La collezione Marchini in mostra all’Accademia di San Luca a Roma
La storia collezionistica e galleristica della famiglia Marchini va in mostra all’Accademia di San Luca a Roma. Passando in rassegna gli artisti che hanno contribuito alla sua evoluzione
“Il mio primo incontro con l’arte sono stati i quadri del mio nonno materno Vincenzo”. Così Simona Marchini ricorda la presenza delle opere d’arte nella sua vita di bambina, figlia del costruttore Alvaro Marchini, appassionato collezionista di arte contemporanea, amico e sostenitore di artisti come Corrado Cagli, Renato Guttuso e Mario Mafai. Un’avventura di famiglia che arriva a contagiare entrambe le figlie di Alvaro, Simona e Carla, all’inizio di un percorso pluridecennale raccontato oggi per la prima volta dalla mostra Una storia nell’arte. I Marchini tra impegno e passione, aperta all’Accademia di San Luca a Roma fino al 22 aprile 2022.
Una storia nell’arte. I Marchini tra impegno e passione. Exhibition view at Accademia di San Luca, Roma 2022. Photo Pierpaolo Lo Giudice, Giordano Bufo
LA MOSTRA SULLA FAMIGLIA MARCHINI A ROMA
Curata da Fabio Benzi, Arnaldo Colasanti, Gianni Dessì, Flavia Matitti e Italo Tomassoni, la mostra riunisce 130 opere di 77 artisti attivi dai primi del Novecento a oggi, con un suggestivo allestimento che intreccia soggetti e temi della rassegna, divisa in dieci sezioni, con le opere presenti nella collezione permanente dell’Accademia. Una ricostruzione resa possibile grazie a un puntuale recupero delle opere transitate nella raccolta di famiglia, in stretta relazione con l’attività della galleria La Nuova Pesa, aperta dal 1959 al 1976 da Alvaro Marchini nelle due sedi di via Frattina e via del Vantaggio, e riaperta nel 1985 dalla figlia Simona nell’attuale sede di via del Corso. L’intento programmatico di Alvaro, comandante partigiano e molto vicino al PCI (figura tra i fondatori del quotidiano L’Unità) è promuovere la figurazione, sostenuta in primis da Guttuso insieme a intellettuali come Antonello Trombadori, Alberto Moravia e Pier Paolo Pasolini. “La galleria” ‒ scrive Benzi ‒ “difenderà strenuamente e con intelligenza le istanze di una pittura legata sentimentalmente e ideologicamente alla Realtà”. Oltre a documentare le scelte commerciali della galleria nelle sue due stagioni, la mostra allarga la visuale sulla collezione, testimoniando le aperture verso l’arte internazionale, garantite dal legame di Alvaro con Daniel Kahnweiler, titolare della galleria Leiris a Parigi.
L'articolo continua più sotto
Incanti, il settimanale sul mercato dell'arte
Informazioni, numeri, tendenze, strategie, investimenti, gallerie e molto altro.
Render, il bisettimanale sulla rigenerazione urbana
Nuovi progetti, tendenze, strategie virtuose, storie da tutto il mondo, interviste e molto altro.
GLI ARTISTI IN MOSTRA ALL’ACCADEMIA DI SAN LUCA
Indiscutibile la qualità delle opere selezionate prima da Alvaro e poi dalle sue figlie Carla e Simona, a cominciare dal Ritratto di Ettore Roesler Franz a Villa d’Este (1902), capolavoro prefuturista di Giacomo Balla, in dialogo con L’isola dei giocattoli (1930) di Alberto Savinio e Villa romana (1922) di Giorgio de Chirico. Tra i dipinti di maestri internazionali sono notevoli Violin et livre (1924) del cubista Juan Gris e Paesaggio di Hegau (1927) di Otto Dix, oltre alle due tele di René MagritteL’amour (1949) e La Science des rêves (1950), mentre una delle sale più intense della mostra è Tra cielo e terra. Vitesilenti, giocata sul suggestivo confronto tra le nature morte di Giorgio Morandi e Amalasunte e gli Angeli Ribelli di OsvaldoLicini, in un dialogo tra realtà e fantasia, osservazione e immaginazione, che corrisponde a uno dei momenti più alti dell’arte italiana del dopoguerra. Degne di nota per la loro qualità opere come I sassi (1938) di Fausto Pirandello, Autoritratto (1924) di Antonio Donghi, la scultura in bronzo di Mirko BasaldellaRagazzo con un pesce (1935) e due delicate e sensibili tele, Pane e acqua (1928) e Uova fresche (1928-29), di Edita Broglio, artista ancora poco riconosciuta. Particolarmente interessante e originale la sezione L’altro orizzonte, dedicata a due nuclei di disegni di notevole pregio: da una parte le immagini crude e sarcastiche di maestri come George Grosz, Otto Dix, Ernst, Kirchner, e dall’altra una serie di rari e magnifici disegni di Scipione ‒ tra i quali spicca Il padre (1929) per sintesi espressiva ‒, che avrebbero meritato di essere meglio valorizzati. Il percorso si conclude con le due sale espositive al piano terra, dove sono presenti le opere degli artisti che hanno animato la galleria di Simona. Qui spiccano Negativo positivo n.4 (1956), una tela rigorosa e intensa della migliore stagione di Carla Accardi, una piccola teca di Rebecca Horn, Golden Fountain (2002), in dialogo con un’importante opera recente di Jannis Kounellis (Senza titolo, 2013) e una scultura di Maurizio Mochetti, Freccia nera (1974). Interessante e ricco di contributi il catalogo della mostra, che da Roma si sposterà al CIAC di Foligno dal 20 maggio al 21 agosto prossimi.
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati
Lettera, la newsletter quotidiana
Non perdetevi il meglio di Artribune! Ricevi ogni giorno un'e-mail con gli articoli del giorno e partecipa alla discussione sul mondo dell'arte.
Ludovico Pratesi
Curatore e critico d'arte. Dal 2001 al 2017 è stato Direttore artistico del Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro Direttore della Fondazione Guastalla per l'arte contemporanea. Direttore artistico dell’associazione Giovani Collezionisti. Professore di Didattica dell’arte all’Università IULM di Milano Direttore…