Suoni, rituali e sinestesie. Una mostra e un programma di incontri a Roma
Una mostra e un fitto programma di incontri per riflettere sul ruolo del rito e dell'ascolto nel mondo contemporaneo. Li cura Caterina Tomeo da Contemporary Cluster a Roma, negli spazi di Palazzo Cavallerini. Ecco qualche anticipazione.
Si intitola, programmaticamente, Ritualità e sinestesia, il ciclo di eventi che si svolgerà negli spazi di Contemporary Cluster a Palazzo Cavallerini. La rassegna, che si terrà con cadenza mensile da novembre a maggio, include talk, incontri, performance audiovisuali, vynil set e sleep concert. A cominciare dal prossimo 28 novembre, con la presentazione del volumeSonic Arts. Tra esperienza percettiva e ascolto attivo, ultima fatica della curatrice dell’evento, Caterina Tomeo, appena uscito per i tipi di Castelvecchi, un’antologia che racchiude un po’ tutti i temi chiave del ciclo: dal ruolo del suono nell’esperienza artistica alla relazione tra musica e immagini, fino all’indagine sulle nuove forme di ritualità contemporanea.
“La rassegna”, si legge nella presentazione,“nasce dall’assunto che il postmoderno sia stato caratterizzato dalla ‘sinergia tra lo sviluppo tecnologico e il ritorno di forme arcaiche’. Secondo lo studioso francese Michel Maffesoli, infatti, la società contemporanea è sempre più caratterizzata da micro aggregazioni sociali ‘in cui il sé si perde nell’altro e si scioglie nelle differenti tribù di cui fa parte’, con un ritorno dunque all’arcaico, alla proliferazione di forme di aggregazione neotribali, alla dimensione emozionale dell’esistenza”.
PER UN ASCOLTO ATTIVO
Al programma di incontri e performance, si affianca, tra il 10 gennaio e il 20 febbraio, un momento espositivo. La mostra, intitolata Active Listening, esplorerà, nello specifico, l’utilizzo del suono nell’ambito della sperimentazione artistica contemporanea, partendo da uno spunto storico, legato alle vicissitudini del luogo che la ospita. Palazzo Cavallerini, infatti, che si trova nel rione di Sant’Eustachio, fu costruito nel 1676 dal Cardinale Giangiacomo Cavallerini, da cui prende il nome, e successivamente fu acquistato dalla famiglia bergamasca dei Lazzaroni. Nel XVIII secolo la funzione del Palazzo fu destinata a uso pubblico, grazie a Pasquale di Pietro che acquistò lo spazio nel 1784, trasformandolo nella prima scuola per sordomuti d’Italia. Il progetto espositivo, quindi, ruota attorno a questa idea della “rieducazione all’ascolto” in un mondo in cui è la vista il senso principe e in cui siamo sempre sommersi da un eccesso di stimoli.
Le opere in mostra, firmate da quattro artisti italiani – Francesco Cavaliere, Simone Pappalardo, Roberto Pugliesee Nicola Ratti– si confronteranno con gli spazi storici del palazzo attraverso la costruzione di opere multimediali e multisensoriali, con l’obiettivo di stimolare diversi stati di coscienza. Parteciperà poi al progetto espositivo anche Daniela Gentile, studentessa del biennio in Multimedia Arts and Design di RUFA – Rome University of Fine Arts, diretto dalla stessa Tomeo, vincitrice del bando di residenza artistica presso lo Spatial Sound Institute di Budapest.
– Valentina Tanni
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