Connessioni dell’adesso. Chakra, Coronavirus e tempo presente
L’artista Laura Cionci sottolinea l’importanza, in un momento come questo, di vivere il presente e immergersi in se stessi. Innescando un parallelismo fra il temuto Corona e il settimo chakra, la corona, appunto.
Scorgo da lontano una miriade di fili ingarbugliati che girano in tondo, sono i pensieri ancora una volta omologati a un passato che non ci appartiene più. Un esternare e basta. Si hanno opinioni irremovibili e assolutamente ci si sente nello spazio di dire chi sbaglia e cosa è sbagliato. Insomma, fondamentale dire e ripetere ciò che non va. Quando riversiamo tutto verso l’esterno e svuotiamo noi stessi sull’altro o verso qualcosa, cosa rimane dentro? Quando analizziamo gli altri, che cosa cambia in noi? Il punto è: che scelta fai per te stesso? Dovrebbe essere sicuramente la migliore. Non si sceglie il peggio per se stessi. Chi può darmi il meglio se non io? Perché insisto a guardare fuori e non curo me stesso?
Voglio vivere questo momento nel miglior modo possibile. Se la forma verso l’altro mi appaga, quale potrebbe essere la mia e come mi appagherebbe? Ora lavoro sulla mia azione e questa azione è rivolta verso di me. Creo un pensiero e questo pensiero è rivolto a me, come sento il benessere, cosa mi fa amare me stesso. Cosa realmente cambia nello spingersi fuori a codificare il comportamento altrui in questo momento? L’azione automatica quotidiana esterna non ha più senso di esistere. Attenzione, non sto parlando di cosa potremmo fare, come dovremmo comportarci in futuro. No. Io sto parlando di adesso. Posso stare in me e stando in me sarò in grado di aiutare l’altro. Lavorare sulla mia persona amplifica il mio potere e questa forza, anche se lontana fisicamente da altri, arriva. Che cosa c’è fuori, quali sono le riflessioni… beh, in questo momento voglio avere chiare le mie. Non c’è forma di amore più grande che amare se stessi per poi poter dare al prossimo. Non riesco ad affrontare il futuro. Sarò esagerata ma non voglio farlo, perché brucerei uno dei pochi momenti che la vita mi ha permesso di avere per pensare solo a me e ora. Sono al presente, il mio viaggio è nel presente.
Io non credo alle casualità. E come sono certa che non esiste la casualità, allo stesso modo sono certa dell’importanza della parola. La parola crea una vibrazione che modifica l’aspetto cellulare. La parola ha un significato profondo e forse lo è ancora di più quando raccoglie qualcosa di importante per un lungo periodo. Globale.
IL CHAKRA DELLA CORONA
Come la parola “corona”. Che enorme e sconfinato cambio di identità questa parola ha oggi. Guardiamola da un punto di vista energetico. Usiamo il microcosmo/macrocosmo, parliamo dei chakra del corpo che rispecchiano anche tutto il nostro mondo circostante. Interessiamoci del settimo chiamato chakra della corona. L’ultimo dei sette punti energetici dell’essere umano, è posto sulla sommità del capo. È la porta d’ingresso dell’energia vitale che alimenta il corpo in tutte le sue dimensioni. È la diretta connessione col divino, il centro energetico dell’intuizione, del regno mistico, dello spazio spirituale.
Il settimo chakra viene anche connesso a un sacramento e a una sefirah. La sefirah del settimo chakra si chiama keter, che significa corona. Le tradizioni spirituali orientali si riferiscono a questo chakra come al chakra della corona, come se globalmente, attraverso la presenza di un virus e del suo nome, il mondo fosse entrato nella fase del settimo chakra, l’ultimo, il più alto, lo spirituale, il bivio. Il sacramento correlato a questo chakra è l’estrema unzione. Il virus è chiaramente associato alla morte, ma soprattutto, alla paura della morte che genera panico, il vero nemico di quest’ultima società “immortale”.
A livello simbolico rappresenta una sorta di recupero sulle “questioni irrisolte” o su strade diverse che avremmo potuto prendere, una sensazione di inadeguatezza che si può acquietare riuscendo ad accettare le scelte fatte e abbandonando i “se” e i “ma”, in forma intima e personale, quindi individuale, ma possiamo parlare anche di una resa dei conti collettiva e globale. A un certo punto della nostra vita dobbiamo scegliere, siamo a un bivio, probabilmente avremo il rimpianto ma dobbiamo lasciar “morire” quella parte che sarebbe andata nell’altra direzione per scegliere come proseguire.
Qui la morte si riferisce a una trasformazione radicale, a una scelta che condiziona profondamente la nostra vita. In questa scelta quanto meno mi aggrappo alla parte materiale (passato, società, pensiero verticale) e più riesco ad accettare e comprendere keter (corona) la parte più spirituale cioè il virus invisibile. Questo senso di spiritualità non parla di religione (interpretata come esterno, forma collettiva di ragionare del passato rivolto verso fuori), ma è assolutamente individuale (interna, profonda, intima, nuova). A ogni chakra è associato anche un momento temporale, per il settimo è vivere il momento presente. Solo nel presente posso essere cosciente di comprendere una spiritualità individuale, inspiegabile all’altro, non verbale.
ACCETTAZIONE E RITORNO
Questa ricerca e questa connessione verso la nostra parte mistica, più intima, destabilizza, sconvolge. L’entità superiore dell’essere scopre totalmente ogni punto debole che bisogna accettare, si deve affondare nella palude per scoprire il tesoro che è sommerso sotto. Quanto lavoro c’è da fare. Bisogna sfruttare ogni singolo momento di questa incredibile situazione. Non ci possono essere distrazioni infatti, il mondo è fermo per noi. Allora si affonda e ci si immerge dentro se stessi per essere pieni quando si dovrà tornare. Ci studiamo, perché questo è il momento globale del settimo chakra della terra, non geografico ma temporale. Un tempo che ci chiede uno spazio etereo e non materiale. L’asse continuerà a spostarsi verso quella dimensione, sta a noi scegliere se seguirlo oppure no.
‒ Laura Cionci
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