Gioachino Rossini. L’uomo e il musicista in mostra a Pesaro e Fano

Nel 150esimo anniversario dalla scomparsa, Pesaro e Fano celebrano il compositore con due mostre articolate rispettivamente fra la sede di Palazzo Mosca ‒ Musei Civici e il Museo Archeologico del Palazzo Malatestiano. Due mostre biografiche ma non ovvie, con documenti inediti e un taglio originale, impreziosite ulteriormente dall’esposizione di pianoforti d’epoca, alcuni dei quali verosimilmente suonati dallo stesso Rossini, provenienti dalla Collezione Claudio Veneri. Un percorso espositivo raffinato, reso possibile dalla legge speciale sui grandi anniversari, promulgata proprio per questa occasione, e che prossimamente sarà applicata ai grandi “appuntamenti” dedicati a Leonardo e Raffaello.

Musicista, compositore, gastronomo, bon vivant, Gioachino Rossini (Pesaro, 1792 ‒ Passy, 1868) fu artista prolifico, raffinato, ammirato dal pubblico e dalla critica (nonostante episodici contrasti), che innovò profondamente la musica classica europea della sua epoca, definito da Giuseppe Mazzini “un titano di potenza e d’audacia”. La mostra pesarese racconta Rossini in maniera indiretta, attraverso tre ampie sezioni. Una dedicata alle opere d’arte della prestigiosa collezione Hercolani, della quale entrò in possesso pochi mesi prima di spirare, cedutagli dall’omonima famiglia in pagamento di un prestito da lui ricevuto alcuni anni prima. Per un caso, Rossini divenne collezionista d’arte, proprietario di un corpus di opere che va dal Trecento bolognese alla maniera senese al Rinascimento veneto, toccando anche il Settecento con i busti di Napoleone e preziosa mobilia e porcellane decorate. La seconda sezione è curata dal Conservatorio intitolato a Rossini, e da lui stesso voluto per lascito testamentario, un’istituzione che ha legato Pesaro alla scena musicale internazionale, e che oggi possiede una vastissima collezione di manoscritti, spartiti, libretti d’opera e fotografie, una parte dei quali esposti per la prima volta al pubblico. Un patrimonio che si è formato grazie alla lungimiranza di Rossini, il quale, nel suo aspetto più intimo, emerge in mostra attraverso la terza sezione, sorta di “installazione teatrale multimediale”, curata da Emanuele Aldrovandi e incentrata su video, oggetti e documenti.

Gioachino Rossini, Autografi musicali, album Italiano “La fioraja fiorentina”

Gioachino Rossini, Autografi musicali, album Italiano “La fioraja fiorentina”

LE PERSONALITÀ DI ROSSINI

Ogni “tappa” del percorso racconta un aspetto della personalità di Rossini. Dalla testimonianza della madre a quella della Colbran (interpretate da attrici) a quella di un soldato napoleonico che conobbe suo padre emerge un Rossini legatissimo alla madre (una cantante di teatro), sensuale con le donne ma anche sagace carrierista, che aveva ereditato dal padre (musicista dilettante soprannominato Vivazza) il gusto per la bella vita. E ancora, i menu da lui composti che tradiscono la passione per la buona tavola (si narra che un giorno non ricevette Wagner, perché impegnato a sorvegliare la cottura di una lombata di capriolo). Infine, l’inspiegabile malinconia che colpì Rossini ad appena 37 anni, ancora nel pieno della maturità fisica e intellettuale, e che lo costrinse a ritirarsi dalle scene: un malessere che avrebbe colpito nel secolo successivo anche molti altri artisti, intellettuali, pensatori, da Lucio Battisti a Kurt Cobain.

Vitale (detto Vito) D’Ancona, Ritratto di Gioachino Rossini, 1840-50. Fondazione Gioachino Rossini

Vitale (detto Vito) D’Ancona, Ritratto di Gioachino Rossini, 1840-50. Fondazione Gioachino Rossini

ROSSINI E LA MUSICA

Se Pesaro racconta il Rossini uomo, a Fano il Museo Archeologico del Palazzo Malatestiano ospita una piccola ma raffinata mostra di carattere intellettuale, raccontando il luogo degli esordi teatrali di un Gioachino di appena nove anni che suona la viola al Teatro della Fortuna. Un teatro progettato dallo scenografo Giacomo Torelli, che a metà Seicento inventò lo stile della scenografia italiana barocca, raccontata da una serie di oli su tela, di anonimo, che riproducono appunto le invenzioni decorative del Torelli. La mostra prosegue con preziosi documenti ‒ lettere, spartiti, manoscritti ‒, redatti e autografati da Rossini, sgrammaticate le prime, agili e sicuri gli ultimi; documenti affascinanti, che rivelano il carattere del maestro. Documenti che, oltre all’indubbio pregio della qualità estetica, possiedono il fascino dell’essere stati scritti dalla mano del grande pesarese. Infine, attraverso una serie di interviste video a personalità del mondo della classica, il pubblico è guidato alla scoperta e alla comprensione delle composizione e dell’esecuzione delle opere rossiniane. Una mostra in linea con la “sorella” di Pesaro, intellettuale ma dinamica, capace di coinvolgere e appassionare il pubblico grazie ad allestimenti originali e molta interattività.

Niccolò Lucarelli

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Niccolò Lucarelli

Niccolò Lucarelli

Laureato in Studi Internazionali, è curatore, critico d’arte, di teatro e di jazz, e saggista di storia militare. Scrive su varie riviste di settore, cercando di fissare sulla pagina quella bellezza che, a ben guardare, ancora esiste nel mondo.

Scopri di più