Musaba. Storia del parco museo calabrese creato da due artisti
Il parco-museo Musaba, situato nel sud della Calabria, è frutto del lavoro degli artisti Nik Spatari ed Hiske Maas. Un’opera poderosa, in cui arte e territorio si uniscono armoniosamente.
Mammola è un paesino della provincia di Reggio Calabria, dista circa 10 chilometri dal Mar Ionio ed è incastonato nella verde e rigogliosa natura dell’Aspromonte. Una posizione geografica che rispecchia le due anime naturali della Calabria, una regione bagnata da due mari, Ionio e Tirreno, e che, allo stesso tempo, è ombreggiata dalle montagne di ben tre parchi nazionali: Pollino, Sila e Aspromonte. Proprio Mammola è il luogo scelto tanti anni fa dai due artisti Nik Spatari e Hiske Maas per costruire il loro sogno: il Musaba.
LE ORIGINI DI MUSABA
Nik Spatari, scomparso nell’agosto 2020 a 91 anni, era un artista originario di Mammola. Ancora giovanissimo, lascia la cittadina calabrese per viaggiare in Europa e dedicarsi alla sua arte poliedrica in cui contamina pittura, scultura e architettura. Espone nel 1958 alla Biennale di Venezia e a Parigi conosce personalità del calibro di Max Ernst e Jean Cocteau. Sempre a Parigi incontra l’artista olandese Hiske Maas, di cui si innamora. I due scelgono di trasferirsi a Milano, ma alla fine degli Anni Sessanta sentono il peso della frenesia cittadina e dei suoi ritmi incalzanti, così tagliano in modo radicale con il jet set milanese per spostarsi nel luogo di nascita di Nik: la Calabria. Nel 1969 si stabiliscono a Mammola ed è qui che nasce il progetto Musaba.
Musaba sta per Museo Santa Barbara, infatti il parco museo sorge sul promontorio Santa Barbara, un luogo carico di storia dove si stima che già nel IV secolo vi fosse un complesso monastico certosino poi passato agli abati cistercensi tra 1193 e il 1514.
Quando Nik e Hiske arrivano sul luogo nel 1969, non trovano altro che un rudere malridotto e una natura selvaggia, non ci sono acqua né elettricità. Nonostante le difficoltà, la bellezza magnetica del paesaggio li spinge a rimanere e a costruire, grazie anche all’aiuto dei volontari locali, un’opera di straordinaria potenza artistica e architettonica.
Il lavoro, durato cinquant’anni, ha portato al recupero dell’area che oggi risulta dotata di una foresteria, di un parco di 7 ettari in cui trovano spazio le opere site specific realizzate da Nik e Hiske, dell’ex stazione ferroviaria Santa Barbara, trasformata in un laboratorio di sperimentazioni artistiche, della chiesa di Santa Barbara, dove è possibile ammirare Il sogno di Giacobbe e, ancora, dell’ultima grande opera di Nik e Hiske: la Rosa dei Venti, ultimata nel 2013.
IL SOGNO DI GIACOBBE
Il rudere della chiesa di Santa Barbara è stato totalmente restaurato in funzione dell’opera Il sogno di Giacobbe, che oggi riveste completamente quelle che erano l’abside e la volta della chiesa. Questo immenso lavoro, realizzato tra il 1990 e il 1994, riassume la luminescente poetica dell’artista, che per la sua realizzazione si lascia profondamente ispirare dalla narrazione biblica, in particolare dal personaggio di Giacobbe. L’effetto tridimensionale è dovuto alla tecnica usata da Nik: ritagliare le figure su sottili pannelli di legno per poi dipingerli e applicarli come silhouette sospese in aria. Un sogno lungo 14 metri diluito su colori vivaci ancorati al soffitto.
LA FORESTERIA E IL MOSAICO MONUMENTALE
Una delle opere più imponenti del Musaba è la foresteria, pensata per assolvere compiti funzionali alle attività artistiche e formative del parco museo. Essendo ispirata alle regole della vita monastica, ogni “cella” è decorata secondo i canoni della pittura dell’artista ed è dotata di ben 22 posti letto. Il capolavoro di Nik Spatari si snoda nel chiostro della foresteria, dove si trova il Mosaico monumentale, opera in cui si fondono plasticamente colori, geometria e architettura. Il colore è la bussola emotiva di Nik, il quale divide su due facciate, poste l’una dinanzi all’altra, diverse scene appartenenti alla tradizione cristiana e alla civiltà sumera.
Un vero capolavoro di policromia in cui si intrecciano migliaia di piastrelle in armonia variopinta. Al centro del chiostro svetta Ombra della sera, una scultura in ferro alta 15 metri che raffigura un uomo sottile, ma allo stesso tempo imponente, quasi come se fosse una guardia a difesa dell’arte e del parco museo.
IL PARCO, L’EX STAZIONE E LA ROSA DEI VENTI
Tutto il parco museo è disseminato delle sculture di Nik Spatari, da tutte le angolazioni è possibile ammirarne qualcuna. Iconica è La farfalla, posta all’esterno della foresteria, così come Concetto universale, la cui forma richiama una piramide. Inoltre numerosi artisti internazionali, nel corso degli anni, hanno lasciato il loro contributo al parco museo con specifici interventi. Colpisce constatare la simbiosi tra arte e territorio circostante, il parco museo sembra una pietra brillante incastonata in un anello di alberi e foreste.
All’interno del parco si trova anche l’ex stazione ferroviaria Santa Barbara, trasformata in abitazione con annesso laboratorio di arte e uffici, mentre la Rosa dei Venti, ultimata nel 2013, trae ispirazione della collocazione geografica del parco museo posto dinanzi al mare e immerso nella natura. L’intervento è stato realizzato con materiali e pietre antiche recuperate dall’ex complesso.
VISITARE IL MUSABA
Visitare il Musaba non significa soltanto ammirare la meravigliosa opera di recupero di un luogo suggestivo, ma vuol dire anche imbattersi nella granitica determinazione di due artisti che hanno creduto in un progetto in cui hanno investito, praticamente, tutta la loro esistenza.
Il Musaba racconta la storia d’amore tra Nik Spatari e Hiske Maas, il loro sogno divenuto realtà pezzo su pezzo, mattone su mattone, lo si comprende chiaramente perché tutto parla di loro. Anche se oggi Nik non c’è più, a guidare Hiske è sempre la stessa determinazione che gli anni trascorsi non sembrano aver scalfito.
‒ Antonio Mirabelli
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