Mosart: un festival per reinventare la tradizione del mosaico. Si svolge a Spilimbergo
Mostre, installazioni, workshop: un mosaico di iniziative per celebrare l’arte musiva e il savoir faire del borgo friulano avvicinando artigianato e design.
Tre giorni per reinventare il mosaico in un’ottica contemporanea. Si svolge a Spilimbergo Mosart- mosaic art Festival 2019, prima edizione di un evento curato dall’ex Triennale Silvana Annicchiarico nato per valorizzare e dare risalto allo straordinario patrimonio artistico e artigianale locale. Il Comune friulano di Spilimbergo infatti – eccellenza italiana dell’arte musiva con oltre 60 laboratori in attività e realizzazioni in giro per il mondo, da Parigi a New York, da Roma a Lourdes – punta a rilanciare la sua identità realizzando questo progetto di promozione culturale, in collaborazione con numerose realtà del luogo: dalla storica Scuola Mosaicisti del Friuli qui fondata nel 1922, al CRAF-Centro Ricerca Archiviazione Fotografia, alla Confartigianato Imprese di Pordenone. Un espediente per far sì che l’expertise millenaria locale e l’alto artigianato si avvicinino sempre più alla cultura del progetto e al linguaggio del design contemporaneo, attraverso un percorso che intende aprire a questa arte nuove prospettive di crescita e di sviluppo. L’ evento, che si svolge fino al 29 settembre in diverse location della città, è stato pensato dalla Annicchiarico come un format ricco e multiforme, aperto a tutti, con cui mettere in scena differenti approcci alla materia: Mosart è infatti un festival che si dirama nell’intero scenario urbano componendo un mosaico di luoghi e iniziative, inclusi itinerari by night.
IL PROGETTO E COME RIATTUALIZZARE IL MOSAICO
“Una manifestazione come Mosart” afferma la curatrice “intende contribuire a dare visibilità e attenzione a questa eccellenza italiana: una pratica artigianale che orgogliosamente continua a lavorare sul pezzo unico, sul fascino dell’opera fatta a mano (dal reperimento delle pietre naturali, alla realizzazione dei colori che hanno una loro alchimia, al taglio dei materiali, alla loro composizione…) per produrre artefatti che non possono essere serializzati e che trovano nella loro unicità un elemento di inconfondibile valore e preziosità.” In un tempo frantumato e polverizzato come il nostro, “dove a volte tutto (dal politico al sociale) sembra andare a pezzi, l’arte del mosaico si pone come grande possibile metafora, come pratica che obbliga tutti noi a rimettere insieme i pezzi e unire ciò che prima era scomposto per generare artefatti che siano capaci di produrre forma e di generare senso” prosegue la Annicchiarico. “È proprio sotto il segno di questa metafora che mi piacerebbe leggere tutti gli eventi, tutte le manifestazioni previste nel Programma Mosart 2019: proprio come un tentativo di ricostruire qualcosa di unitario dentro la frammentazione del mondo che ci circonda.”
IL PROGRAMMA
Ben sette le mostre organizzate: “Il mosaico in bianco e nero”, con fotografie di Antonio Baldini, Angelo Borghesan, Mario Cresaci, Francesco Nonino, Francesco Radino, Roberto Salbitani, Carl Shubert, Stephen Shore, Olga Zamperiolo–selezionate dal prestigioso archivio CRAF; la collettiva “Polifonia”, che espone alcune delle opere più significative dei mosaicisti friulani; “Chromos 1. Il lessico del colore” e “Chromos 2. Colori d’autore”; “Innesti” che interpreta le relazioni tra il mosaico e gli oggetti domestici e “Mosaici filatelici” che raccoglie francobolli e cartoline dei mosaici nel mondo. Due i talk: uno con il sociologo Aldo Bonomi “Tessere e ritessere il territorio” e l’altro con Andrea Rauch, graphic designer di fama internazionale, sul tema “Fare un mosaico oggi. Fra arte e design” a cui si aggiungono tavole rotonde e approfondimenti formativi. Così come due sono le installazioni pensate: “Mosaic Trees” che vedono gli alberi della città vestirsi, trasformando la natura in scultura, e un omaggio all’unica opera musiva del grande maestro del design italiano Marcello Nizzoli. Nel workshop- dal titolo “Dreams Park” – il designer Stefano Giovannoni lavora con gli studenti dell’ISIA di Pordenone per progettare uno spazio pubblico onirico e visionario, mentre nella performance sonora “Mosaic Sound. Il suono del lavoro”, del designer Lorenzo Palmeri, viene creato un concerto in cui scalpellini, ceppi e pietre diventano sorprendenti fonti musicali. È in cartellone, infine, proiettato in anteprima il film “Tessere”, nato da un’idea di Silvana Annicchiarico con la regia di Giuseppe Carrieri e la collaborazione degli studenti dell’Università IULM-Milano: un documentario poetico e suggestivo realizzato a Spilimbergo per raccontare l’identità e le meraviglie della città.
–Giulia Mura
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