Arte comunitaria e arte sfrangiata: di cosa parliamo?
Christian Caliandro prosegue la sua ricognizione sull’arte comunitaria a partire dai dialoghi con gli studenti del suo corso all’Accademia di Belle Arti di Foggia
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19 gennaio 2022. Marta: io mi interrogo più che altro sul contesto attuale. Questo modo di concepire l’arte può dare una risposta a quello che è poi di fatto l’utilità dell’arte stessa. Le finalità possono essere diverse, l’arte è indefinibile perché ne esistono diverse forme, ma indubbiamente l’arte relazionale dà molte risposte. In un contesto sociale in cui siamo bombardati da immagini o siamo ossessionati dal guadagno e dal fatto di dover essere a tutti i costi prestanti, un’arte che auspica una relazione riflette la crisi sociale attuale proponendo delle alternative.
L’arte comunitaria coincide con l’arte sfrangiata? Forse, a volte, in determinate condizioni. L’arte comunitaria coincide con la forma aperta? Forse, a volte, in determinate condizioni.
3 febbraio 2022. La forma aperta è una frattura, un’intercapedine, un interstizio. Apre ad altre, nuove forme. Apre verso un altro mondo e un altro modo (dell’arte). Cioè una differente percezione, descrizione/definizione, interpretazione del mondo-modo dell’arte.
L’arte sfrangiata apre una porta, una finestra, un passaggio verso la Realtà, la Realtà come essa è, riflessa nello specchio della mente senza filtri né infingimenti.
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Antonin Artaud, Autoritratto, dicembre 1948
LE CARATTERISTICHE DELL’ARTE SFRANGIATA
14 febbraio 2022. L’arte sfrangiata ti sembra, è la risposta proprio perché e in quanto non risponde a nulla, non corrisponde a nulla…
“Né oggetto né soggetto, né schermo né proiettile, il soggettile può diventare tutto ciò, stabilizzarsi in una forma o muoversi in un’altra. (…) Tra i due verbi, l’intransitività dell’essere gettato e la transitività del gettare, la differenza appare dunque tanto decisiva quanto passeggera, vale a dire transitoria” (Jacques Derrida, Antonin Artaud. Forsennare il soggettile, Abscondita, Milano 2014, p. 29).
È il riflesso della mente aperta, completamente e perdutamente disfatta… di una mente che insegue se stessa, e non smette mai, e si avvolge e continua a correre, a tessere fili e collegamenti sottilissimi – precari – del tutto instabili… e la signora impazzita, folle, lucida sul retro della stazione dei pullman, che urla a squarciagola contro e verso i poliziotti indifferenti, e lancia coperte e tavole di legno oltre la balaustra di ferro, lancia le sue sopravvivenze, il dolore e la disperazione la mancanza di controllo la perdita del controllo il rifiuto del controllo di quell’urlo, la bellezza atroce e indifesa di quell’urlo, di quella ribellione senza esito possibile, insensata, fuori dal senso, e totalmente fuori luogo (ovvio) contro una società che si è arrogata il diritto di regolare e normare tutto, ogni posizione ogni passo ogni ora ogni scelta… alla fine l’arte e l’opera d’arte non dovrebbero essere questo, questa mancanza perdita rifiuto del controllo, questa bellezza atroce, questa intelligenza crudele e disperata e fuori dal senso?…
Almeno, queste sono le caratteristiche di un’arte sfrangiata, il tentativo di sfuggire, di fuoriuscire, e la frustrazione perenne, già compresa, di questo tentativo.
ARTE SFRANGIATA E AUTENTICITÀ
(L’autenticità viene ridicolizzata – si dice che non esiste, che non si trova, che non si può trovare, che cercarla è affare di dilettanti e provinciali non aggiornati e creduloni – e invece esiste, esiste eccome, e trovarla e difenderla è il compito – l’unico compito – della critica.)
Alla fine, è questo che io non tollero: la fiducia incrollabile, untuosa nell’ordine, nel controllo, nel linguaggio che decide.
L’arte sfrangiata non regola, non norma, non ordina.
L’arte sfrangiata è sotterranea.
L’arte sfrangiata è instabile e reversibile.
‒ Christian Caliandro
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