Da Rutelli a Morassut: il futuro della Capitale al centro di Visioni Romane
Ecco le prime cinque video conversazioni del progetto “Visioni Romane”, ideato e curato dal giovane studio di architettura TA.R.I-Architects per stimolare un dibattito a più voci sulla condizione dell’architettura della Capitale e per discutere sul ruolo dell’architettura nella società contemporanea
Roma è sinonimo di complessità, stratificazioni, contraddizioni, unicità, eternità. In alcuni suscita stupore ed entusiasmo; in altri struggimento, amarezza e, talvolta, rabbia. Da sempre, insomma, genera sentimenti contrastanti, alimentando dibattiti, speranze e visioni. Proprio quest’ultima parola è stata scelta dallo studio di architettura TA.R.I-Architects per il format nato durante il lockdown e dedicato alla Capitale. Intergenerazionale, interdisciplinare, concepito per accogliere più voci e analizzare la città e il suo destino non solo dal punto di vista dell’architettura e della trasformazione del tessuto urbano, Visioni Romane sta riunendo una pluralità di soggetti ed esperienze in una serie di conversazioni video, da maggio disponibili sul canale YouTube Artribune, sulla pagina Facebook Artribune TV e sul profilo Facebook dell’iniziativa. Peculiare la struttura di ogni episodio: moderate e introdotte da Marco De Donno, tra gli autori dell’area architettura di Artribune, le conversazioni prevedono la presenza di un ospite, legato a vario titolo alla città, che si interfaccia con Marco Tanzilli di TA.R.I-Architects, con il professor Alfonso Giancotti dell’Università La Sapienza e, a rotazione, con i membri di giovani studi di architettura attivi nel nostro Paese e all’estero. Passando dal video alla dimensione offline, il progetto Visioni Romane rientra in un più vasto percorso di analisi di Roma intrapreso da tempo da TA.R.I-Architects, in cui è inclusa anche una prossima mostra sui siti “intoccabili” della città e sul loro potenziale rimasto inespresso. Almeno, fin qui.
– Valentina Silvestrini
https://www.facebook.com/VISIONIROMANE/
VISIONI ROMANE, EPISODIO 1 – ROBERTO MORASSUT
“La fragilità, la complessità di Roma sono parte della sua bellezza, che è nel suo paesaggio e nelle sue stratificazioni storiche e architettoniche. La parola Roma è una delle poche che vengono immediatamente comprese in tutto il globo”, afferma Roberto Morassut, Sottosegretario di Stato per l’Ambiente e la tutela del territorio e del mare nel Governo Conte II, già Assessore all’Urbanistica del Comune di Roma. Eppure, “il tema di Roma è molto difficile per il dibattito politico nazionale; c’è un imbarazzo sulla questione della Capitale. In questi ultimi tempi mi sono molto speso perché a Roma sia finalmente riconosciuta la possibilità di svolgere appieno la funzione di Capitale e di affrontare le enormi complessità che derivano dall’essere una città mondiale”. Sollecitato dagli architetti Roberto Pantaleoni del collettivo Orizzontale, dal professor Alfonso Giancotti dell’Università La Sapienza e dallo stesso Tanzilli, anche su questioni inerenti l’articolato impianto normativa vigente, Morassut indica tra le priorità “un grande intervento sull’amministrazione pubblica e comunale di ricostruzione di una capacità tecnica, non espressa attraverso settori, ma attraverso l’interdisciplinarietà. In questo è molto importante il rapporto con le università, le accademie, la costruzione di protocolli che aiutino l’amministrazione a posizionarsi in una maniera più avanzata. È un campo ancora tutto da percorrere.” Due, infine, i progetti capitolini “abbandonati” in merito ai quali Morassut confessa di sentirsi “molto addolorato. Una è la vicenda dei Mercati Generali all’Ostiense; l’altra è Tor Vergata. Due segni nella città, che possono segnare il suo degrado o la sua rinascita”.
