Gli artisti e la litografia. A Roma
Istituto Centrale per la Grafica, Roma ‒ fino al 1° luglio 2018. Ultimi giorni per visitare la mostra che ha voluto celebrare l’attività bicentenaria di una delle stamperie d’arte più antiche al mondo, quella della famiglia Bulla. Erede di una tradizione artigiana risalente ai primi decenni dell’Ottocento.
Volge al termine la mostra Litografia Bulla. Un viaggio di duecento anni fra arte e tecnica, curata da Claudio Zambianchi assieme a Flaminia e Beatrice Bulla e a un team di storiche dell’arte della Scuola di specializzazione in beni storico-artistici del Dipartimento di storia dell’arte e spettacolo della Sapienza di Roma.
Un’importante esposizione che l’Istituto Centrale per la Grafica ha voluto accogliere ‒ partecipando anche con alcune opere della sua collezione ‒ per rendere omaggio alla storica stamperia di Romolo e Rosalba Bulla, un punto di riferimento per una generazione di artisti che si sono succeduti nel tempo: dall’espressionismo romano nato subito dopo la guerra agli astrattismi di Forma 1, dagli informali del gruppo Origine alle ricerche legate alla Metafisica o al Surrealismo, dagli artisti della Scuola di Piazza del Popolo al gruppo del Pastificio Cerere, dalla poesia visiva alle ricerche più contemporanee.
Un numero consistente di opere che, se da una parte documentano l’attività storica della stamperia, aperta a Roma da più di centocinquant’anni, dall’altra illustrano un processo di creazione e una continua contaminazione di tecniche e fenomeni che va dagli Anni Quaranta fino a oggi, con le opere di Giacomo Manzù, Giuseppe Capogrossi, Piero Dorazio, Cy Twombly, Massimo Campigli, Jannis Kounellis, Mimmo Paladino, Luigi Ontani, Gianni Dessì, Enzo Cucchi e Jim Dine, per citarne solo alcuni.
‒ Donatella Giordano
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