Le scenografie di Dante Ferretti nella sua Macerata
Dodici bozzetti del maestro Dante Ferretti, disegnati per le scenografie di importanti allestimenti operistici, vanno in mostra a Palazzo, Ricci, a Macerata, fino al 19 settembre.
Il titolo della mostra Effimero per Errore, allestita a Palazzo Ricci, è un’antifrasi del significato che riveste l’arte nella società oggi. Ragione per cui Macerata, che in questi giorni festeggia il Centenario della prima messa in scena di Aida, allo Sferisterio, è una piccola Atene per il mondo della cultura, per usare una espressione di Rosaria Del Balzo Ruiti.
Lo scenografo e costumista maceratese Dante Ferretti, classe 1943, insignito di tre Premi Oscar alla carriera, ha iniziato a lavorare come assistente con Aldo Tomassini Barbarossa, poi Luigi Scaccianoce prima di arrivare a collaborare con Pier Paolo Pasolini nei film Il Vangelo secondo Matteo del 1964, Uccellacci e uccellini del 1966, Edipo re del 1967, Medea del 1969, Salò o le 120 giornate di Sodoma del 1975. Il suo impegno nel cinema continua, spesso al fianco di Francesca Lo Schiavo, con importanti registi come Marco Bellocchio, Elio Petri, Sergio Citti, Liliana Cavani, Marco Ferreri, Luigi Comencini, Ettore Scola, Franco Zeffirelli, Federico Fellini.
LA MOSTRA A MACERATA
La mostra intende ricordare il suo lavoro artistico in vari allestimenti in quasi tutto il mondo tra cui il Teatro alla Scala di Milano, il Teatro Regio di Torino, la Metropolitan Opera House di New York, l’Opéra di Parigi, la Royal Opera House di Londra, il Teatro Colón di Buenos Aires.
Il suo esordio come regista, allo Sferisterio di Macerata, avvenne con l’allestimento della Carmen di Georges Bizet. Ferretti ha ambientato la storia nella Spagna franchista degli Anni Trenta grazie alle scenografie, ai costumi e al taglio cinematografico, creando una variante del libretto di Henri Meilhac e Ludovic Halévy rispetto alle altre famose scenografie del festival di lirica. Il bozzetto, esposto, documenta la brillante intuizione del maestro maceratese di rinnovare il linguaggio scenico utilizzando una commistione di media espressivi. Di conseguenza, la rappresentazione lirica o filmica diventa un’esperienza di vita sia per l’artista ideatore della scenografia, sia per lo spettatore, pronto a emozionarsi all’ascolto di qualche melodia o davanti a una scena entusiasmante o raccapricciante di qualche film.
L’EFFIMERO SECONDO FERRETTI
Nonpertanto, il tema dell’effimero trova una connotazione diversa in questa mostra, perché “la vita è un susseguirsi di momenti spesso effimeri che la caratterizzano e la rendono unica ed entusiasmante, eterna nel suo splendore”, come hanno condiviso nel catalogo della mostra Pierfrancesco Giannangeli e Benito Leonori, curatori dell’esposizione.
Osservando le opere nelle sale, il visitatore si trova nella stessa situazione del regista, cui lo scenografo chiede di sviluppare l’idea sotto forma di bozzetto o modellino con cui incomincia il progetto della messa in scena dello spettacolo o le riprese cinematografiche.
‒ Andrea Carnevali
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