Correva l’anno 1919: nascita di Primo Levi, Suprematismo di Malevich, prima opera surrealista
Nuovo episodio di “Correva l’anno”, la rubrica settimanale di Artribune che racconta i fatti dell’arte del passato senza pretese di esaustività storica. Con un occhio all’attualità. Questa volta parliamo del 1919
Nel 2019 ricorre il centenario della nascita di Primo Levi (Torino, 1919-1987), eccezionale testimone di Auschwitz e uno degli autori italiani più letti al mondo (ad oggi le sue opere sono state tradotte in 45 lingue). Per l’occasione, il Centro Internazionale di Studi Primo Levi di Torino e il Comitato Nazionale per le celebrazioni del centenario della nascita di Primo Levi saranno impegnati nel promuovere un fitto calendario di iniziative, in Italia e all’estero per tutto l’anno, per scoprire e raccontare le diverse dimensioni della sua opera attraverso originali forme di incontro e di rappresentazione. Come la nuova versione teatrale di Se questo è un uomo, che debutterà a Torino alla fine di aprile per poi essere riproposta in diverse città italiane e straniere. Ma cos’altro è successo di preponderante nell’arte in quello scorcio di fine anni ’10 del secolo scorso? Dall’apice del suprematismo cosmico raggiunto dal maestro russo Kazimir Malevich al primo esempio di opera letteraria basata sulla scrittura automatica, ecco una selezione di fatti d’arte da ricordare…
– Claudia Giraud
LA NASCITA DI PRIMO LEVI: CHIMICO, SCRITTORE, POETA
Il 31 luglio 1919 nasce a Torino Primo Levi: chimico, scrittore, poeta e testimone delle deportazioni naziste, nonchè sopravvissuto ai lager hitleriani. Di questa orribile esperienza, ne racconterà nel romanzo-testimonianza, Se questo è un uomo, pubblicato nel 1947, diventando l’opera di uno sconosciuto aspirante scrittore che fa scoprire agli italiani la tragedia dei campi di sterminio nazisti dove sono morti milioni di persone: ebrei, antifascisti, zingari, omosessuali, militari; uomini, donne e bambini, sterminati dalla macchina tedesca con metodo chirurgico. In questi sette decenni trascorsi da allora questo libro si è trasformato in un classico della nostra letteratura, uno dei libri più letti, commentati e amati dai lettori, tradotto in innumerevoli lingue che, nell’anno del centenario, offrirà lo spunto per un grande progetto teatrale a Torino, ideato da Valter Malosti per TPE con la collaborazione del Centro Internazionale di Studi e del Comitato Nazionale per le Celebrazioni: Se questo è un uomo al Teatro Carignano, i racconti de Il sistema periodico all’Astra con Luigi Lo Cascio. E poi incontri, proiezioni e un concerto di Sentieri Selvaggi con il capolavoro di Steve Reich Different trains. Il tutto in programma dal 23 aprile al 12 maggio 2019.
IL SUPREMATISMO COSMICO DI KAZIMIR MALEVICH
Il 1919 è l’anno in cui Kazimir Malevich raggiunge l’apice del suprematismo cosmico, esponendo una sua personale alla Sedicesima Mostra di Stato a Mosca, dedicata al suprematismo e agli altri stili astratti, e lasciando scritto in un testo fondamentale: “Mi sono trasformato in forma zero e sono schizzato fuori dalla pozzanghera piena di spazzatura dell’arte accademica, arrivando alla sensazione pura in un mondo astratto che rivela una realtà nuova”. È anche l’anno in cui insegna all’Accademia di Mosca e, dietro invito di Chagall, in quella di Vitebsk, dove diviene direttore. Qui, con i suoi allievi di Vitebsk, Malevich dà vita al gruppo suprematista Unovis (Assertori della nuova arte), cui aderiscono Cashnik, El Lissitzky, Ermolaeva, Klucis e Suetin.
LA PRIMA OPERA LETTERARIA SURREALISTA
Nel 1919 André Breton e Paul Soupault conducono uno dei primi leggendari esperimenti di scrittura automatica: per intere giornate e notti insonni i due artisti scrivono testi a quattro mani, seguendo libere associazioni e spericolati accostamenti verbali, cercando di svincolarsi dal controllo della ragione. Questi pensieri in libertà vengono raccolti nella pubblicazione I campi magnetici, apparsa nel 1920, qualche anno prima della nascita ufficiale del surrealismo, consacrata dal manifesto del 1924. I campi magnetici può essere considerata la prima opera letteraria basata sulla scrittura automatica: raccoglie infatti un flusso ininterrotto di testi intrisi di immagini che sgorgano dall’inconscio – sogni, allucinazioni e desideri profondi, lontani dalla logica utilitaristica del linguaggio comune, a favore invece di una narrazione ricca e generativa di nuovi legami con la realtà. A cent’anni di distanza, la mostra I campi magnetici, curata da Cecilia Alemani e in programma dal 4 maggio al 19 luglio presso la Galleria Gió Marconi di Milano, prende spunto da questo essenziale testo surrealista per intessere un dialogo tra artisti storici e di oggi sul comune terreno della rappresentazione del corpo.
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