Il Metropolitan di New York rinnova le gallerie sull’arte antica cipriota, mediterranea e asiatica
Ammonta a 40 milioni di dollari il progetto firmato dallo studio di architettura NADAAA che prevede il totale rinnovamento delle gallerie del Museo dedicate all’arte cipriota, mediterranea e asiatica. Ecco come saranno
Rientra nell’ambito dell’importante progetto di restauro e rinnovamento dei propri spazi la ristrutturazione delle gallerie del Metropolitan Museum di New York dedicate a Cipro e all’antica Asia occidentale, comprendenti quindi manufatti e testimonianze provenienti da Iraq, Iran, Turchia, Siria, Yemen, dalla costa del Mediterraneo orientale e dall’Asia centrale. Queste aree geografico-tematiche erano prima esposte in ambienti separate; però a partire dal 2025 – anno in cui è prevista l’inaugurazione delle nuove gallerie – convoglieranno in un’unica raccolta, grazie al progetto firmato dallo studio di architettura con sede a Boston NADAAA, guidato dal designer Nader Tehrani, per un investimento pari a 40 milioni di dollari. Questi lavori andranno così ad aggiungersi a quelli che vedranno la realizzazione della nuova ala dedicata all’arte moderna, che verrà progettata dall’architetta messicana Frida Escobedo.
LA COLLEZIONE D’ARTE ANTICA DELL’ASIA E DI CIPRO DEL MET
Attualmente, le opere d’arte cipriote e dell’Asia occidentale del Met sono custodite in 11 gallerie al secondo piano del museo, adiacenti alle collezioni asiatiche e islamiche. Le nuove gallerie saranno sviluppate su un’unica pianta, così da collegare – non solo concettualmente ma anche fisicamente – le diverse collezioni. Il nuovo piano, così progettato, sarà caratterizzato da una serie di fondali che architettonici che mostreranno i materiali utilizzati per la realizzazione delle opere esposte, come argilla, rame, bronzo, oro, argento e lapislazzuli. Una enorme rampa collegherà le collezioni del Vicino Oriente antico e quelle cipriote, approfondendo il rapporto tra le opere d’arte in mostra e migliorando l’accesso per i visitatori all’interno dello spazio. Inoltre, i lavori di rinnovamento avranno come obiettivo la riduzione del consumo energetico di circa il 40%. “È un onore essere stato selezionato per questo progetto, che affronterà la necessità di raccontare in maniera diversa l’arte dell’antica Asia occidentale e delle regioni del Mediterraneo”, ha dichiarato Nader Tehrani. “Nel far dialogare diversi livelli della storia architettonica del Museo, il progetto proposto spera di allineare le proprietà formali, spaziali e materiali di queste gallerie con la missione del Met. Lavorando in collaborazione con i team curatoriali del Museo, saremo in grado di rinnovare questi spazi facilitando la connessione tra culture, civiltà e aree geografiche per raccontare una storia completamente nuova”.
LA VISIONE DEL MET SECONDO IL SUO DIRETTORE MAX HOLLEIN
“Le collezioni d’arte del Met dell’antica Asia occidentale e di Cipro sono tra le più complete del suo genere negli Stati Uniti, abbracciando 10.000 anni di arte e storia”, ha dichiarato Daniel H. Weiss, Presidente e CEO del Met. “Dalla nostra gestione di questo patrimonio deriva una responsabilità istituzionale, che accogliamo con favore, per dare al nostro pubblico un modo per apprezzare il patrimonio che è contemporaneo e accessibile”. Di recente il Met ha ricevuto una donazione di 125 milioni di dollari per ristrutturare l’ala del museo dedicata all’arte moderna, da parte dai coniugi Oscar Tang e Agnes Hsu-Tang, rispettivamente finanziere e membro del Consiglio di Amministrazione dell’istituzione e archeologa e storica dell’arte. La donazione permetterà così al Met di ristrutturare l’ala moderna del museo, su progetto dell’architetta messicana Frida Escobedo, attraverso la realizzazione di quasi 7500 metri quadrati di nuove gallerie e spazi espositivi destinati all’arte moderna e contemporanea. Questi lavori fanno parte del grande progetto di rinnovamento che il Met porta avanti da oltre un decennio, tra difficoltà e turbolenze di natura finanziaria gestiste a partire dal 2018, anno del suo arrivo al Met, dal direttore Max Hollein.
– Desirée Maida
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