Il ritorno a Maastricht di TEFAF, la fiera più bella del mondo
Con nuove date a giugno TEFAF fa il suo ritorno sulla scena del calendario dell'arte europeo. La fiera delle meraviglie più importante al mondo per arte, antiquariato e design festeggia quest'anno la 35ma edizione dall'avvio nel 1988
Migliaia di anni di storia dell’arte e della creatività umana sono tornati fianco a fianco nei corridoi di TEFAF, ovvero di quella che più che una fiera è una vera e propria enorme e ininterrotta wunderkammer, e di cui ricorre quest’anno il 35mo anniversario dalla fondazione nel 1988. Dopo l’interruzione nel 2021 causa covid, sono stati oltre 240 i galleristi provenienti da 20 nazioni che si sono ridati appuntamento al MECC di Maastricht per aprire di nuovo le porte ai visitatori dal 25 al 30 giugno 2022. Una finestra temporale e un numero di espositori leggermente ridotto rispetto alle precedenti edizioni, a causa anche del sovrapporsi di diversi calendari fieristici, che nulla ha tolto però all’eleganza e alla potenza di un evento che non ha pari e che offre un’esperienza di puro piacere in una avvincente caccia ai tesori di caratura museale.
IL RITORNO DELLA FIERA TEFAF IN OLANDA
A vigilare sulla qualità eccelsa degli oggetti esposti è come ogni anno il Vetting Committee di esperti, pilastro che sancisce l’affidabilità della fiera e garantisce per tutto quello che viene offerto nelle diverse sezioni di Dipinti, Antichità, Alta Gioielleria, Arte tribale, Arte Moderna, Arte Antica, Design, Opere su Carta e della sezione Showcase, con 6 gallerie emergenti che partecipano al TEFAF per la prima volta. Tutto contribuisce a creare un ambiente sicuro per chi vuole acquistare, in cui la conoscenza e la ricerca storica sono al servizio della trasparenza di un mercato in continuo cambiamento. E a percorrere i booth sono in effetti collezionisti che hanno anch’essi la configurazione di una connoisseurship d’altri tempi, che a volte abbiamo temuto perduta e che invece qui si ritrova a suo agio, a discorrere a lungo sulla storia e le storie di ogni singolo oggetto raro o rarissimo. Rendono però davvero impareggiabile l’esperienza di visita gli allestimenti e le invenzioni di display che caratterizzano TEFAF, in un’immersione a dir poco affascinante e mai stordente. Dal design di Tom Postma Design (TPD) realizzato da Stabilo ai fiori celeberrimi di Ten Kate Flowers, che sono ormai la firma distintiva di questa fiera – che forse pure sarebbe pronta ad azzardare un passo oltre – e fino ai caroselli di canapè e allo champagne nei corridoi, ad accogliere appassionati e collezionisti è un setting immersivo, elegante e di atmosfera, che non trascura la cura di alcun dettaglio per offrire un’esperienza che ha tutte le caratteristiche dell’unicità. E non si può fare a meno di pensare che ci sarebbe da imparare su questo approccio al display, per chi è abituato a dover essere solo occhio disincarnato che viaggia ancora nei white cube di fiere ed esposizioni globali, ad allestimenti a tratti punitivi, che rendono la riflessione e la fruizione delle ricerche contemporanee a volte castrante e respingente, perché così lontane dalla vita. In un momento storico in cui invece non si è mai avuta, forse, tanta fame di recuperare quello che di puramente vitale ci è stato a lungo sottratto. Ecco di seguito gli highlight da TEFAF.
– Cristina Masturzo
STATUARIA ANTICA
Il fascino della scultura antica è protagonista a TEFAF. Tra i tanti booth che ne avevano in esposizione colpisce appunto anche la creatività e l’efficacia nella progettazione dei display più idonei ad accoglierla, come quello di Tomasso ad esempio, in cui tendaggi bianchi costruivano ambienti e velavano e disvelano le sculture che lo abitavano. O l’apertura, una finestra sul corridoio, che sorprendeva il visitatore da David Aaron, con un accesso diretto e da diversi punti di fruizione al bellissimo Torso di Apollo in marmo, datato tra I e II secolo, incarnazione perfetta e ideale di giovinezza e nobiltà.
IL SEICENTO NAPOLETANO
Luca Giordano, Massimo Stanzione, de Ribera, Bernardo Cavallino sono solo alcuni dei maestri che fecero grande la pittura del Seicento napoletano e che si possono rintracciare con una certa frequenza negli stand di TEFAF, segno che quelle ricerche continuano ad affascinare un pubblico colto di intenditori. Su tutti quest’anno il Trionfo di Galatea di Luca Giordano. Datato 1675, quest’olio su tela è stato riscoperto solo di recente e arrivava da una collezione privata di Venezia al booth di Colnaghi, che esponeva anche un altro dei capolavori di questa edizione, un Willem van de Velde il Vecchio del 1645 venduto nell’area 10-12 milioni.
I PARAMENTI PER CAVALLO DEL SULTANO
Un lussuoso paramento per cavallo è al centro del booth di Kent Antiques di Londra, che partecipa per la prima volta a TEFAF con un oggetto straordinario e lussuoso in argento dorato, che fu creato per il Sultano ottomano Selim III che regnò tra il 1789 e il 1809, e poi, sessant’anni dopo, donato dal Sultano Abdulmecid alla Regina Vittoria, che a sua volta lo avrebbe regalato al Marchese di Lothian in Scozia. Da lì in poi le vicende della storia si sono incrociate con quelle del mercato dell’arte per poi essere riscoperto e visto ora a TEFAF, dove era in vendita da Kent per 2 milioni di euro.
UNA MAESTRA, GIOVANNA GARZONI (1600-70)
Non erano pochi i nomi di artiste di età antica e moderna selezionate dalle diverse gallerie quest’anno, da Artemisia Gentileschi ad Angelica Kaufmann e Sophie Tauber-Arp. Da Rob Smiths protagonista era invece Giovanna Garzoni, artista seicentesca autrice di una splendida Vergine della Sedia, una delicata rappresentazione sacra con oro e tempera su pergamena del 1649. Commissionata da Ferdinando II de’ Medici, l’opera guarda al modello del Tondo Doni di Raffaello, reinterpretando e rinnovando così un capolavoro con altre tecniche.
JACQUELINE LAMBA NELLA SEZIONE SHOWCASE
La galleria parigina che lavora con artisti storicizzati ed estate, ma anche con generazioni più giovani, fa il suo debutto a TEFAF nella sezione degli emergenti con un double solo show dedicato alle opere di Jacqueline Lamba in dialogo con la serie Ephémérides di Jacques Prévert. Dopo un iniziale avvicinamento alle ricerche surrealiste – Lamba, l’amour fou di André Breton e amica di Dora Maar e Frida Kahlo, che oggi è nelle collezioni del MOMA di New York e del Centre Pompidou a Parigi, ha virato verso un approccio più astratto per poi approdare negli anni ’60 a una pittura di paesaggi e luce ispirata ai periodi trascorsi ad Alpes-de-Haute-Provence. Le sue opere su carta dagli anni ’60 agli anni ’80 (7.000-10.000 €) si alternavano in questa occasione ai fiori colorati della serie Ephémérides di Prévert (4.000-5.000 €), una sorta di diario visivo di micro-eventi e amicizie quotidiane con i grandi artisti del XX secolo.
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