Uffizi: si dimette Comitato Scientifico in polemica con Schmidt per Raffaello prestato a Roma
Bufera sulla grande mostra per il cinquecentenario della morte di Raffaello in arrivo alle Scuderie del Quirinale: il comitato scientifico degli Uffizi si è dimesso per il ritratto di Leone X, considerato inamovibile, e prestato dal suo direttore
La grande mostra su Raffaello deve ancora inaugurare ed è già polemica. È, infatti, in programma a partire dal prossimo 5 marzo alle Scuderie del Quirinale un’importante retrospettiva sull’artista urbinate da lasciare a bocca aperta, per il numero e la qualità delle opere, tanto da aver registrato un record di prevendite con oltre 60mila biglietti venduti e con richieste provenienti da tutto il mondo.
LE MOTIVAZIONI DELLE DIMISSIONI
Ma la notizia del giorno è un’altra: il comitato scientifico degli Uffizi – museo prestatore di molti dei lavori esposti a Roma – si è dimesso in blocco per il ritratto di Leone X di Raffaello, considerato inamovibile, e invece dato in prestito dal direttore Eike Schmidt a questa mostra, della quale gli Uffizi sono co-organizzatori, che costituisce l’apice delle celebrazioni mondiali per i 500 anni dalla scomparsa dell’urbinate e rappresenta l’evento di punta del programma approvato dal Comitato Nazionale appositamente istituito dal Ministro Dario Franceschini e presieduto da Antonio Paolucci. “Il Comitato Scientifico delle Gallerie degli Uffizi era impegnato da mesi nella redazione di due liste di opere inamovibili, una per quelle appartenenti al fondo principale dei vari musei delle Gallerie, l’altra per quelle fragili sul piano conservativo”, scrivono i dimissionari Fabrizio Moretti, Donata Levi, Tomaso Montanari e Claudio Pizzorusso in una lettera agli enti che li hanno nominati, Ministero dell’Università e Comune di Firenze, riportata da Repubblica.
LE DICHIARAZIONI
“Siamo perfettamente consapevoli della funzione consultiva del Comitato, ma constatiamo che tenerci occupati per mesi nella discussione di liste che rimangono platealmente inapplicate vanifica l’esistenza stessa del Comitato. Pertanto oggi ci troviamo costretti a prendere atto della situazione e dunque a rassegnare le nostre dimissioni”. Schmidt, dal canto suo, rivendica la bontà della sua scelta che imputa a una questione di patriottismo, “la lista degli inamovibili fu stesa in chiara risposta all’articolo 66 comma 2 codice dei beni culturali , che disciplina l’esportazione dei beni artistici fuori dal territorio a nazionale. Roma non solo si trova all’interno dell’Italia, ma ne è la capitale“, e di buone condizioni del dipinto, per giunta reduce da un restauro di tre anni presso l’Opificio delle Pietre Dure (sostenuto da Lottomatica), fatto proprio in previsione delle celebrazioni per il cinquecentenario della morte dell’artista nel 2020 e della mostra: eventi di cui il Comitato Scientifico non poteva essere all’oscuro. Dimissioni che suonano, quindi, come un pretesto per ottenere qualcos’altro, come dimostra la chiosa finale della lettera dei dimissionari. “Pensiamo che le dimissioni collettive del Comitato del più importante museo italiano renda ineludibile un ripensamento e una ridefinizione del ruolo dei Comitati Scientifici nel governo dei musei autonomi“.
-Claudia Giraud
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