VISIONI ROMANE, EPISODIO 2 – MOGOL
È disagio, insieme a storia e bellezza, una delle tre parole con cui Mogol descrive la sua percezione di Roma: “da una parte mi consola la bellezza delle varie opere d’arte. Dall’altra parte non trovo parcheggio!”. Nel suo intervento, affiancato anche da Marco Alì dello studio MRC Architetti, il noto autore musicale si concentra su alcuni annosi problemi della Capitale, dal traffico ai parcheggi, fino alla qualità dell’aria, esprimendo tutta la sua fiducia in merito al loro superamento, in nome di un miglioramento della vita quotidiana dei romani e di chi, come lui, pur avendo scelto di risiedere altrove – “tra le foreste dell’Umbria” – frequenta e conosce bene la città. Mogol, inoltre, illustra un suo progetto risalente a “trenta, forse anche quaranta anni fa”, all’epoca presentato agli assessori all’urbanistica di diverse città italiane. L’idea era proporre “parchi e parcheggi tutto intorno al centro abitato, con vie abilitate alla percorrenza delle sole biciclette e altre per i mezzi pubblici”, in modo tale “da rendere davvero vivibili le città. Noi amanti dell’architettura dobbiamo sempre tener presente la vivibilità. È fondamentale”.
VISIONI ROMANE, EPISODIO 3 – CLAUDIA GERINI
Tra le attrici del panorama cinematografico contemporaneo, Claudia Gerini in questi anni ha interpretato ruoli femminili legati ad aspetti, talvolta estremi, della “romanità”. Prima donna ospite dal format, nel suo contributo paragona la Capitale a una “madre”, in grado di ispirarla. “Mi riscopro ancor più innamorata di Roma più divento grande, più la vessano, più la vedo trascurata”. Nella conversazione con lei, alla quale ha preso parte anche Caterina Cappello dello studio Bianco Architects, viene preso in esame anche il potere del cinema nella percezione e nella costruzione dell’immagine di una città: da La grande bellezza a Suburra, fino ai capolavori del Novecento. Eppure, secondo Gerini, ancora non c’è un’opera cinematografica in grado di restituire con pienezza la fase storica che la Capitale sta vivendo.
VISIONI ROMANE, EPISODIO 4 – JAGO
A Roma “so cosa andare a vedere; so cosa ignorare ed evitare di guardare”, confessa lo scultore Jago, che racconta di dovere a sua madre la conoscenza della città, dei suoi musei e monumenti e la progressiva consapevolezza della sua incomparabile bellezza. “Roma ha sempre tanto da dare, non ha esaurito i suoi discorsi, continua a raccontare. Roma è una destinazione fondamentale del mio lavoro”, afferma ancora l’artista, che in questa conversazione prende anche posizione sul rapporto tra conservazione e innovazione, in un’ottica non solo capitolina, rispondendo alle domande di Fabrizio Lorenzetti dello studio THEN Architecture. Ricorda, infine, il progetto per un’opera monumentale che avrebbe dovuto vedere la luce qualche anno fa a Testaccio. Un’occasione poi sfumata, che dovrebbe prendere forma in Brasile nel prossimo futuro.
VISIONI ROMANE, EPISODIO 5 – FRANCESCO RUTELLI
“Roma rappresenta l’unico fenomeno al mondo di città che è talmente stratificata per la sua struttura urbana – costruzioni, distruzioni, ricostruzioni, risemantizzazioni, trasformazioni e sciagure – da essere una città effettivamente eterna. Città mondiale, come non ve ne sono altre. L’unica ad avere una vocazione pluriuniversale. Dunque è impossibile parlarne circoscrivendo l’analisi al tempo corrente. Anche la progettazione della novità a Roma esige di partire da questi suoi caratteri unici”. È un ritratto appassionato, fin dalle prime battute, quello tratteggiato da Francesco Rutelli della città di cui è stato Sindaco, denso di storia, riflessioni e prospettive per il futuro. Tre i casi importanti di trasformazioni urbane avvenuti durante le sue amministrazioni, che ricorda in questa occasione: il concorso per la Biblioteca Hertziana, che fu vinto dall’architetto madrileno Juan Navarro Baldeweg; l’ampliamento dei Musei Capitolini, affidato a Carlo Aymonino; il progetto per l’Ara Pacis di Richard Meier. A questo quinto episodio di Visione Romane sono stati invitati Edoardo Capuzzo Dolcetta e Jonathan Lazar dello studio d’architettura AUT AUT di Roma.
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