L’artista che fa i Tarocchi a mano: a Milano, Osvaldo Menegazzi è uno degli ultimi mastri cartai
Dal 1974 la sua casa editrice Il Meneghello ristampa a Milano antichi giochi di carte, oltre a crearne di nuovi, come i Tarocchi di Hokusai, in edizione limitata e numerata: in quasi 50 anni realizzati oltre 100 mazzi
“Editiamo antiche carte da gioco e Tarocchi realizzati artigianalmente in Italia con amore”. Con queste parole postate sul suo profilo Instagram, si presenta uno tra gli ultimi mastri cartai italiani rimasti: Osvaldo Menegazzi. Dal 1974 la sua casa editrice Il Meneghello ristampa a Milano antichi giochi di carte, oltre a crearne di nuovi, in edizione limitata e numerata: in quasi 50 anni ha realizzato oltre 100 mazzi, unendo tradizione e innovazione: ad esempio portando alla luce, per la prima volta al mondo, il mazzo del XV secolo Visconti Brambilla e creando ex novo i Tarocchi di Hokusai.
LA STORIA DEI TAROCCHI
Inizialmente considerati un passatempo noto come i Trionfi, i Tarocchi nascono nelle corti rinascimentali dei Visconti e degli Estensi intorno alla metà del Quattrocento, con l’obiettivo di diffondere la filosofia ermetica e neoplatonica riportata in auge dagli umanisti dell’epoca. Risultato della fusione tra le carte da gioco provenienti dal mondo arabo (Arcani Minori) e i 22 Trionfi (Arcani Maggiori), il cui repertorio figurativo è facilmente rintracciabile negli affreschi e nei codici miniati del XVI, i Tarocchi iniziano a essere utilizzati per la divinazione solo dalla fine del XVIII secolo.
LA STORIA DE IL MENEGHELLO DI OSVALDO MENEGAZZI
Il Meneghello nasce nello storico negozio di via Fara a Milano, fondato da Osvaldo Menegazzi nel 1974, e attualmente ha sede nel pulsante corso di Porta Ticinese. L’azienda viene fondata grazie all’interesse dei collezionisti dell’artista per i vecchi mazzi di carte: da qui l’idea di ristamparli e farne un business. Con gli anni il Maestro Menegazzi punta alla creazione di nuovi mazzi finché, dopo 38 anni di attività, si inserisce nella produzione e commercializzazione internazionale di tarocchi come l’ultima azienda che li crea a mano e come uno dei primi esportatori di tarocchi made in Italy. Le sue edizioni sono conservate nei musei di carte da gioco di tutto il mondo: Parigi, Stoccarda, Madrid. “La passione di Osvaldo per carte da gioco e Tarocchi”, racconta Christina Dorsini, nipote del Maestro e studiosa di storia dell’arte, “si è trasformata nel tempo in una casa editrice che ristampa i tarocchi della più antica tradizione, ma propone anche nuovi mazzi come quello massonico o quello dedicato all’artista Hokusai. Immutato resta il significato del tarocco, ma a cambiare e arricchirsi è l’iconografia”.
I TAROCCHI E L’ARTE
Nel tempo molti artisti contemporanei si sono lasciati sedurre dall’iconografia dei Tarocchi, antico mezzo per interpretare i sogni o per predire il futuro o anche solo per offrire una fotografia del momento presente e della direzione verso la quale si sta andando e che è già in seme: da Emanuele Luzzati e Renato Guttuso, a Salvador Dalì che li ha disegnati per il film Agente 007 – Vivi e lascia morire interpretato da Roger Moore e Jane Seymour, lavorando su una serie di carte da utilizzare nella celebre saga cinematografica, anche se mai apparsi in sala. Fino al visionario progetto di Niki de Saint Phalle, il Giardino dei Tarocchi, che ora torna in auge grazie all’imminente mostra diffusa a Capalbio per rendergli omaggio.
– Claudia Giraud
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati