Il museo nascosto. La Gipsoteca Libero Andreotti a Pescia
Se siete interessati a scovare i “musei nascosti” nostrani, non potete mancare una tappa alla Gipsoteca Libero Andreotti di Pescia.
Nudi femminili, teste, torsi; e ancora documenti (lettere, fotografie e molto altro). Un’immersione nel mondo sommerso di un protagonista della storia della scultura italiana dell’Otto e Novecento, decisamente trascurato nel sistema espositivo museale nazionale.
Ritratti virili, soldati, madri, bambini, bagnanti e molte altre figure, anche mitologiche, costituiscono il multiforme repertorio di volti, espressioni e anatomie che affollano la Gipsoteca Libero Andreotti a Pescia. Sono duecentotrenta i gessi del maestro, che nella cittadina della provincia di Pistoia è nato nel 1875, donati dagli eredi al Comune e da tempo al centro di un percorso allestito con essenziale rigore, tenendo conto delle cronologie, nel Palagio edificato intorno al XIII secolo.
Il museo costituisce un itinerario tra studi e gessi propedeutici alle fusioni in bronzo o alle redazioni in marmo delle sculture più significative di Libero Andreotti, tracciando esaustivamente gli indirizzi della sua opera fino alla maturità. Una grande Pomona, probabilmente del 1905, è tra le prime opere di grandi dimensioni da lui concepite, ma nel rigore compositivo e nella resa delle anatomie già emergono alcune predilezioni poi costanti nella sua scultura.
LE OPERE
Dopo gli studi a Firenze, sul finire del 1909 si trasferisce a Parigi e negli anni successivi avvia un’intensa attività espositiva. È del 1914 una delle sue opere paradigmatiche, il gruppo di Diana e Atteone, commissionatogli da un inglese. La scultura, il cui gesso è a Pescia, riscuote l’interesse di Luigi Pirandello, che chiede all’artista una copia in cartapesta, poiché vuole metterla in scena nella sua Diana e la Tuda. L’ultimo dei tre piani del palazzotto è dedicato all’archivio, che custodisce riviste, fotografie d’epoca, documentazioni sulle mostre e la corrispondenza, anche quella con il critico d’arte Ugo Ojetti, suo sostenitore negli ultimi anni a Firenze, città in cui Libero Andreotti è morto nel 1933.
Una visita è d’obbligo. È uno di quei luoghi simbolo da non perdere in un possibile tour per i musei nascosti d’Italia. Peccato però per la mancanza di una comunicazione adeguata di questo straordinario museo, connessa evidentemente alla gestione comunale.
‒ Lorenzo Madaro
Pescia
GIPSOTECA LIBERO ANDREOTTI
Piazza del Palagio 7
0572 490057
Articolo pubblicato su Grandi Mostre #15
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