Parran Faville. Nuovo progetto di arte pubblica ambientale a Verona
Dal 30 luglio nell’area attigua a Porta Fura campeggiano due installazioni luminose di Massimo Uberti, artista non nuovo alle opere site specific che utilizzano la luce, come quella pensata lo scorso anno per Hypermaremma in Toscana. Quelle veronesi si illumineranno dal 30 luglio al 30 ottobre 2021, dal tramonto a mezzanotte
Nell’anno delle celebrazioni dantesche, Verona vi prende parte anche attraverso l’arte contemporanea. L’artista bresciano Massimo Uberti si è ispirato ai versi che l’Alighieri dedicò a Cangrande della Scala per lodarne la saggezza nel governare la città: “Parran Faville de la sua virtute // in non curar d’argento né d’affanni” (Pd., XVII, 83-4), così da significare come il signore fosse più interessato alla grandezza di Verona e al benessere dei suoi abitanti, che non alle ricchezze che il suo rango non gli faceva mancare. Una serie di neon soffiati a mano compongono le parole del verso dantesco, che rimarranno accesi per tutta la notte. Parran Faville è un’opera che paragona le grandi idee ai guizzi di luce, impeti di umanistico ingegno che rischiarono il mondo. La seconda opera di Uberti è intitolata Da Sponda a Sponda, ed è posizionata al centro dell’alveo dell’Adige, in prossimità della Torre detta “della catena”: questa creazione luminosa è un omaggio alla storia medievale della città, in particolare all’episodio della costruzione di Porta Fura, e della torre nell’Adige in cui fu collocata la Catena, quale sistema di controllo del traffico fluviale. Il sistema era regolato da uno sbarramento tramite catene agganciate alla Torre e agli edifici murari sulle due sponde del fiume. Per quest’opera, un raggio laser collega Porta Fura alla sponda opposta, metafora della congiunzione di luoghi diversi, dell’entrare e dell’uscire dalla città sulle orme di Dante.
UNA VISIONE DI AMPIO RESPIRO
Uberti crea spazi mentali, in bilico fra le epoche, fra la storia, l’arte e la letteratura, che ridefiniscono lo spazio urbano e ne ampliano i limiti, ne ridisegnano i contorni, ispirano nuovi orizzonti e la cultura del cambiamento. Due opere che, sotto molteplici aspetti, valorizzano il significato internazionale di Verona come città inserita nel Patrimonio Unesco. Come sottolinea Francesca Toffali, assessore al Turismo e ai Rapporti Unesco del Comune di Verona, “il Mura Festival parte idealmente quest’anno proprio da porta Porta Fura, area verde di straordinario fascino, scelta per valorizzare i tanti luoghi meravigliosi della nostra città, ancora poco conosciuti e frequentati. L’obiettivo di questo festival, che ha preso il via lo scorso anno, è proprio quello di dare nuova vita alle diverse location che si trovano all’interno del Parco delle Mura. I parchi all’interno della cinta muraria sono perfetti per ospitare attività di vario genere, diventando così un luogo all’aperto dove i cittadini possono trascorrere la giornata in sicurezza. La speranza è che si possa tornare presto alla normalità, con nuove possibilità di apertura che ci consentano di ampliare il più possibile l’offerta di iniziative del festival, fatto di eventi sportivi, musica, spettacolo, visite guidate, cinema e cultura”.
– Niccolò Lucarelli
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