Motori e arte. Il mito dei Florio rivive a Palermo
Real Albergo dei Poveri, Palermo ‒ fino all’8 aprile 2018. L’epopea della famiglia Florio è protagonista della rassegna palermitana. Tra modernità, arte e utopia.
Visitare la mostra Il Ruggito della Velocità senza conoscere qual è la cornice socio-culturale e storico-economica disegnata in poco meno di cento anni dalla famiglia di Vincenzo Florio a Palermo e che oggi appartiene a tutti i siciliani, sarebbe come visitare Firenze e le sue meraviglie senza avere la più pallida idea di chi siano stati i Medici per la città toscana. I Florio furono una famiglia di origini calabresi, di grandissimi patrioti e imprenditori, che a Palermo svilupparono una economia poderosa che varcò e si diffuse in tutti i mari e le terre del mondo di allora. Con la loro potenza economica, i Florio svilupparono e promossero in Sicilia centinaia di iniziative culturali e sportive di altissimo livello, tra le quali la più prestigiosa è la Targa Florio alla quale è dedicata Il Ruggito della Velocità.
Il bellissimo progetto della mostra nasce da un’idea e con il coordinamento di Sergio Alessandro, Capo Servizio Valorizzazione e Fruizione del Patrimonio della Regione Siciliana. L’allestimento è a cura di Stefano Biondo, responsabile del Centro Regionale per la Progettazione e il Restauro.
L’esposizione presso il Real Albergo dei Poveri di Palermo rappresenta la tappa conclusiva di un percorso critico e conoscitivo insieme, che ha focalizzato la sua attenzione su uno dei periodi più vivaci della Sicilia, quello dei Florio appunto, che crearono la prestigiosissima Targa Florio, la quale assunse allora un potente significato di incisiva proiezione verso il futuro, la modernità, la scienza, l’innovazione scientifica, la tecnologia futurista, e, per certi versi, una sorta di utopia rivolta verso l’ancora ignoto universo della “macchina”.
LA MOSTRA
La progettazione dei vari spazi espositivi conduce il visitatore come tra le curve delle strade a precipizio delle Madonie siciliane, in una sorta di metafora narrativa che accompagna la successione delle opere, e delle innumerevoli testimonianze, tra velocità e lentezza, tra movimento e stasi, tra i rombi di motori e la quiete della natura incontaminata, tra appassionati commenti televisivi dell’Istituto Luce e foto d’epoca di artisti della guida spericolata, tra dipinti futuristici e visionari e sculture di “macchine” e motori colmi di prospettive immaginate meravigliose, tra bolidi vividi e dirompenti e ferraglie di motori accatastati che hanno cessato di generare adrenalina, adesso oggetti di archeologia industriale. Le sezioni espositive mantengono una successione logica estremamente incisiva e catturano l’attenzione, affascinando inesorabilmente gli appassionati di questo genere d’arte.
IL FUTURISMO
La mostra sul Futurismo concentra la sua attenzione sulla “macchina”, sulla velocità a due e a quattro ruote, sul dinamismo, sul movimento apparentemente controllato dall’uomo. Le opere – selezionate da Maddalena De Luca (dirigente regionale per i Beni Storico-Artistici), con la collaborazione della Professoressa Anna Maria Ruta – vanno dai rari dipinti di Vincenzo Florio (Collezione Famiglia Paladino) a quelli dei grandi maestri italiani del tempo quali Giacomo Balla, Carlo Carrà, Luigi Russolo, Fortunato Depero, Mario Sironi, Pippo Rizzo, Vittorio Corona, Giulio D’Anna, e poi, del “secondo futurismo”, tra cui Fillia, Dado, Gerardo Dottori; dall’esposizione di decine di moto d’epoca, con preziosi esemplari dei primi del Novecento provenienti dalle collezioni dell’Associazione Siciliana Veicoli Storici, a un ricco e interessante archivio di documenti storici tra cui spicca il Manifesto Futurista del 1909; dal documentario sul Futurismo siciliano a firma di Salvo Cuccia (Palermo, 1960) al famosissimo Libro Imbullonato di Fortunato Depero del 1927.
IL CONTEMPORANEO
La sezione sul Contemporaneo, ideata e curata da Helga Marsala col titolo “À Rebours”, dal celebre romanzo di Huysmans, concentra la sua attenzione sulle opere di tre artisti, Elisabetta Benassi (Roma, 1966), Clayton Burkhart (Buffalo, New York, 1968; vive a Parigi);Francesco De Grandi (Palermo, 1968). Video, pittura e installazioni, accomunati da spunti poetici e concettuali: velocità, fuga, immersione nella natura, relitti meccanici, magia, immaginazione, miti arcaici, contaminazione cibernetica uomo-macchina. E poi, ancora, in dialogo serrato con le opere, preziose componenti aeronautiche degli Anni Venti e Quaranta prestati dal Museo dei Motori dell’Università di Palermo, oltre al primo bicimotore prodotto dalla Ducati, datato 1945. La bella citazione di James Graham Ballard, scelta dalla Marsala, rappresenta l’incipit di quello che il visitatore scoprirà nei meravigliosi spazi espositivi di questa sezione: “Penso che il XX secolo raggiunga la sua massima espressione sull’autostrada. Tutto è lì: la velocità e la violenza della nostra epoca; la strana storia d’amore con la macchina, con la sua stessa morte”.
La visita di questa sezione si conclude con gli spazi espositivi curati da Laura Barreca e Francesco Piazza, che ospitano due artisti siciliani, Sandro Scalia (Ragusa, 1959; vive a Palermo) e Gianfranco Maranto (Petralia Sottana, Palermo, 1983; vive a Palermo): opere frutto di ispirazioni madonite, tra paesaggio e memoria.
La Targa Florio fa da cornice narrativa e artistica all’intera esposizione. Manifestazione sportiva internazionale tra le più importanti di sempre, ideata nel 1906 da Vincenzo Florio. Un’attenzione particolare viene data alla corsa su due ruote che si svolse per soli vent’anni, tra il 1920 e il 1940, e che gli organizzatori dell’ultima edizione siciliana del 2017, l’Aci Palermo, presieduto da Angelo Pizzuto, e la De Petri Adventure, hanno riproposto e rilanciato opportunamente.
‒ Andrea Giostra
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