Musei nascosti. Il Castello incantato di Filippo Bentivegna
Rifugio e dimora di un outsider artist, il Castello incantato di Filippo Bentivegna a Sciacca è un museo nascosto tutto da scoprire.
Questa è la storia di un uomo di Sciacca, Filippo Bentivegna, nato nel 1888 e morto nel 1967. Famiglia umile di pescatori e il mito dell’America nel proprio immaginario. Nel 1913 va lì, in cerca di fortuna, con la speranza di arricchirsi, ma un trauma – forse la fine dolorosa di una relazione con una donna che amava? – lo sconvolge, perde il suo equilibrio e si ripiega su se stesso. Viene così rispedito nella sua terra, dove realizza un mondo in tridimensione nel quale rifugiarsi in solitaria dall’ostilità e dall’indifferenza altrui.
IL RUOLO DELL’ARTISTA
È una storia tra un “dentro” e un “fuori”, all’insegna di una ridefinizione inconsapevole del ruolo dell’artista (ovviamente non si considerava tale, come tutti i veri outsider “primitivi”) e dello spazio vitale e immaginifico di una campagna isolata. Filippo perde ogni contatto con la realtà e, dopo aver acquistato un terreno fuori dal paese, inizia a scolpire la roccia, tracciando sulla pietra volti e forme antropomorfe, suoi compagni di vita, con cui dialoga tessendo una relazione profonda di confidenza. Sono i suoi unici amici. Vive, da solo, immerso nella natura, passa il tempo a scolpire, fra terra e materia. Inutile precisare che i suoi concittadini lo ritengono un pazzo e un emarginato rispetto alla comunità. Non sa nulla dell’arte, non si pone il problema del primitivismo, anche se le forme arcaiche delle sue teste lo riecheggiano senza volerlo, ma Bentivegna concepisce, fino alla morte, un suo universo, dove viali e corti spingono a scoprire centinaia di teste che fuoriescono dalla roccia, tra alberi e piante.
LE ALTRE TAPPE
Sue sculture appartenevano alla bizzarra e straordinaria collezione internazionale di Art Brut di Jean Dubuffet – oggi conservata a Losanna – e il suo Castello incantato nell’agro di Sciacca, in Sicilia, è tutelato dalla soprintendenza di Agrigento dal febbraio 2015.
Da tre anni all’artista è stato dedicato un prezioso spazio museale ai piedi del castello. Nel museo, oltre a una selezione di sculture, il visitatore può approfondire gli apparati biografici e le letture critiche sull’opera di Bentivegna, curati dalla storica dell’arte della Soprintendenza di Agrigento, Rita Ferlisi. E Sciacca potrebbe essere solo la prima tappa di un tour destinato a proseguire per esempio a Messina, nel sito outsider di Giovanni Cammarata, dove un gruppo di studiosi e volontari, tra cui il brillante sociologo Pier Paolo Zampieri, negli ultimi anni ha movimentato attenzioni e visioni. E magari approdare poi in Puglia, al Santuario della Pazienza di Ezechiele Leandro, in attesa di restauri e progettualità concrete.
‒ Lorenzo Madaro
Articolo pubblicato su Grandi Mostre #12
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