Alla scoperta del Monte Verità. Fra arte e natura
Da venerdì 4 a domenica 6 maggio, al Monte Verità e al Castello e Parco San Materno di Ascona, in Canton Ticino, si terrà la prima edizione di “Giardini in Arte”, manifestazione dedicata al giardino, alla cultura del verde e alla natura.
Benessere e arte si fondono dando vita a un’iniziativa dove il giardino diventa contenuto e contenitore, spazio fisico e metaforico al contempo.
Numerosissime le proposte: incontri culturali, installazioni artistiche e attività didattiche in occasione di Giardini in Arte.
La sezione artistica, curata da Mara Folini e dal Museo di Ascona, vede coinvolti Ferruccio Ascari, Lorenzo Cambin, Luisa Figini, Victorine Müller, Loredana Selene Ricca, Olivier Estoppey, Teres Wydler, Ruth Moro, Stefania Beretta, le cui opere rimarranno esposte fino a fine luglio. Un’occasione imperdibile anche per conoscere la storia di un luogo denso di significato, e di sperimentazioni: il Monte Verità.
UN PO’ DI STORIA
All’inizio del Novecento in Svizzera, sul monte Monescia sopra Ascona, poi ribattezzato Monte Verità, si insediò una colonia alternativa e vegetariana, composta da liberi pensatori e idealisti di varie provenienze. Questi riformatori sociali cercavano una “terza via” come alternativa al blocco capitalista da un lato e comunista dall’altro.
Le provenienze e gli ambiti d’interesse furono negli anni i più svariati: di qui passarono artisti, anarchici, filosofi, ospiti illustri, ciò che li univa così saldamente era un ideale comune: vivere pienamente una vita in contatto con la natura e con se stessi.
La loro organizzazione sociale era basata su un sistema cooperativo, in cui si perseguiva l’obiettivo di coltivare la mente e lo spirito, si cercava l’unità del corpo con l’anima, l’emancipazione femminile e si applicava l’autocritica. Vivevano di ricerca interiore e artistica, e nella pratica lavoravano giardini e campi, vivendo in capanne di legno; la loro dieta escludeva cibi animali e adoravano la natura come “opera d’arte ultima”.
Furono molti i destini accomunati da questo percorso di vita, e molte le fasi che questo luogo incandescente di ideali attraversò; per un periodo la comunità diventò un sanatorio frequentato da teosofi, anarchici, comunisti, psicanalisti e svariati intellettuali inquieti, fino a quando nel 1920, dopo che i fondatori partirono per il Brasile, il complesso venne acquistato, a seguito di un breve periodo bohémien, dal barone Eduard von der Heydt, uno dei maggiori collezionisti di arte contemporanea ed extraeuropea del suo tempo.
Da allora il Monte Verità divenne un moderno centro alberghiero, attivo ancora oggi, di stile funzionale-Bauhaus; immerso in un parco di oltre sette ettari. A oggi il Monte Verità continua a essere un Centro congressuale e culturale, ricco di appuntamenti densi e rigeneranti.
LE MOSTRE
Da segnalare, presso il Museo di Casa Anatta, anch’esso un’edificio-opera del 1904, l’esposizione permanente Monte Verità. Le mammelle della verità, percorso espositivo curato nel 1978 da Harald Szeemann, precursore e fondatore della curatela artistica.
Il percorso si articola attraverso diversi nuclei tematici, che furono le colonne, o meglio le mammelle, della ricerca artistica e filosofica vissuta dalla comunità: l’anarchia, l’utopia sociale, la riforma, la psicologia, la mitologia, la danza e la musica, la letteratura, l’arte.
Oltre alla mostra, La verità di una montagna presenta e contestualizza il titanico lavoro di Szeemann.
Senza alcun dubbio un luogo unico, che vale la pena conoscere e frequentare, dove l’energia spirituale continua a soffiare, e a proporre alternative vivibili e appassionanti.
‒ Laura Ghirlandetti
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