Grand Tour d’Italie a L’Aquila: gli artisti e i temi centrali del quarto appuntamento
L’identità di genere, le forme di coabitazione, la natura e l’allarme climatico: sono solo alcuni dei temi affrontati dagli artisti, incontratisi per la quarta volta con alcune istituzioni internazionali nel capoluogo abruzzese.
La terza edizione del Grand Tour d’Italie è stata presentata a Bologna, da sempre crocevia di universitari e promotrice di iniziative culturali, e a L’Aquila che, a dieci anni dal fenomeno distruttivo del sisma, continua a rimboccarsi le maniche per una ricrescita ed ospiterà la nuova sede del MAXXI all’interno dello storico Palazzo Ardinghelli. Il programma è stato promosso dal Ministero dei Beni Culturali, in particolare dalla Direzione Generale Creatività contemporanea e Rigenerazione Urbana, con l‘obiettivo di creare una propizia occasione d’incontro tra artisti italiani mid-career e rappresentanti (direttori e curatori) di istituzioni internazionali promotrici di residenze artistiche all’avanguardia ed iniziative sperimentali. Artribune è stata invitata a prendere parte al quarto incontro, tenutosi il 15 novembre, a porte chiuse, nella biblioteca dell’Accademia di Belle Arti aquilana.
GLI ARTISTI DEL GRAND TOUR D’ITALIE
Il duo Grossi Maglioni composto da Francesca Grossi e Vera Maglioni, rappresentato da AlbumArte, promuove pratiche di arte relazionale, attraverso performance ed installazioni. Il progetto Occupazioni è nato nello spazio occupato di una palestra scolastica a Casalbertone ed indaga il potenziale umano nel trasformare luoghi e creare comunità. Alcune tematiche ricorrenti sono il rifugio, il potere dello sguardo, le interazioni tra individui, la maternità e la crescita. Sempre promosso tramite laboratori e progetti ove la contingenza, il rapporto diretto, senza filtri, con il pubblico si rivela ingrediente essenziale alla creazione, il lavoro di Sara Basta invita a riflettere su alcune tematiche universali come l’identità di genere, l’educazione, il linguaggio. Con la performance, il disegno, il libro d’artista e il ricamo proliferano connessioni e si lavora alla messa a punto di un pensiero che abbatta pregiudizi e barriere debilitanti. Simone Cametti, artista della scuderia di Francesca Antonini, interviene direttamente sulla natura, evidenziando la nostra percezione del territorio, soprattutto orografico, e come le nostre azioni, anche minime, possano influire positivamente nel rispetto delle risorse paesaggistiche. Nell’ex Colonia Eni di Corte di Cadore dove Dolomiti Contemporanee porta avanti il programma di residenze d’artista, Simone costruisce Casa Cametti utilizzando gli ex uffici dirigenziali e portando al loro interno luce, gas e i mobili realizzati da Edoardo Gellner, architetto della Colonia. In Sguardo su Vaia (all’indomani della devastazione che ha abbattuto la foresta di alberi) usa 40 metri di tubi neon e li colloca sul tronco di un albero morto, accendendo la ferita circostante. Bivacchi prende in considerazione due rifugi sulla piana di Amatrice, distanti 40 km e punta a metterli idealmente in comunicazione, grazie al ruolo vivificatore della luce. Durante la performance del prossimo giugno verrà creato un impianto fotovoltaico sopra le tettoie dei fabbricati che ospiteranno due artisti in residenza. Luca Coclite concepisce le proprie opere come spazi fittizi, paesaggi naturali riflessi nel medium fotografico o nel formato video. La distesa del mare e l’orizzonte costituiscono nuclei di indagine che tornano frequentemente, rivestendosi di significati metaforici e narrativi ogni volta inediti.
