Arte & ambiente in 17 date
Nella settimana dedicata al clima, con la Giornata della Terra del 22 aprile a fare da traino, ripercorriamo la storia del legame fra arte e natura in 17 tappe.
![Arte & ambiente in 17 date](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2020/04/Mel-Chin-in-collaborazione-con-Rufus-Chaney-Revival-Field-1991-ongoing-1024x655.jpg)
1965 ‒ TIME LANDSCAPE
![Alan Sonfist, Time Landscape, 1965 present © Alan Sonfist 2018](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2020/04/Alan-Sonfist-Time-Landscape-1965-present-%C2%A9-Alan-Sonfist-2018.jpg)
Alan Sonfist, Time Landscape, 1965 present © Alan Sonfist 2018
All’età di 19 anni, l’artista Alan Sonfist inizia a concepire e disegnare la sua idea per Time Landscape, un monumento vivente all’ecosistema primordiale dell’isola di Manhattan. Dopo diversi tentativi, l’opera verrà realizzata solo nel 1978.
1968 ‒ EARTH WORKS
![Robert Morris, Earthwork, 1968, Dwan Gallery, New York](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2020/04/Robert-Morris-Earthwork-1968-Dwan-Gallery-New-York.jpg)
Robert Morris, Earthwork, 1968, Dwan Gallery, New York
La mostra Earth Works alla Dwan Gallery di New York riunisce lavori di Walter De Maria, Richard Long, Robert Morris, Dennis Oppenheim, Robert Smithson e altri, segnando l’inizio della corrente che diventerà nota come Land Art.
1969 ‒ WOODSTOCK
![Buster Simpson](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2020/04/Buster-Simpson.jpg)
Buster Simpson
Quello che diventerà l’evento musicale più famoso al mondo nasce come fiera dell’arte e della musica e a dirigere il programma d’arte c’è un ancora sconosciuto Buster Simpson, poi riconosciuto come uno dei fondatori dell’arte ambientale. La sua iniziale proposta, poi bocciata, è di coprire gli alberi locali con coperte termiche.
1970 ‒ SURVIVAL PIECES
![Helen & Newton Harrison, Portable Fish Farm. Survival Piece # 3, 1971](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2020/04/Helen-Newton-Harrison-Portable-Fish-Farm.-Survival-Piece-3-1971.jpg)
Helen & Newton Harrison, Portable Fish Farm. Survival Piece # 3, 1971
Helen e Newton Harrison iniziano la serie Survival Pieces. La terza opera della serie, Portable Fish Farm, realizzata nel 1971 per una mostra alla Hayward Gallery di Londra, suscita polemiche e proteste sul trattamento dei pesci che sono parte dell’installazione.
1973 ‒ HOMMAGE À GUSTAV MAHLER
![NILS UDO, Hommage à Gustav Mahler, 1973](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2020/04/NILS-UDO-Hommage-%C3%A0-Gustav-Mahler-1973.jpg)
NILS UDO, Hommage à Gustav Mahler, 1973
L’artista tedesco NILS-UDO realizza Hommage à Gustav Mahler spiegando che l’opera, composta e installata senza l’aiuto di alcun mezzo meccanico, è destinata a scomparire e a essere reinglobata nella natura.
1978 ‒ OCEAN LANDMARK
![Betty Beaumont, Ocean Landmark, 1978](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2020/04/Betty-Beaumont-Ocean-Landmark-1978.jpg)
Betty Beaumont, Ocean Landmark, 1978
Per il suo Ocean Landmark la canadese Betty Beaumont trasforma 500 tonnellate di carbone di scarto in un giardino sottomarino per la riproduzione di flora e fauna marittime al largo di Long Island. L’opera esiste ancora oggi.
1982 ‒ 7.000 OAK TREES
![Joseph Beuys, 7000 Oak Trees, 1982](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2020/04/Joseph-Beuys-7000-Oak-Trees-1982.jpg)
Joseph Beuys, 7000 Oak Trees, 1982
In occasione di Documenta 7, Joseph Beuys realizza 7.000 Oak Trees e pianta 7mila querce in giro per la città di Kassel.
1982 ‒ WHEATFIELD – A CONFRONTATION
![Agnes Denes, Wheatfield - A Confrontation. Battery Park Landfill, Downtown Manhattan - The Harvest, 1982 © Agnes Denes. Courtesy Leslie Tonkonow Artworks + Projects, New York](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2020/04/AGNESD2.jpg)
Agnes Denes, Wheatfield – A Confrontation. Battery Park Landfill, Downtown Manhattan – The Harvest, 1982 © Agnes Denes. Courtesy Leslie Tonkonow Artworks + Projects, New York
Nel corso di diversi mesi, l’artista di origini ungheresi Agnes Denes semina e coltiva un campo di grano su un lotto ricavato da terre di scavo nella parte più meridionale dell’isola di Manhattan.
1991 ‒ REVIVAL FIELD
![Mel Chin in collaborazione con Rufus Chaney, Revival Field, 1991 ongoing](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2020/04/Mel-Chin-in-collaborazione-con-Rufus-Chaney-Revival-Field-1991-ongoing.jpg)
Mel Chin in collaborazione con Rufus Chaney, Revival Field, 1991 ongoing
In collaborazione con l’agronomo Rufus Chaney, l’artista Mel Chin inizia a scolpire con le piante il paesaggio di una ex discarica nel Minnesota. La vegetazione utilizzata è in grado di estrarre i metalli dal terreno contaminato, provando l’efficacia di una bonifica ambientale a basso impatto e costi ridotti.
