare anche tra i non cultori dell’epoca, attirati dall’atmosfera gioiosa, spensierata e piena di colori proposta, al di fuori dei luoghi comuni del divertimento. Ultimamente il Summer Jamboree è diventato addirittura destinazione di addii al nubilato. Questo a indicare come nel tempo il pubblico si sia ampliato e diversificato, passando dai soli appassionati a una massa meno preparata e informata sulla cultura di quei decenni (dato che fa storcere il naso ai puristi della cultura vintage… eppure non era proprio nelle intenzioni iniziali di Di Liberto far conoscere questi decenni a più persone possibili?).
Oggi la fascia più ampia di età presente al festival è rappresentata da giovani e famiglie tra i 25 e i 45 anni, seguita da ragazzi tra i 18 e 25 e da adulti tra i 45 e i 60, a cui si aggiunge una fascia di energico pubblico senior, di età 70/80 anni e oltre.
Il coinvolgimento del pubblico è dato anche dal web con il sito internet summerjamboree.com, che registra oltre 200mila visitatori annui da tutto il mondo e la pagina ufficiale Facebook, che ha raggiunto quasi 150.000 fan.
MODELLO SENIGALLIA
Ma quali sono i fattori di successo di questo festival che si possono evidenziare per renderlo una sorta di modello replicabile?
Il primo è l’identità della manifestazione, che in questo caso è la cultura americana degli Anni Quaranta e Cinquanta, ben contestualizzata e veicolata da una passione vera come quella di Di Liberto, il quale ha commentato: “La cosa fondamentale è che può cambiare tutto ma non lo spirito del festival”. L’autenticità, dunque, è l’altro elemento di riuscita, intesa come sinonimo di credibilità per il mondo che un festival rappresenta e racconta.
A questi due fattori vanno aggiunti i valori positivi del Summer Jamboree: la gioia che gli anni evocati portano con sé. Ciò che si riconosce al festival è il suo inconfondibile clima spensierato di “good vibrations”. “In questo ventennio secondo me è concentrata veramente una magia e ogni volta che si apre questo scrigno questa magia si percepisce. È una cosa favolosa!”, ha chiosato il direttore artistico.
Michele Trimarchi, economista della cultura, ha sottolineato: “Un’esperienza unica come il Summer Jamboree porta con sé molteplici valori. Di norma l’etichetta adottata è ‘soft economy’, che enfatizza l’impatto che l’esperienza culturale condivisa ha sul territorio e sulla sua comunità. Corretto. Ma c’è di più, se consideriamo quanto un festival come questo riattivi il senso di appartenenza a una comunità globale, e al tempo stesso l’urgenza di riconquistare gli spazi urbani. Un altro aspetto risulta fondamentale: superare la nostalgia per un periodo che magari non si è neanche vissuto, e prenderne segni, orientamenti e desideri per capire meglio chi siamo e soprattutto come vogliamo vivere. Si chiama pensiero critico, ed è tempo di recuperarne la capacità creativa verso una sana ricerca della felicità”.
Altro elemento di successo del festival è la sua internazionalità, cioè la sua capacità di riunire intorno a una atmosfera persone di varie generazioni provenienti da tutto il mondo.
E infine il valore aggiunto dato dal fatto che i due organizzatori nascono come uomini di comunicazione e quindi consapevoli della fondamentale importanza della comunicazione, appunto, nella fase di lancio di una nuova manifestazione (Alessandro Piccinini è un giornalista e Angelo Di Liberto un grafico pubblicitario, ma negli ultimi tre anni si occupano a tempo pieno del festival). Hanno curato nei dettagli la grafica e il messaggio da veicolare fin dall’inizio, mettendo a punto una precisa strategia. Un esempio è il manifesto del Summer Jamboree, che ogni anno rappresenta un monumento o uno spazio cittadino, rielaborati attraverso l’inserimento di vecchie immagini d’epoca rigorosamente in stile. Una scelta di marketing che ha l’obiettivo di veicolare in Italia e all’estero le bellezze della città nei contesti comunicativi del festival e di raccontare Senigallia non come set costruito ma come ambientazione naturale di un’epoca, riconfermando la forte identità dell’evento.
Unico appunto: pochi incontri e workshop per diffondere la cultura, non solo musicale, degli Anni Quaranta e Cinquanta. Eviterebbero il rischio di far vivere il festival, agli ignari della cultura americana, come una sorta di “carnevalata”, soprattutto ora che il Summer Jamboree si sta trasformando sempre di più da un evento di nicchia a uno di massa.
Per il futuro la manifestazione è riconfermata fino al 2020, grazie al rinnovo della convenzione tra l’Amministrazione comunale di Senigallia e l’organizzazione del festival che, oltre all’edizione estiva, da cinque anni propone il cartellone di appuntamenti invernali Winter Jamboree – Waitin’ for Summer Jamboree.
Il Summer Jamboree è organizzato dalla società Summer Jamboree e sostenuto dal Comune di Senigallia con la collaborazione di Regione Marche e la partecipazione della Camera di Commercio di Ancona.
‒ Lorenza Fruci
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