Le forme e i colori della poesia di Tonino Guerra a Rimini
Quale migliore occasione dell'inaugurazione del Fellini Museum per affiancarvi una mostra capace di svelare aspetti poco noti della creatività di Tonino Guerra? Un perenne incendio della fantasia che si manifesta in dipinti, disegni, sculture e tanto altro, in mostra al Castel Sismondo.
Il grande pubblico crede di conoscerlo grazie a quel fortunato spot tv girato per una catena di elettronica in cui Tonino Guerra (Santarcangelo di Romagna, 1920-2012) pronunciava il claim “l’ottimismo è il profumo della vita“. Ma, a scorrere l’elenco delle sceneggiature firmate dal poliedrico romagnolo, ci si rende conto che le sue opere sono assai diffuse: scrisse infatti per Michelangelo Antonioni, Mario Monicelli, Vittorio De Sica e Andrej Tarkovskij. E per Federico Fellini, collaborazione da cui nacquero sia Amarcord sia una profonda amicizia.
TONINO GUERRA E L’ARTE
Lasciata Roma, sul finire degli Anni Ottanta, il poeta cominciò a dedicarsi alle arti visive, stabilendosi nei luoghi natali: a Pennabilli scaturì “una inedita esperienza creatrice che rilancia il contatto con la vita”, scrive Luca Cesari presentando l’esposizione che valorizza la vasta produzione di Tonino, cui ha contribuito anche una factory, “una personale confraternita art & craft con artisti e artigiani, con architetti e con paesaggisti”, scrive ancora Cesari.
Trent’anni d’immaginazione hanno così dato vita a Il mondo di Tonino Guerra: un universo poetico ricco di colori, forme organiche, buffi personaggi che sembrano “parlare” romagnolo, e ancora sculture in ceramica, stufe, mobili, piatti e vasi occhiuti che ci osservano immobili e incuriositi.
‒ Marta Santacatterina
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