Mare Culturale Urbano: un’isola di integrazione e cultura nel quartiere di San Siro a Milano
Mare Culturale Urbano è un centro di produzione artistica nato nel 2012, quando tre professionisti di formazione teatrale (Benedetto Sicca, regista; Andrea Capaldi, ballerino e attore; Paolo Aniello, curatore e direttore artistico) decidono di portare a Milano un modello di centro culturale eterogeneo che si è dimostrato vincente in altri paesi europei.
La vera spinta che ha unito Capaldi, Aniello e Sicca nel progetto non è solo quella di creare prodotti artistici di qualità, ma anche di aumentare il pubblico fruitore della cultura. Come farlo? Creando uno spazio aperto, in cui tutti possano accedere con un contributo minimo, nato dalla volontà di abbattere le barriere economiche di ricezione della cultura. La grande aspirazione dei fondatori di Mare Culturale Urbano è proprio questa: creare un ambiente amichevole, permettere gli incontri tra artisti e pubblico, stimolare lo scambio di idee e punti di vista. La finalità è dunque prima di tutto sociale, e poi artistica.
Stabilito l’accordo d’intenti tra i fondatori, che si sono uniti in una s.r.l. nel 2014, era poi necessario scegliere la sede dove Mare avrebbe preso vita. L’occasione propizia arriva dal Comune di Milano, che nel 2013 istituisce un bando per cento luoghi inutilizzati all’interno dell’area cittadina. Mare Culturale Urbano riesce così ad aggiudicarsi un hangar dismesso in via Novara 75, nella zona ovest di Milano. Tuttavia tra autorizzazioni, firme e progetti i lavori di recupero dell’area hanno tardato un po’.
UN PROGETTO CHE CONTINUA
Aniello, Capaldi e Sicca non restano però con le mani in mano. Soddisfatti di aver vinto il bando, comprendono che la linfa vitale per un centro culturale sia la conoscenza approfondita del territorio. Scegliere un’area come la Zona 7 di Milano, nei pressi di San Siro, significa avere un elevato potenziale di crescita: un quartiere in cui le attività culturali sono ridotte al minimo ha sete di iniziative di questo genere. L’importante è, come per qualsiasi altro progetto, saper ben comunicare. I tre soci iniziano così la loro scoperta del territorio, contattando associazioni di quartiere, intessendo rapporti sociali, partecipando agli eventi della zona. In sostanza: parlando con le persone.
Mare ha così avviato dei progetti di attivazione urbana, in collaborazione con le cooperative Cohabitation Strategy e Landscape Coreoghraphy. Tra questi, R come repubblica mira a comprendere la situazione sociale, abitativa e lavorativa del quartiere di Quarto Cagnino, in modo da creare coesione tra i residenti e renderli consapevoli e partecipi della propria comunità e del proprio territorio. Viene così chiesto a ciascun residente di donare a Mare una tovaglia con un disegno fatto a mano che rappresenti la storia personale di ognuno per formare la bandiera del quartiere.
IL FUTURO ERA ORA
Due anni dopo, a settembre 2016, vede luce il progetto Il futuro era ora! all’interno della scuola elementare Lombardo Radice. Su 115 bambini iscritti, solamente tre sono cittadini italiani. Insieme ad alcuni artisti e ai collaboratori di Mare i bambini, attraverso attività evocative, sono invitati a effettuare un viaggio nel tempo in cui vengono stimolati a pensare a un futuro mondo ipotetico. Le attività di Mare promuovono dunque l’arte come strumento di “attivazione dei neuroni”, usando le parole di Paolo Aniello, per finalità che sono sociali e, dunque, politiche. In attesa dell’inizio del cantiere di via Novara, Mare prende in gestione la vicina Cascina Torrette, parte del progetto Cenni di cambiamento, realizzato da Fondazione Housing Sociale e Investire Immobiliare. Si tratta di un’ex cascina agricola del Seicento, oggi ristrutturata, che ospita un’area coworking, due sale prova, una sala polivalente, un palco per concerti, una birreria artigianale e un ristorante, dove è anche possibile organizzare feste private. L’area del cortile, aperta a chiunque, è invece flessibile e si presta a diventare un cinema con cuffie o uno spazio per incontri e manifestazioni. La risposta di Zona 7 è stata fin da subito positiva e il nome di Mare culturale urbano si sta espandendo nel resto di Milano e nelle zone limitrofe. Mare agisce così come ponte per una maggiore diffusione della cultura. A cavallo tra cibo, musica, corsi e laboratori le persone acquistano coscienza del proprio ruolo attivo all’interno del quartiere e della città tutta.
A cura di Alice Alessandrini, Claudia Castellucci, Marta Cossettini, Francesca Tisselli. L’articolo è una esercitazione del corso di “Arte e Web” alla Facoltà di Arti e Turismo dell’Università IULM di Milano.
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