Giappone. Tra fasti e modernità, a Treviso

La cultura e la società giapponesi sono protagoniste della mostra allestita alla Casa dei Carraresi di Treviso. Fornendo una panoramica su un lungo arco temporale.

La mostra offre un ampio spaccato – dal XIV al XX secolo – sulla società, l’arte, la cultura, la religiosità e i costumi del Giappone, dall’antichità ai nostri giorni, nelle straordinarie testimonianze raccolte da un appassionato collezionista, il trevigiano Walter Guarnieri.
Le sette sezioni tematiche in cui si articola il percorso espositivo raggruppano oggetti di periodi diversi, che testimoniano la continuità del gusto estetico e dello stile, pur nelle evidenti evoluzioni: dalle lame delle rinomate “katana”, databili fino al XIII secolo, di raffinata e complessa fattura, alle xilografie e alle fotografie all’albumina, che rappresentano i primi esempi del genere, risalenti a un periodo che va dalla seconda metà dell’800 ai primi decenni del Novecento.

GEISHA E SAMURAI

Dall’osservazione delle opere emergono ben definite le figure dei protagonisti di quest’epoca, ovvero “samurai” e “geisha”: uomini d’armi gli uni ‒ protagonisti di primo piano della vita militare, sociale e culturale del Paese dal XII secolo alla fine del XIX, al termine del regime degli Shōgun ‒, fini e colte intrattenitrici le seconde ‒ figure eteree, che diverranno maggiormente corporee e materiali allorché dal XVII al XIX secolo le loro caratteristiche muteranno, arrivando ad assumere sempre più il ruolo di donne di piacere nei quartieri proibiti di Edo.

Tre Geisha, fotografia all'albumina, periodo Meiji (1868 1912)

Tre Geisha, fotografia all’albumina, periodo Meiji (1868 1912)

LA FINE DI UN’ERA

Ogni oggetto esposto testimonia della sua età, del suo uso, della tecnica e della sapienza adoperati per realizzarlo, portandone in luce “lo spirito”, ovvero la storia e il valore derivanti dalla contestualizzazione d’uso, come nelle intenzioni dell’appassionato estimatore. Ma suggerisce altresì l’impressione del decadere di una fase di fasti e splendori, condotta al suo termine dall’apertura all’Occidente nel 1868, con la restaurazione del potere imperiale, dopo oltre due secoli di protezionismo.
In mostra anche elaborati paraventi, dipinti a colori e inchiostro su carta o seta, i primi esempi di specchi, minute sculture in bronzo e legno, delicate miniature e pomelli in avorio, piccoli fermagli d’argento e metallo, vasi in bronzo con ageminature dorate o in porcellana, accessori per il consumo del tabacco, kimono maschili e femminili.
Un tesoro che si offre ai nostri occhi per restituirci l’immagine di un periodo dorato, di grazia, immaginazione ed eleganza mai più ritrovate.

Maria Palladino

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Maria Palladino

Maria Palladino

Maria Palladino, curatrice di eventi artistici e critico d’arte, si occupa dell’organizzazione di mostre d’arte contemporanea, dal progetto espositivo all’allestimento, presentazione, comunicazione e ufficio stampa dal 2003, operando con associazioni artistiche e nel contesto di gallerie e spazi istituzionali a…

Scopri di più