Morta Lydia Buticchi Franceschi. Il ricordo di Angela Madesani sull’insegnante partigiana

Insegnante, partigiana, madre di Roberto Franceschi e iniziatrice della fondazione intitolata al figlio: a lei è legata la storia del monumento realizzato sotto il coordinamento di Enzo Mari

Lydia Buticchi Franceschi, scomparsa il 28 luglio 2021 a 98 anni, era una “madre coraggio”. Insegnante, preside, impegnata nel corso degli anni a dare vita a una scuola diversa, nel 1973 ha subito una ferita profonda, mai rimarginata. Uno dei suoi figli, Roberto, 21 anni, studente della Bocconi viene colpito alla nuca da una pallottola. Roberto era disarmato, pacifico, per qualche giorno resta in ospedale in una dolorosa agonia e infine muore. 

LA FONDAZIONE ROBERTO FRANCESCHI

Da quel terribile momento Lydia cerca di fare luce sullo sconcertante episodio. Si scopre che la pallottola è partita dall’arma delle forze dell’ordine, ma nessuno viene condannato. La famiglia riceve, dopo 23 anni, un risarcimento civile, che impiega per fare cultura nell’ateneo dove il figlio studiava. Nel corso del tempo la Fondazione Roberto Franceschi onlus ha messo in piedi una straordinaria attività, che continua anche oggi. Circa 25 anni fa ho parlato con questa donna straordinaria, intelligente, forte, che ancora sognava di costruire un mondo migliore, una che non era nata coniglio, come recita il titolo della sua biografia, curata da Claudio Jampaglia, che raccoglie gli scritti di vari autori, sotto la sigla N 23, uscita l’anno scorso per i tipi di Alegre.

La presentazione del monumento alla Biennale 76. Manifesto di Enzo Mari, via Fondazione Franceschi

La presentazione del monumento alla Biennale 76. Manifesto di Enzo Mari, via Fondazione Franceschi

IL MONUMENTO E ENZO MARI

La storia di Roberto è legata a uno dei monumenti più potenti e interessanti di Milano, quello che alcuni artisti, che avevano lo studio dalle parti della Bocconi, hanno pensato di fare insieme ai compagni del ragazzo. Una storia di arte e politica coordinata da Enzo Mari, della quale si parlava anche nella recente mostra a lui dedicata alla Triennale.  Si tratta di un grande ready made, costituito da una grande vasca di fusione, dove aveva trovato la morte un operaio, recuperata in un’acciaieria. Nel monumento a Roberto Franceschi trovavano così un dialogo due momenti fondamentali. Il monumento inizialmente fu posto abusivamente nel terreno comunale davanti alla Bocconi, per essere poi accettato una decina di anni fa dal Comune del capoluogo lombardo, durante il mandato del sindaco Giuliano Pisapia.  La stessa Lydia mi ha raccontato di essere passata per molti anni ogni giorno a deporre una rosa rossa su quella grande scultura color del ferro, un oggetto plastico di grande potenza in cui la memoria e la storia si fondono in un messaggio di pace privo di qualsiasi forma di inutile retorica.  

– Angela Madesani 

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Angela Madesani

Angela Madesani

Storica dell’arte e curatrice indipendente, è autrice, fra le altre cose, del volume “Le icone fluttuanti. Storia del cinema d’artista e della videoarte in Italia”, di “Storia della fotografia” per i tipi di Bruno Mondadori e di “Le intelligenze dell’arte”…

Scopri di più