LA NATURA NEL LAVORO DI LUANA PERILLI
Il lavoro di Luana Perilli si muove tra natura e cultura, l’artista studia dal 2011 la sociobiologia, scienza che si pone a metà tra le scienze umane e la biologia. Il mondo animale presenta una complessità di linguaggio e il formicaio incarna una sorta di utopia/distopia sociale. “La colonia rappresenta un super-organismo, per di più è un organismo pluricellulare composto da tanti organismi, basa la sua esistenza su una generosità radicale e si è evoluta grazie alla persistenza di un tratto comportamentale”, ci spiega l’artista, “in un periodo di sfiducia politica come quello che stiamo vivendo, mi interessava ricercare le risposte fornite dalla natura. Ho esaminato specie diverse, che praticano agricoltura e tessitura, confrontandomi spesso con mirmecologi”. Il più grosso negozio di formiche tropicali d’Europa si trova a Berlino, le formiche sono utilizzate come pets e si possono allevare in cattività. In Leo-streben viene utilizzato un doppio canale: il primo mostra un movimento ascensionale sportivo, il free-climbing su un ex bunker nazista, il secondo un gruppo di formiche che, vagando su un vaso di rose, ne staccano e sminuzzano i petali al fine di nutrire un fungo simbiotico che convive con la colonia. Vengono mostrati due atti trasformativi: le formiche praticano l’agricoltura e le rose vengono tramutate in coltivazione, d’altra parte il bunker rappresenta un oggetto difficile, affiancandosi alle abitazioni non poteva essere abbattuto, viene realizzata così una palestra a cielo aperto, “violentando” l’idea stessa di bunker, “prima erano evidenti le crepe delle bombe ora vi sono grip colorate, è stata effettuata un’operazione estetica”, conclude. Una voce racconta la propria eredità: è quella del fotografo Massimo Piersanti che, come il padre di Luana, pur avendo un genitore tedesco, non poteva imparare la lingua mitteleuropea essendo nato a Roma nel delicatissimo periodo del dopoguerra.
IN MARE APERTO CON MARIAGRAZIA PONTORNO
Colpisce il commuovente progetto Everything I Know, dove l’essenza coincide con la conoscenza, il nostro bagaglio intellettivo: Mariagrazia Pontorno, imbarcatasi su una nave cargo, ha seguito le orme di Leopoldina d’Austria. È possibile rivivere le giornate in mare aperto grazie al diario di borgo dell’artista, un’agenda regalata da Moleskine Foundation (sponsor del viaggio), all’interno troviamo due monocromi al giorno, realizzati osservando il mare e il cielo, i loro giochi di specchio, celeste, azzurro e polvere d’oro per le stelle. Sembra di essere in balia delle onde, piacevolmente ci si lascia andare, cullati e scombussolati. A farle compagnia una troupe di compagni “un equipaggio virtuale”: libri, foto ed opere donate da artisti, Bianco Valente, Davide Dormino, Cesare Pietroiusti, Sara Enrico. Leopoldina d’Austria, donna colta, esperta di scienze naturali, si diresse nel 1817 alla volta di Rio de Janeiro per sposare Don Pedro di Bragança, Principe ereditario del Brasile e del Portogallo, portando con sé botanici, tassidermisti, pittori al fine di documentare e studiare il paesaggio e la situazione brasiliana.
L’EMERGENZA AMBIENTALE NELL’OPERA DI ANDRECO
Andreco, dottore in Ingegneria Ambientale, sin dal 2000 prova a sensibilizzare e costruire consapevolezza riguardo il cambiamento climatico mediante azioni artistiche mirate. Climate 04 sull’innalzamento del livello del mare, unico murales presso la stazione di Santa Lucia a Venezia, è stato utilizzato da alcune riviste scientifiche per spiegare le conseguenze del fenomeno in maniera lampante ed efficace. L’arte e la scienza compiono uno sforzo condiviso, quali strumenti indispensabili capaci di reagire ad uno stato di fatto che non è più possibile ignorare: Andreco porta avanti le Nature Based Solutions e la Phyto-remediation, piantando felci e canapa sativa – utili a scomporre le molecole di metalli pesanti e PCB – affinché il territorio venga bonificato dalla presenza nociva di sostanze inquinanti. Si passa dalla manifestazione di dissenso al gesto costruttivo-sovversivo infatti le piante “stanno” all’ecosistema allo stesso modo dei rivoluzionari alla società, come lo stesso artista suggerisce tramite il titolo di una sua opera. In Climate 05 – Reclaim Air and Water in Delhi l’artista utilizza un inchiostro ricavato dallo smog per realizzare un murales di 300 metri quadri e denunciare l’inquinamento atmosferico della città, mettendo in evidenza alcuni controsensi: la civiltà indiana, pur venerando Yamuna e Gange come luoghi sacri, non riesce ad evitare che siano fiumi letalmente inquinati.
ISTITUZIONI INTERNAZIONALI INVITATE AL GRAND TOUR D’ITALIE
CAPC Musée d’art contemporain de Bordeaux (Bordeaux – Francia), Frame (Helsinki-Finlandia), Istanbul Modern (Istanbul – Turchia), Maumaus (Lisbona – Portogallo), Museo de Artes Plasticas Eduardo Sìvori (Buenos Aires – Argentina), Nirox Foundation (Johannesburg – Sudafrica), NTU Center for Contemporary Art Singapore (Singapore), Rotor (Graz – Austria), RUPERT (Vilnius – Lituania), Sazmanab, (Tehran – Iran).
-Giorgia Basili
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