Parma monumentale. Fioriscono i cantieri alla Pilotta
Cantieri ovunque, riallestimenti, una visione che finalmente restituisce unitarietà alle tante istituzioni culturali ospitate in Pilotta: sono i pilastri dell'ambizioso progetto di Simone Verde, direttore del Complesso Monumentale di Parma. I lavori in corso stanno trasformando una fortezza inaccessibile in un museo di rilievo internazionale.
“Degrado, addio”: sembra quasi un pay-off aziendale, e invece è una delle dichiarazioni d’intenti di Simone Verde, direttore del Complesso Monumentale della Pilotta, che abbiamo incontrato per farci illustrare passo passo tutte le novità che stanno rivoluzionando gli istituti culturali ospitati nell’immenso edificio di epoca farnesiana.
Un progetto iniziato nel 2017 e che dovrebbe vedere la sua conclusione entro la fine dell’anno, quando sarà allestita una grandiosa mostra sui Farnese che rappresenterà un simbolico ritorno alle origini: le collezioni dei duchi di Parma sono infatti disperse dal 1731 in conseguenza dell’insediamento del primo duca Borbone, che spostò la sua residenza a Napoli (molte opere, infatti, sono oggi conservate a Capodimonte).
Ma quali sono le linee guida del direttore? Innanzitutto recuperare il senso delle origini storiche delle collezioni parmensi, la loro reciproca interconnessione e i rapporti con gli edifici in cui ora sono raccolte. Poi la restituzione degli spazi, interni ed esterni, a una condizione dignitosa, eliminando alcuni interventi passati a volte isolati, incongrui e decontestualizzati, nonché le criticità insorte da situazioni di profondo degrado che da anni caratterizzano i dintorni della Pilotta. Proprio in questi giorni, per fare un solo esempio, si è inaugurato un cantiere che chiuderà al passaggio pubblico uno dei portici, luogo finora buio, sporco e mal frequentato.
– Marta Santacatterina
IL COMPLESSO MONUMENTALE
Perché è importante collegare e mettere in relazione la Galleria Nazionale con il Teatro Farnese, il Museo Archeologico, la Galleria Palatina, il Museo Bodoniano? Perché tutti insieme rappresentano una delle rarissime sopravvivenze di un’operazione che ha portato alla nascita di un museo come lo concepiamo oggi. Certo, oltre alla valorizzazione di questo insieme di grande portata storica e artistica, non manca l’evidenza sui capolavori assoluti: in primis la Scapiliata di Leonardo da Vinci, che ha trovato una sua adeguata sede all’interno di una piccola sezione dedicata all’arte toscana ed è ora godibile – isolata e protetta – in una delle prime sale che si incontrano durante la visita alla Galleria Nazionale. Lo stesso accade per le opere di Correggio e Parmigianino, che sono state ricollocate in base ai loro legami con le vicende farnesiane, con l’edificio e con le altre opere delle collezioni.
PRIMA DI VARCARE LE SOGLIE: LO SCALONE MONUMENTALE
“Era necessario che ci fosse, immediatamente dall’esterno, una visibilità di questo edificio che desse conto della sua funzione, quella di un museo”: ecco allora che tra i primi provvedimenti messi in atto ci sono stati la pulizia e il restauro complessivo dello scalone monumentale, che ora accoglie i visitatori mediante una biglietteria unica. Ma ogni istituto ora è dotato di un ingresso significativo: due leoni del I secolo per il Museo Archeologico, pannelli e vetrine espositive che illustrano la storia dell’edificio e delle collezioni per la Galleria Nazionale, il Teatro Farnese e la Biblioteca Palatina.
LA GALLERIA NAZIONALE DI PARMA
Nuove sale, come quella riservata a Benedetto Antelami e alla scultura del XII-XIII secolo, ricavate nell’ex biglietteria o in sale abbandonate, e poi il rifacimento di alcune porzioni di tetto, il restauro di uno splendido pavimento, la disposizione delle opere in rapporto con lo sviluppo dell’arte promosso dai Farnese, una migliore musealizzazione di quell’unicum che rappresenta il Teatro Farnese. Ma il direttore ora si sta dedicando al rifacimento del secondo piano dell’Ala Nord della Pilotta, caratterizzato da un massiccio intervento architettonico in tubolari di metallo messo in opera dall’architetto Guido Canali nel 1979. Un allestimento senza dubbio di pregio, ma “i visitatori devono essere messi nelle condizioni di apprezzare le opere d’arte prima dell’architettura, perché la priorità del museo è tutelare e a raccontare le collezioni. Valorizzeremo le architetture di Canali, anche con l’ausilio delle foto di Gabriele Basilico sulla storia di questo allestimento, ma i dipinti [qui si trovano numerose pale d’altare di dimensioni enormi, N.d.R.] devono trovare il loro giusto spazio”.
