Umanità e tecnologia in mostra a Roma
Il Palazzo delle Esposizioni di Roma ospita una collettiva incentrata sul legame fra arte, corpo e tecnologie. Un dialogo a più voci, che parla di presente e di futuro.
La mostra Human nasce alla Science Gallery del Trinity College di Dublino, è curata da Cathrine Kramer e raccoglie poi i contributi del Centre de Cultura Contemporània de Barcelona e, a Roma, al Palazzo delle Esposizioni, la collaborazione della Fondazione Mondo Digitale per la sezione “Umano, sovraumano?” curata da Valentino Catricalà.
Le effervescenze espressive dei decenni scorsi, caratterizzati dalle nuove svolte tecnologiche, hanno utilizzato la nuova cultura digitale verso la robotica, verso la biologia, le commistioni tra information ed entertainment industry e le arti contemporanee. Molte opere sono installazioni, video, progetti ironici o drammatici a vasto raggio sul cibo, sul corpo e sul lavoro. Alcuni sono critici e distopici, altri ribadiscono le aspettative utopiche dell’arte digitale.
DA STELARC A CAO FEI
La mostra propone alcune opere classiche, basate sul rapporto tecnologia-corpo, come l’inserto di un “terzo orecchio” sul proprio braccio da parte di Stelarc, con l’obbiettivo di creare un altro punto di comunicazione. In una logica che collega la sostituzione di parti corporee (come si vede nei campionati paralimpici) con applicazioni di “implementazione” sulle funzioni del corpo. Una delle pratiche entrate nell’uso di massa è la chirurgia estetica e l’artista cilena Regina José Galindo presenta il video di un chirurgo che le disegna sul corpo la mappa dei tagli da fare per aggiornare la sua figura all’estetica femminile odierna. Nella spietata applicazione di queste tecniche (che avviene giornalmente in tutto il mondo) un miglioramento estetico non sembra lontano dall’orecchio di Stelarc o da altri radicali interventi come quello di Neil Harbisson (Fondazione Cyborg) che si inserisce nel cranio un’antenna per captare i colori in forma di onde sonore. Il corpo vuole cambiare e forse la scienza è in ritardo sulle sue promesse. Il video Il nostro pane quotidiano, di Nikolaus Geyrhalter, riprende i processi di uccisione e preparazione di animali per l’uso dei cibi più diffusi: carne di pollo, carne di manzo, carne di maiale, ricordandoci le logiche di rapporto con gli animali e le problematiche aperte dall’incognita del cibo per tutti in un prossimo futuro del pianeta. Il bellissimo video dell’artista cinese Cao Fei su una fabbrica Osram in Cina descrive gli operai in tre momenti: i tempi inumani della catena di montaggio, i sogni degli operai che danzano come Charlot in Tempi Moderni e la loro realtà umana in ritratti video-ripresi come modelli di quadri, sullo sfondo di una malinconica canzone.
GLI ITALIANI
La sezione italiana presenta il lavoro di AOS (Salvatore Iaconesi e Oriana Persico), Ghostwriter, riflessione sul nostro rapporto con le tecnologie digitali e sulle complessità e sulle tracce lasciate dalle nostre azioni nel digitale. Il gruppo NONE gioca con le strategie d’immagini con cui lavora, strategie di stimoli visivi e luminosi, e le ripropone in J3RR1. Donato Piccolo lavora con cyborg di lattice e alluminio che con fantasia lirica titola Leonardo sogna le nuvole o Sebastiano il sonnambulo. Quayola inserisce l’immagine del Pensatore di Rodin nelle trasformazioni materiche degli effetti software. Mentre Paolo Cirio propone uno dei suoi lavori più forti, Obscurity, operazione contro il controllo dall’alto dei dati online, fatta oscurando le foto segnaletiche di cittadini americani classificati per azioni penali. Le foto vengono così sfuocate rivendicando la privacy, gesto simbolico contro il Grande Fratello che tutto classifica e diffonde.
‒ Lorenzo Taiuti
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