L’Umbria indimenticabile del secondo Novecento. Una mostra a Perugia
Palazzo Baldeschi, Perugia – fino al 3 novembre 2019. Affiancata da un programma di “visite d’autore”, condotte da curatori, artisti e critici d’arte, la mostra “Unforgettable Umbria” rivela le inaspettate connessioni tra il territorio regionale e alcuni dei più influenti autori del secondo Novecento.
Non sembra al riparo da qualche forzatura visiva la “convivenza” tra le opere della mostra Unforgettable Umbria. L’arte al centro fra vocazione e committenza e le sale dell’eclettico Palazzo Baldeschi, nel cuore di Perugia. Eppure, a discapito di alcuni passaggi in cui l’allestimento all’interno della storica architettura si dimostra più vincolato, il percorso espositivo curato da Alessandra Migliorati, Paolo Nardon e Stefania Petrillo possiede un punto di forza riconoscibile fin dalle prime battute. Memorie, traiettorie, orientamenti, inattese vicinanze tra luoghi e grandi autori del secolo scorso hanno infatti il merito di condurre la narrazione di Unforgettable Umbria oltre lo spazio fisico in cui il visitatore è effettivamente collocato. Il risultato è una sorta di proiezione tra borghi, boschi, prati, piazze e chiese un tempo attraversati, osservati e vissuti da, tra gli altri, Yves Klein, Alexander Calder, Sol LeWitt. Chi già conosce questi territori, si sorprenderà, probabilmente, davanti alla fecondità della rete di relazioni, umane e professionali, qui attiva già a partire dalla metà del Novecento. Si tratta di quel “lungimirante mecenatismo” che ha favorito l’approdo o la permanenza ‒talvolta fugace; talvolta destinata a conquistare una dimensione stanziale – di artisti di indiscusso rilievo in Umbria, nonostante la posizione geografica decentrata rispetto ai “flussi canonici” del settore. Questa terra, “parimenti difficile da raggiungere e da abbandonare”, come ha efficacemente sintetizzato Nardon nell’accurato catalogo associato alla mostra, per effetto delle storie e micro-storie illustrate dalla mostra, potrà così divenire meta di visite, rivolte anche a coloro che non avevano piena consapevolezza delle locali tracce del contemporaneo.
YVES KLEIN AL MONASTERO DI SANTA RITA
“Santa Rita da Cascia, Santa dei casi impossibili e disperati, grazie di tutto l’aiuto così grande, decisivo e meraviglioso che mi hai dato finora. Infinitamente grazie. Anche se non ne sono personalmente degno, aiutami ancora e sempre e nella mia arte e proteggi tutto ciò che ho creato affinché, nonostante me, sia tutto, sempre, di Grande Bellezza”. È un Yves Klein devoto e ispirato quello che scrive, intorno agli Anni Sessanta, questa preghiera alla Santa di Cascia. Incluso in mostra, il suo ex voto, in foglia e lingotti d’oro, documenta uno dei suoi cinque viaggi in Umbria. Un itinerario avviato nel luogo della spiritualità umbra per eccellenza, presente anche in altri episodi raccontati dalla mostra: Assisi, naturalmente, dove l’artefice del celeberrimo International Klein Bleu venne conquistato dai fondali blu degli affreschi di Giotto.
ARTE NELLO SPAZIO PUBBLICO
Vocazione e committenza, i due poli tematici di Unforgettable Umbria, non vanno intesi come “categorie rigide”, cui corrisponde una netta divisione nell’itinerario di visita. Quest’ultimo, piuttosto, è rafforzato da una propensione storica e rivela un interesse all’inclusione di alcune delle più significative esperienze artistiche del secolo scorso, nell’orizzonte locale. In questa ottica sono ovviamente immancabili le opere del “gigante” dell’arte umbra del Novecento, Alberto Burri, provenienti anche da collezioni private e collocate nella sala dedicata alle correnti degli Anni Sessanta e Settanta. Tuttavia, più che focalizzarsi sui nomi, sebbene siano oltre cinquanta gli artisti presenti, Unforgettable Umbria incoraggia a riconsiderare specifiche esperienze territoriali, in primis la vivacità culturale di Spoleto, trainata dalla spinta del Festival dei Due Mondi e dalla figura di Menotti. Rivolge inoltre specifica attenzione alle evoluzioni della scultura pubblica – da Staccioli a Pomodoro, fino a Pepper, per citare alcuni autori ‒ generosamente distribuite nell’intera regione e in grado di definire un percorso di scoperta autonomo e alternativo.
‒ Valentina Silvestrini
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