Riscoprire il Cosmismo russo sui tetti di Torino

L’installazione di Franco Marletta, artista misconosciuto esponente del Cosmismo russo, è protagonista del primo capitolo di Osservatorio Nova Express, il museo pensato da Gianluigi Ricuperati in un attico nel centro di Torino

Domenica 7 novembre chiude a Torino la prima puntata di Osservatorio Nova Express, un museo sul tetto pensato da Gianluigi Ricuperati nello spazio letteralmente ‘fuori formato’ di un superattico con vista sul Po, sulla Mole, su Superga, all’ottavo piano di un edificio di via Santa Giulia.
Grande protagonista è un’installazione curata da Maurizio Cilli e dedicata al lavoro appena riscoperto di Franco Marletta (1936-2011), pittore misconosciuto e ormai ampiamente dimenticato, autore di un corpus di 2000 opere tra dipinti e disegni, opere uniche per visionarietà e capacità anticipatoria delle tendenze piu ‘weird’ del contemporaneo.
Ecco nelle parole di Gianluigi Ricuperati un ritratto dell’artista.

Osservatorio Nova Express, Torino 2021. Franco Marletta. Photo Sebastiano Pellion Di Persano

Osservatorio Nova Express, Torino 2021. Franco Marletta. Photo Sebastiano Pellion Di Persano

LE PAROLE DI RICUPERATI SU MARLETTA

Franco Marletta è uno dei segreti meglio custoditi della pittura italiana degli Anni Sessanta e Settanta. Potremmo immaginarlo come un messaggero del Cosmismo russo, un movimento teorico politico ed estetico che mescolava fantascienza, sovietismo e una strana forma di ‘teologia atea’.
I cosmisti russi immaginavano una resurrezione dei corpi, alimentata dal progresso senza fine della scienza e tecnologia del popolo ‒ per colonizzare lo spazio e gli altri pianeti con i nuovi umani restituiti dalla conoscenza materialista alla vita.
Franco Marletta, in attività pochi decenni dopo la rivoluzione d’ottobre, porta nel linguaggio pittorico italiano un appassionante delirio figurativo in cui animali distonici e umani distopici si mescolano in una processione senza fine, un esodo di teste incamminate verso il ritorno sulla terra dopo aver sperimentato il silenzio della morte.
Le teste, gli insetti meccanici, i colori saturi e le forme geometriche di città impensabili, infrastrutture del Dopo, occhi che si risvegliano alla vita dopo millenni di notte densa e buia. Nel mondo di Marletta la singolarità ‒ destino introverso e incontrovertibile verso cui corre la nostra specie, secondo Kurzweil, altro nipote dei cosmisti senza saperlo ‒ si presenta sotto le spoglie inquiete di miliardi di sopravvissuti a tutto.

Gianluigi Ricuperati

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