Fase Due (XIV). Rendere presente l’assenza

“La Fase Due è un crepuscolo – la Fase Due è il momento in cui non puoi più fare finta – è il momento in cui guidi all’alba e, finalmente, puoi vedere le cose per quello che sono (e non per come vorresti che fossero) – la Fase Due ti aiuta a pensare, chiarisce la tua esistenza, ti sostiene e ti abbatte”. Ultimo capitolo della serie di minisaggi firmati da Christian Caliandro e dedicata alla Fase Due post-lockdown.

Sei mai stato in una bocca di caverna – / a una grande distanza via dal sole? / Hai mai guardato in faccia un cannone – / e tra il suo giallo occhio / e il tuo – si è frapposto il Giudizio – / con la questione del ‘morire’?” (Emily Dickinson). Ampliamento e intensificazione della percezione, della prospettiva, della visione: il virus e il lockdown ci hanno donato una chiarezza e una lucidità impreviste. Il lockdown inoltre come pensiero pressoché costante – e onnipresente.
Il dolore acuisce la comprensione. Le emozioni forti sono il carburante dell’intelligenza. Se non soffri, non capisci niente.
Il pacchetto è unico. Economia & salute. Lavoro & sicurezza. Arte & politica. Le dimensioni si tengono – e si mantengono ‒ l’una con l’altra, a vicenda: “Ci si salva e si va avanti se si agisce insieme e non solo uno per uno” (Enrico Berlinguer, via Antonino Foti); “United we stand / Divided we fall” (Roger Waters).
Interdipendenza. Con-vivere. Con-pensare (Donna Haraway). Con-dividere.
Trent Reznor ha regalato a tutti i volumi V e VI del suo progetto Ghosts a metà marzo, all’inizio della quarantena: “Friends – weird times indeed… as the news seems to turn ever more grim by the hour, we’ve found ourselves vacillating wildly between feeling like there may be hope at times to utter despair – often changing minute to minute. Although each of us define ourselves as antisocial-types who prefer being on our own, this situation has really made us appreciate the power and need for  connection. Music – whether listening to it, thinking about it or creating it – has always been the thing that helped us get through anything – good or bad. With that in mind, we decided to burn the midnight oil and complete these new Ghosts records as a means of staying somewhat sane. Ghosts V: Together is for when things seem like it might all be okay, and Ghosts VI: Locusts… Well, you’ll figure it out. It made us feel better to make these and it feels good to share them. Music has always had a way of making us feel a little less alone in the world… And hopefully it does for you, too. Remember, everyone is in this thing together and this too shall pass. We look forward to seeing you again soon. Be smart and safe and take care of each other. With love, Trent & Atticus”.
Il valore del dono: “Non sono solo gli oggetti a circolare, anche lo spirito del donatore viaggia insieme al dono, dando così vita a un legame tra gli individui che va ben al di là del puro scambio economico” (Marcel Mauss, via Noura Tafeche).

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Emanuela Barilozzi Caruso, Un vero incontro, 2020

Emanuela Barilozzi Caruso, Un vero incontro, 2020

L’unica soluzione, l’unica via d’uscita è rendere presente l’assenza, la mancanza. Quale altra funzione per l’arte, e per la scrittura? Non ne conosco nessuna altrettanto valida.
Non la perdita di qualcosa o di qualcuno – ma la perdita in sé.
Non piango per voi – io piango per me.
Nessuno in realtà è ancora uscito dal lockdown – e nessuno ne uscirà, almeno per il momento.

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Alessandro Bulgini, Taranto Opera Viva Macchia mediterranea, 2017

Alessandro Bulgini, Taranto Opera Viva Macchia mediterranea, 2017

Che cos’è dunque la Fase Due?
Questa Fase Due mai finita, e mai veramente cominciata? Questa Fase Due che ci sorveglia e che noi amiamo invece ignorare, rimuovere? Questa Fase Due che già prelude alle successive, e che si è pian piano qualificata come luogo dell’anima?
La Fase Due è un crepuscolo – la Fase Due è il momento in cui non puoi più fare finta – è il momento in cui guidi all’alba e, finalmente, puoi vedere le cose per quello che sono (e non per come vorresti che fossero) – la Fase Due ti aiuta a pensare, chiarisce la tua esistenza, ti sostiene e ti abbatte.
La Fase Due ti guida nel cogliere fino a che punto presenza e assenza, materialità e immaterialità, veleno e cura coincidano.
La Fase Due è un disco ambient da ascoltare e riascoltare, in continuazione – e di cui non ti stanchi mai.
Ecco la sensazione che si prova: entrate in una stanza, la porta si chiude alle vostre spalle e passate un po’ di tempo, in preda al panico, a cercare una chiave, una finestra, qualcosa, e poi, quando capite che non c’è modo di uscire, cominciate a sfruttare al meglio quello che avete intorno. Provate la sedia e vi rendete conto che in realtà non è scomoda, e che c’è un televisore, e un paio di libri, e c’è un frigorifero pieno di roba da mangiare. Lo sapete quanto può essere brutto?” (Nick Hornby, Come diventare buoni [2001], Guanda 2005, p. 30).

Christian Caliandro

LE PUNTATE PRECEDENTI

Fase Due (I). Niente è come prima
Fase Due (II). Il peso della insostenibilità
Fase Due (III). Il problema del disprezzo
Fase Due (IV). Il ritardo dell’arte contemporanea
Fase Due (V). Tempo di morire, tempo di vivere
Fase Due (VI). Tirare le fila
Fase Due (VII). Connessioni
Fase Due (VIII). L’epilogo della finzione
Fase Due (IX). Il problema della tradizione
Fase Due (X). Condivisione
Fase Due (XI). Borghesucci
Fase Due (XII). L’arte e il conflitto
Fase Due (XIII). Pericolo e meraviglia

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Christian Caliandro

Christian Caliandro

Christian Caliandro (1979), storico dell’arte contemporanea, studioso di storia culturale ed esperto di politiche culturali, insegna storia dell’arte presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze. È membro del comitato scientifico di Symbola Fondazione per le Qualità italiane. Ha pubblicato “La…

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