LA BIBLIOTECA PALATINA
Tra le criticità dell’attuale ingresso vi è quella che deve necessariamente distinguere i visitatori dei musei dagli utenti della biblioteca: è proprio di questi giorni la chiusura di un’arcata a piano terra al fine di aprire un ingresso separato, tramite una scala preesistente, per gli studiosi che potranno così accedere al patrimonio librario e alle sale di lettura usufruendo inoltre di una serie di servizi quali guardaroba, accoglienza, sala conferenze. Alcuni degli spazi della Biblioteca sono stati definitivamente musealizzati: come la Galleria Petitot, dedicata a esposizioni temporanee, e la Galleria dell’Incoronata, che finalmente è stata liberata dai materiali di scarto accatastati negli anni. Nel prestigioso ambiente si conserva una sinopia di Correggio che ha per soggetto, appunto, l’Incoronazione della Vergine.
IL NUOVO MUSEO BODONIANO
Oggi lo straordinario Museo Bodoniano è collocato al terzo piano della Biblioteca Palatina: difficilmente raggiungibile, nonostante le collezioni abbiano un enorme potenziale sia in termini culturali sia di capacità di attrarre visitatori. I lavori stanno procedendo celermente per adeguare una vasta galleria a piano terra, precedentemente un deposito della biblioteca, e che sarà destinata all’allestimento dei materiali di Giambattista Bodoni che ne racconteranno l’opera, dalla progettazione dei caratteri al lavoro tipografico, fino alla stampa del libro e all’esposizione della collezione delle edizioni bodoniane.
IL MUSEO ARCHEOLOGICO DI PARMA
Il museo è sottoposto a una profonda ristrutturazione degli ambienti e riallestimento delle collezioni all’insegna di una interconnessione tra reperti e scienze sociali e antropologiche. Il tutto secondo un criterio cronologico e tematico, e infatti l’ingresso è annunciato grazie a una suggestiva vetrina contenente, in una composizione che a prima vista sembra un’installazione contemporanea, una serie di “bifacciali” del Paleolitico, i manufatti in selce che 500mila anni fa venivano usati per tagliare, cacciare, alimentarsi. Spicca un grande pezzo acquistato di recente dall’Associazione Amici della Pilotta: “Serviva un oggetto dal forte risultato estetico”, commenta Simone Verde, che aggiunge: “I bifacciali sono le prime forme di espressione estetica umana, e in particolare quelli di grandi dimensioni sono oggetti rituali, assumendo una sorta di divina utilità. E infatti non presentano segni d’uso”. Gli altri manufatti provengono da scavi nel territorio e da antiche acquisizioni, e la vetrina vuole essere anche un omaggio al comparativismo di Luigi Pigorini che, prima di fondare a Roma il Museo Preistorico Etnografico, fu direttore delle collezioni parmensi. Il cantiere nelle sale del museo ha inoltre scoperto un elegantissimo soffitto ligneo di fine Ottocento: la sala sarà destinata all’esposizione delle collezioni greche, etrusche e italiche.
I CORTILI DELLA PILOTTA
Tra le prime operazioni, il direttore ricorda la valorizzazione di un cortile chiuso da un cancello che non consentiva la sua visione. Aperti i battenti, il piccolo giardino su cui si affaccia la facciata del Tribunale di Revisione progettato da Petitot, architetto di corte dei Borbone, è stato sistemato e dotato da essenze arboree e floreali donate da aziende private. Secondo le intenzioni di Verde potrebbe ospitare una scultura d’arte contemporanea: le valutazioni cominceranno a breve. Il cortile principale invece dal 2018 si è arricchito di un intervento affidato a Maurizio Nannucci che, con i suoi neon in vetro di Murano blu cobalto, corre lungo le pareti della Pilotta per 190 metri e suggerisce il rapporto tra passato, presente e futuro. Ma il piano terreno e i vicini voltoni del Guazzatoio sono destinati a diventare sede di mostre temporanee nonché di servizi commerciali, come ad esempio un bookshop e un ristorante.
LE SCUDERIE E I SOTTERRANEI DEL COMPLESSO MONUMENTALE
Uno spazio di nuova acquisizione, in accordo con l’Università di Parma, ha consentito di integrare al Complesso della Pilotta le spettacolari Scuderie: anch’esse potranno essere usate per mostre temporanee realizzate di concerto dalle due istituzioni, ma l’ambizione di Simone Verde è allestire in quegli spazi “dei depositi aperti, come nei grandi musei internazionali, ma non sappiamo ancora se sarà possibile”. Si stanno inoltre restaurando gli ampi sotterranei: ambienti di grande fascino dove potrebbero trovare collocazione altri depositi.
NEW MEDIA
In Galleria Nazionale è stato installato un tavolo interattivo: “È uno strumento utile per introdurre le collezioni della Pilotta relative all’arte italiana. Il percorso di visita è strutturato a seconda di come la storia dell’arte italiana è stata percepita dai parmigiani che hanno raccolto le opere, ma non emerge la storia delle collezioni: il tavolo interattivo serve proprio a ricostruire le vicende di ogni dipinto o scultura e quindi a giustificare le scelte collezionistiche compiute nei secoli”. Per una fruizione in remoto di alcuni capolavori della Biblioteca Palatina, si sono inoltre digitalizzati 35 manoscritti greci realizzati tra X e XVIII secolo (tra cui il preziosissimo Ms.Pal. 5, un sontuoso Tetraevangelo datato attorno all’anno 1000) che ora possono essere consultati liberamente, da tutti e con possibilità di ingrandire le pagine e i particolari.
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