Affaire Caravaggio-Sgarbi. Il presidente del Mart ri-risponde (e la chiudiamo qui)
Come ci si poteva immaginare, iniziano a profilarsi gli interventi degli avvocati all'ombra del Caravaggio che da Siracusa è arrivato a Rovereto. Qui pubblichiamo la risposta di Sgarbi alla risposta di Giovanni Di Lorenzo alla risposta di Sgarbi all'articolo di Di Lorenzo. Se arrivate solo ora, in basso trovate i link alle puntate precedenti.
Nessun “affaire” ma soltanto scansafatiche intriganti, ossessionati dalla polemica con me, per esistere. Nella consapevolezza che io non ritengo, democraticamente, nessuno indegno della mia ira.
DRACMA: UN CLAN
Per definitiva chiarezza chiederei agli amici di Artribune, che li ospitano [ma che, per chiarezza, ospitano anche Sgarbi, N.d.R.], di verificare cosa abbiano fatto gli affiliati del clan DRACMA (Difesa Recupero Ambiente Cultura Monumenti Archeologia) come espressione della loro attività. Risultano nati (?) nel 2019 e distratti da tutto, comprese le speculazioni edilizie denunciate dall’assessore Granata a Siracusa, tranne che da Caravaggio.
Non rassegnati alla evidenza e alla sconfitta, proseguono una polemica inutile, dal momento che il contratto con il FEC, ben più delle mie parole, indica la cifra reale convenuta per due mesi di esposizione che, difficilmente, il Covid consentirà di portare a compimento. Questo è l’accordo, il resto è noia.
“Ho dato alla città l’opportunità, come bene ha osservato l’arcivescovo, di registrare e garantire lo stato dell’opera per ricollocarla nella sede originale, come non era riuscito a nessuno con gli strumenti ordinari. Fine”.
Nessun impegno da parte mia, ma l’indicazione di una cifra disponibile per la mostra, compresa la teca, ripeto fino allo sfinimento, per la quale sarebbe stato necessario chiedere preventivi. Preventivi quindi, fino al limite della cifra. Preventivi. Preventivi. La parola stessa dice che non era quantificabile una spesa certa. E soltanto dal momento in cui l’ICR è stato convocato, molto più tardi della mia ipotesi, non esclusa dalla Soprintendenza, di una teca conservativa e difensiva, il direttore Luigi Ficacci (a giugno 2020) ha manifestato la sua contrarietà. E, viceversa, la sua totale adesione alla riproduzione digitale, i cui costi sono ricaduti sul MART, trasporti compresi, portando il contributo al FEC, destinatario di entrambe le riproduzioni digitali, a circa 200mila euro.
Io ero comunque disponibile. La teca no. Tutto il resto è delirio, turbamento psichico. E si è proceduto con la prima approvazione del vescovo (maggio 2020) e poi della Curia (settembre 2020), che ha ricevuto in questi giorni una delle convenute riproduzioni digitali da collocare, come è stato, nella Chiesa di Santa Lucia alla Badia, secondo gli accordi stipulati con il FEC attraverso il capo del Dipartimento per le Libertà civili e l’immigrazione, il Prefetto Michele di Bari.
LE OPERE DEL ‘900 DEL MART DI ROVERETO
Quanto ai dubbi sulla mostra di opere del Novecento del MART, a tutti devo fugarli meno che alla amatoriale associazione che non ha alcun titolo per essere informata. Dell’argomento ho parlato in più occasioni su La Sicilia, chiarendo che il prestito non è al Comune ma alla Città, e che probabilmente avrà sede in Palazzo Bellomo, in un rapporto con la Regione che non ha alcuna relazione con gli accordi per il prestito di Caravaggio con il FEC. Non è infatti né una condizione né un risarcimento.
Smentendo l’inesatta formulazione della pseudo associazione (“Nelle intenzioni di Sgarbi dovrebbe ripagare la città di Siracusa per il prestito del Caravaggio”), delle mie intenzioni rispondo a me stesso. E questa non lo è mai stata. Non devo ripagare nulla. Ho dato alla città l’opportunità, come bene ha osservato l’arcivescovo, di registrare e garantire lo stato dell’opera per ricollocarla nella sede originale, come non era riuscito a nessuno con gli strumenti ordinari. Fine.
L’offerta di opere del MART è una gentile risposta alla richiesta dell’assessore Granata, che non aveva alcun rapporto con il prestito di Caravaggio. Non essendo contemplata nell’accordo, avrà un percorso che è da stabilire, nel quale il contributo del MART, per una cifra che valuto intorno ai 100mila euro, sarà garantito. Sempre che la Regione e lo stesso assessore manifestino interesse per questa offerta. Mai, se non nelle affermazioni menzognere della pseudo associazione, “interamente sostenute dal MART, e in aggiunta ai 350mila euro promessi da Sgarbi”. Mai promessi, semplicemente ipotizzati. E soltanto nella mente di un fanatico si può pensare a “un’ulteriore operazione promozionale a costo zero per il MART”.
Il MART non ne ha bisogno. La sua triste associazione sicuramente sì. E io la sto, generosamente, aiutando. In attesa che torni nel nulla. Una fortuna come questa non la troveranno mai più.
– Vittorio Sgarbi
LE PUNTATE PRECEDENTI
Affaire Caravaggio #1 – Vera Greco
Affaire Caravaggio #2 – Giovanni Di Lorenzo (e Silvia Mazza)
Affaire Caravaggio #3 – Vittorio Sgarbi
Affaire Caravaggio #4 – Luana Aliano
Affaire Caravaggio #5 – Giovanni Di Lorenzo
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