1992 ‒ ARTE ECOLOGICA
![Il catalogo della mostra Fragile Ecologies. Contemporary Artists' Interpretations and Solutions (1992)](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2020/04/Il-catalogo-della-mostra-Fragile-Ecologies.-Contemporary-Artists-Interpretations-and-Solutions-1992.jpg)
Il catalogo della mostra Fragile Ecologies. Contemporary Artists’ Interpretations and Solutions (1992)
Nel catalogo della mostra Fragile Ecologies: Contemporary Artists’ Interpretations and Solutions, la storica dell’arte Barbara Matilsky per la prima volta stabilisce la differenza tra arte ecologica e arte ambientale, chiarendo che la prima sarebbe eticamente motivata.
2002 ‒ ECOVENTION
![Il catalogo della mostra Ecovention. Current Art to Transform Ecologies (2002)](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2020/04/Il-catalogo-della-mostra-Ecovention.-Current-Art-to-Transform-Ecologies-2002.jpg)
Il catalogo della mostra Ecovention. Current Art to Transform Ecologies (2002)
Il Contemporary Arts Center di Cincinnati ospita la mostra Ecovention: Current Art to Transform Ecologies, a cura di Sue Spaid e Amy Lipton. Il titolo unisce le parole ecologia e intervento, a indicare progetti che utilizzano strategie e tecnologie innovative per trasformare l’ecologia locale. Il catalogo della mostra, accessibile gratuitamente online, diventerà il testo di riferimento per l’arte ecologica.
2009 ‒ COP15
![COP15, 2009. Photo Johannes Jansson - Creative Commons Attribution 2.5 Denmark](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2020/04/COP15-2009.-Photo-Johannes-Jansson-Creative-Commons-Attribution-2.5-Denmark.jpg)
COP15, 2009. Photo Johannes Jansson – Creative Commons Attribution 2.5 Denmark
A Copenhagen, la 15esima Conferenza delle Parti delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici si apre tra grandi speranze. L’arte ha un ruolo da protagonista in città, dove si incontrano decine di opere proposte sia dagli organizzatori del summit che dai tanti attivisti arrivati da tutto il mondo.
2012 ‒ WAITING FOR CLIMATE CHANGE
![Isaac Cordal, Waiting for Climate Change, 2012](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2020/04/Isaac-Cordal-Waiting-for-Climate-Change-2012.jpg)
Isaac Cordal, Waiting for Climate Change, 2012
Lo street artist spagnolo Isac Coordal inizia la serie che lo renderà riconoscibile in tutto il mondo, facendo dei suoi omini in salvagente un simbolo dell’urgenza della crisi ambientale.
2014 ‒ ICE WATCH
![Olafur Eliasson, Ice Watch, Bankside, Londra 2018. Photo Justin Sutcliffe](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2020/04/Olafur-Eliasson-Ice-Watch-Bankside-Londra-2018.-Photo-Justin-Sutcliffe.jpg)
Olafur Eliasson, Ice Watch, Bankside, Londra 2018. Photo Justin Sutcliffe
L’ultima variazione sul tema dello scioglimento dei ghiacci, ricorrente nel lavoro di Olafur Eliasson, è un’installazione in cui blocchi di ghiaccio della Groenlandia sono disposti a forma di orologio in una piazza di Copenaghen, in occasione della pubblicazione del quinto rapporto annuale sui cambiamenti climatici dell’IPCC.
2016 ‒ CLIMATE MUSEUM
![Climate Museum, New York. Photo Elizabeth Ibarra](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2020/04/Climate-Museum-New-York.-Photo-Elizabeth-Ibarra.jpg)
Climate Museum, New York. Photo Elizabeth Ibarra
Nasce a New York il Climate Museum, il primo museo al mondo dedicato ai cambiamenti climatici e a soluzioni creative per contrastarli. Il museo non ha una sede permanente, ma promuove attività itineranti, come la mostra Climate Signals con cui, nel 2018, l’artista Justin Brice Guariglia installa in giro per la città una serie di segnali di allerta come quelli delle autostrade con messaggi sul climate change.
2017 ‒ SUPPORT
![Lorenzo Quinn a Venezia nel 2017](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2019/05/Copia-di-Loernzo-Quinn-a-Venezia-nel-2017.jpg)
Lorenzo Quinn a Venezia nel 2017
In occasione della Biennale di Venezia, lo scultore italo-americano Lorenzo Quinn fa uscire dall’acqua del Canal Grande due gigantesche mani di resina bianca che si aggrappano alla facciata dell’Hotel Ca’ Sagredo. Il messaggio è chiaro: il pericolo è imminente, riuscirà l’uomo a salvarsi?
2019 ‒ COP25
![Alcuni dei poster della mostra 25x25 allestita in occasione di COP25 a Madrid](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2020/04/Alcuni-dei-poster-della-mostra-25x25-allestita-in-occasione-di-COP25-a-Madrid.jpg)
Alcuni dei poster della mostra 25×25 allestita in occasione di COP25 a Madrid
La 25esima Conferenza delle Parti delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici segna un definitivo riavvicinamento all’arte con la mostra 25×25, che riunisce poster commissionati per la conferenza a venticinque noti artisti internazionali.
‒ Maurita Cardone
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #54
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LE PUNTATE PRECEDENTI
EARTH DAY #1 ‒ Intervista a Marco Scotini
EARTH DAY #2 – Intervista ad Agnes Denes
EARTH DAY #3 – Arte e clima
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