La controcultura visiva va online con la Biblioteca Hertziana e la Fondazione Echaurren Salaris
La cultura artistica nata tra i movimenti anni Sessanta e Settanta sbarca in digitale, con oltre mille documentari per incentivare la ricerca su questo periodo storico. Il progetto vede la collaborazione tra la Biblioteca Hertziana e la Fondazione Echaurren Salaris
Da un anno a questa parte il web ha incrementato il suo ruolo nell’archiviazione, fruizione e consultazione del materiale storico-artistico raro. Ne è un esempio la nuova collezione digitale di controcultura visiva, con oltre 1.000 documenti disponibili online, nata dalla collaborazione tra la Bibliotheca Hertziana – Istituto Max Planck per la Storia dell’Arte e la Fondazione Echaurren Salaris nell’ambito di Rome Contemporary, iniziativa del Dipartimento Weddigen Art of the Modern Age in a Global Context intenta a rivalutare il significato della Capitale italiana nel campo dell’arte durante il XX e XXI secolo. Per l’occasione, sono stati scansionate innumerevoli fanzine, appunti, disegni, manoscritti e riviste, come ad esempio A/Traverso, Viola e Oask?!, per un totale di 30.000 scanning ad alta risoluzione. Tra i tanti attori protagonisti tra gli anni ’60 e ’70 non si può non citare l’artista Pablo Echaurren, uno dei capisaldi della controcultura visiva: le sue opere degli anni ’70, in particolare i suoi acquarelli, smalti, quaderni di appunti, disegni e fotografie, insieme a una vasta raccolta di materiali tra manifesti e volantini che l’artista ha conservato in quel periodo, costituiscono il più importante archivio di documenti della creatività politico-artistica post ’68, un momento che segna profondamente la storia dell’Italia contemporanea.
TEASER: [it] Pablo Echaurren e gli anni della controcultura from Bibliotheca Hertziana on Vimeo.
CONTROCULTURA, LA NASCITA DI UN ARCHIVIO UNICO
Come è nata questa importante e ricca collezione? A parlarne in conferenza stampa sono stati proprio Pablo Echaurren e Claudia Salaris, sottolineando diversi aspetti interessanti e aneddoti di quegli anni. “Più che una collezione”, così esordisce Claudia Salaris, “possiamo definirlo un archivio, perché il cuore di questa raccolta è l’archivio di Pablo Echaurren degli anni ’70 che comprende le fanzine da lui realizzate e degli altri materiali che raccoglieva all’epoca e anche le sue opere, anche quelle più politicizzate”. Insomma, nonostante questo sia il cuore pulsante e identitario della raccolta, la documentazione si è poi ampliata negli anni, “notevolmente negli anni ’90,” sottolinea Salaris, “quando decidemmo di pubblicare una serie di libri, Pablo per conto suo, io idem e uno insieme sulla controcultura”.
L’ARCHIVIO DI PABLO ECHAURREN
Il materiale era fondamentale anche per capire il fermento creativo e politico del pre e post ’68, su cui si spesero in profonde riflessioni anche illustri intellettuali come Calvesi e Umberto Eco. Diciamo anche che i vari movimenti che si discostavano e ribellavano ai dicktat sociali hanno preparato negli anni quello che poi sfociò in un Sessantotto vivace e acceso, “lasciando alle spalle l’aspetto settoriale dell’underground per praticare una controcultura di massa”. Rispetto alla genesi di Oask?!, invece, prende la parola Pablo Echaurren, che sottolinea come parlare della storica rivista è un po’ come parlare di se stesso, ricordando un aneddoto che si reiterava nelle varie assemblee del periodo, “quando qualcuno interveniva in un’assemblea e cominciava a delineare i destini del proletariato o della rivoluzione, noi gridavamo ‘parla di te stesso’, sottinteso ‘se ne sei capace’”. Nei tanti mostriciattoli che animavano la fanzine, c’erano i diversi, i freak. “In realtà è stata un’avventura programmaticamente collettiva, e fu il prodotto di tante menti che hanno lavorato assieme”, continua Echaurren. “Fu fatto sul tavolino che Fabrizio Gabianelli – che possiamo definire il capo degli Indiani Metropolitani- e io utilizzavamo gran parte del tempo e dove tutti gli altri ci passavano a trovare, lasciando biglietti, pensieri, carte, comunicati, etc. E poi noi, alla fine, facevamo un collage de materiale senza attribuire le autorialità di nessuno. Eravamo un collettivo”.
PABLO ECHAURREN, LA STORIA
Pablo Echaurren nasce a Roma nel 1951, ed intraprende la carriera di pittore nel 1969 con Gianfranco Baruchello e il suo primo gallerista, Arturo Schwarz. In quegli anni lavora anche come autore di fumetti d’avanguardia, Linus e Frigidaire per citarne alcuni, di copertine per libri e manifesti. A caratterizzare la sua produzione è la continua contaminazione fra generi, tra alto e basso, arti visive e arti applicate, attraverso un approccio di natura progettuale, manuale e mentale, tipico del laboratorio. Ne discende, quindi, un’idea dell’artista come artefice e inventore a tutto tondo, passando agilmente dalla pittura alla ceramica, dall’illustrazione al fumetto, dalla scrittura al video.
BORSE DI STUDIO DEDICATE POST-DOC PER APPROFONDIRE IL GENIO CREATIVO DI QUEGLI ANNI
La Bibliotheca Hertziana ha anche lanciato due borse di studio – di un semestre ciascuna – dedicate alla ricerca sull’arte e la controcultura nell’Italia del Dopoguerra, rivolte proprio a ricercatori post-doc da realizzare presso l’Istituto. La Bibliotheca Hertziana – Istituto Max Planck per la storia dell’arte promuove da sempre la ricerca in ambito della storia dell’arte e dell’architettura italiana e globale, e fa parte degli istituti del settore degli studi umanistici della Società Max Planck. Rispetto al progetto di digitalizzazione della collezione controcultura, la Biblioteca dell’istituto ha contribuito con le scansioni del materiale e la sistemazione per la consultazione online.
– Valentina Muzi
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