Le immagini del Canvas Bar firmato Bombay Sapphire a Palazzo Velli Expo di Roma

In occasione della campagna internazionale stir creativity (“mixa la creatività”), è stata presentata a Roma, dopo Londra e Milano, la campagna che mette insieme arte e mixology. Con l’opera dei Carnovsky.

Prendendo alla lettera la affascinante affermazione di Max Ernst secondo cui «Puoi bere le immagini con i tuoi occhi» il marchio di gin dalle origini inglesi e dal bouquet internazionale (ginepro e iris nella fattispecie italiani), si fa promotore di una combinazione o ‘comunione di amorosi sensi’ tra l’Arte e l’arte del bere. Dopo aver inaugurato a Londra nel 2018 e fatto tappa a Milano, è stata presentata a Roma la campagna Stir Creativity, dove stir, per chi non fosse addentro al mondo della mixology, richiama la miscelazione nel vocabolario del bartender. 

MECENATISMO CONTEMPORANEO A SUO DI GIN

Un canvas bar, questa la definizione che gli organizzatori amano utilizzare, un esperimento di mecenatismo contemporaneo, come si apprende dalle parole della brand manager Francesca Ratti. Il fine sembrerebbe quello di instaurare collaborazioni di qualità di mutuo racconto: da un lato gli artisti chiamati a intervenire raccolgono l’input del marchio e ne esplorano le suggestioni di viaggio, di sapore, di identità, dall’altro l’iniziativa sembra voler onorare attraverso la libertà di temi e forme artistiche la personalità di ogni individualità creativa coinvolta. Il richiamo è alle storiche partnership tra noti loghi e grafici, artisti, creativi che ne hanno cristallizzato l’estetica, a volte diventato il vero segno distintivo di una campagna e spesso decretandone la buona riuscita e la riconoscibilità. Il progetto in particolare si pone però maggiormente in posizione di scouting, quasi a voler creare una scuderia di artisti, più che trovarne uno che ne descriva lo spirito (letteralmente).L’apparizione romana del Canvas Bar sposa come progetto visuale il lavoro dei Carnovsky, duo di artisti/designer formato da Silvia Quintanilla(Colombia, 1979) e Francesco Rugi(Italia, 1977), attivo a Milano dal 2007. Il progetto più noto di Carnovsky è RGB. Per l’evento di BOMBAY SAPPHIRE presentano un pezzo della serie Landscapes, in particolare un lavoro intitolato Stir perspectives con la curatela di Stefania Ragusa.      

L’OPERA DEI CARNOVSKY

Tre fascinazioni paesaggistiche, come tre sono i livelli di lavorazione della tecnica RGB, che consiste nella sovrapposizione di 3 immagini diverse stampate nei colori primari. Le immagini risultanti dalla sovrapposizione di questi tre livelli sono inaspettate e stranianti. L’impatto generale è quello di un miscuglio di linee, di forme indistinguibili, che però si scindono e ammorbidiscono grazie ad un filtro rosso, blu o verde: ognuno di questi colori serve a far emergere uno dei tre livelli di cui è composta l’immagine generale. In una straniante, ma morbida alterazione dei sensi, le immagini descrivono storie che sembrano animarsi sulla parete, progressivamente da una sorta di incisione settecentesca che racconta quasi con frugalità una scena mediterranea, si passa a solcare i mari sotto le luci blu che portano a galla velieri e schiume d’onda, per finire nel trionfo della giungla indiana dai colori sgargianti, tutto tra gli aromi di ginepro, salvia, spezie e olii essenziali, che parallelamente nel gusto richiamano l’esperienza ottica. Le immagini.

– Ofelia Sisca

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