Ritrovare Andrea Mantegna. A Bergamo

Accademia Carrara, Bergamo – fino al 21 luglio 2019. Bergamo riparte da Mantegna e dal suo capolavoro ritrovato che diventa nuova guida nella storia dell’Accademia Carrara. E occasione per ricucire la storia artistica del territorio.

Poter ammirare la Resurrezione di Cristo riattribuita ad Andrea Mantegna (Isola di Carturo, 1431 – Mantova, 1506) è, da solo, motivo più che valido per concedersi una visita all’Accademia Carrara di Bergamo nell’ambito della mostra Re-M Mantegna. Dopo il tour internazionale che ha visto il dipinto esposto alla National Gallery di Londra e alla Gemäldegalerie di Berlino, in occasione delle due edizioni della mostra Mantegna and Bellini, la casa bergamasca del capolavoro datato 1492 ha creato un allestimento che permette allo spettatore di godere appieno sia delle vicende legate alla scoperta che ha portato alla riattribuzione dell’opera, sia delle cromie e dei dettagli recuperati in fase di restauro.

LA SCOPERTA E IL RESTAURO

Una serie di pannelli di approfondimento e un video che scandisce molto chiaramente le tappe della scoperta e del restauro della tavola contribuiscono ad alimentare nello spettatore il pathos e la curiosità scaturiti dalla consapevolezza di essere di fronte a un capolavoro ritrovato. A poco serve quindi l’esperienza multimediale creata appositamente per celebrare il ritorno dell’opera nel museo bergamasco e per inaugurare i nuovi spazi della Barchessa, finanziati dalla famiglia Vitali. La proiezione, per quanto immersiva, non arricchisce il senso della scoperta e non è in grado di portare alcun valore aggiunto alla “Mantegna experience” proposta dalla mostra attualmente aperta in Accademia Carrara e curata da Antonio Mazzotta e dallo stesso Giovanni Valagussa, autore della preziosa scoperta.

Andrea Mantegna, Resurrezione di Cristo, 1492 ca. Accademia Carrara, Bergamo

Andrea Mantegna, Resurrezione di Cristo, 1492 ca. Accademia Carrara, Bergamo

LEGAMI E SPERANZE FUTURE

Prima di raggiungere l’opera che da sola è il fulcro della mostra, il percorso espositivo si snoda all’interno delle sale del museo, evidenziando tutte le possibili connessioni con il dipinto presenti fra le opere della collezione. Si passa dal ritratto del conte Gugliemo Lochis, collezionista grazie al quale la tavola è ora patrimonio del museo bergamasco, passando per i più ovvi collegamenti con Giovanni Bellini, cognato di Mantegna, fino ad altri protagonisti della vicenda storica che ha visto il dipinto cadere lentamente in declino a causa di un’errata attribuzione.
L’augurio è quello di poter vedere in futuro la tavola ricomposta e che Bergamo possa dunque ospitare sia la parte sottostante, la Discesa al limbo conservata in una collezione privata a Princeton in New Jersey, sia completare lo studio con il Trittico degli Uffizi per definire, una volta per tutte, la corretta provenienza dell’opera e conoscere il destino delle eventuali parti ancora mancanti.

‒ Astrid Serughetti

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Astrid Serughetti

Astrid Serughetti

Astrid Serughetti sta costruendo in questi anni la sua personale carriera artistica, nel frattempo ha acquisito l’abilitazione da giornalista pubblicista e collabora con diverse riviste e quotidiani locali per le sezioni di arte e cultura. Si occupa anche di didattica…

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