Giulio Paolini vince il Praemium Imperiale 2022 in Giappone. L’Italia non vinceva dal 2014

Il premio gli sarà conferito a Tokyo il 19 ottobre dal principe Hitachi insieme agli altri vincitori. Che sono altri nomi di primissimo piano: Ai Weiwei, Kazuyo Sejima + Ryue Nishizawa, Krystian Zimerman e Wim Wenders (Germania). E nel futuro dell’artista una mostra a Roma

Il Praemium Imperiale, alla 33a edizione e organizzato dalla Japan Art Association (la più antica fondazione culturale del Giappone, che gestisce l’Ueno Royal Museum a Tokyo) torna a premiare un artista italiano nella pittura, Giulio Paolini. Subito prima di lui Michelangelo Pistoletto nel 2013 nella sua stessa categoria e Giuseppe Penone per la scultura nel 2014, Riccardo Muti invece era stato l’ultimo a ricevere il riconoscimento nel campo della Musica. Il premio è cresciuto con pazienza e perseveranza e oggi è considerato a livello mondiale in campo artistico quello che i Premi Nobel sono per le scienze e la letteratura.  Il riconoscimento va oggi a Giulio Paolini, che, premiato per la sua straordinaria carriera passata, guarda però già al futuro con una mostra prossima a Roma.

IL PRAEMIUM IMPERIALE

In termini pratici ognuno dei vincitori riceverà un premio di 15 milioni di yen (circa 105.000 euro), un diploma e una medaglia. Parallelamente la Japan Art Association dal 1997, attraverso il Praemium Imperiale, assegna una Borsa annuale, un contributo di 5 milioni di yen (circa 35.000 euro) a un gruppo o a una istituzione che promuova la partecipazione dei giovani all’arte. Quest’anno i fondi sono andati alla Kronberg Academy Foundation. Nomi non solo significativi nel campo delle proprie aree di competenza quest’anno tra i premiati, ma personaggi incredibilmente noti anche ad un livello più sistemico e popolare. Da Ai Weiwei, forse il più famoso degli artisti cinesi ormai simbolo della lotta alla dittatura e contro l’appiattimento della libertà individuale e civile, all’amatissimo regista Wim Wenders. Scelte che raccontano di un interesse anche sociale della manifestazione e di un dichiarato occhi di riguardo per le personalità che raccontano valori di riflessione, impegno e crescita sinergica e inclusiva. Scelte fondative che trovano riscontro anche nella recente nomina come Consigliere Internazionale del Praemium Imperiale per gli Stati Uniti dell’ex-Segretario di Stato americano Hillary Rodham Clinton.

Ai Weiwei - Al Kettle’s Yard, Cambridge, UK, 2022 Foto: Shu Tomioka

Ai Weiwei – Al Kettle’s Yard, Cambridge, UK, 2022 Foto: Shu Tomioka

IL PRAEMIUM IMPERIALE A GIULIO PAOLINI

Un ringraziamento sincero quello di Giulio Paolini nell’intervento che segue la sua proclamazione. Il padre dell’arte concettuale italiana, uno dei più raffinati interpreti dell’arte contemporanea del secondo dopoguerra non parla di traguardi e risultati, ma di ispirazione e modelli, lo fa ricordando lo scomparso Jean-Luc Godard e commentando il premio corrispettivo dato per il cinema a Wim Wenders. Commenti disincanti sulla società che viviamo, sul mondo di un mercato dell’arte sempre più macchinoso che sente tanto lontano da lui e dal lavoro dell’artista, alza le spalle di fronte alle nuove frontiere tutte digitali del contemporaneo, storce il naso sugli NFT. Diffidenza e repulsione per le scelte rapide, risolutive, si lascia sotto le suole delle scarpe le certezze banali del quotidiano, anche l’opinione del pubblico, e abbraccia l’arte, l’immaginazione pura, la creatività e il dubbio l’artista che ha iniziato la sua carriera facendo propria la domanda che già si poneva de Chirico «Et quid amabo nisi quod aenigma est?» (che cosa amerò se non l’enigma delle cose?) e che ancora a più di cinquant’anni intitola con una domanda una sua mostra – quella appena conclusasi al Museo Novecento di Firenze – Quando è il presente? Per rimarcare ancora di più la direzione in geniale controtendenza del suo lavoro dà qualche anticipazione sul prossimo progetto di mostra, tutto proteso verso il concetto di accademia, immagine desueta che invece, sottolinea il maestro, avrebbe ancora molto da dire. Non ci sono ulteriori indizi, ma si sa che si svolgerà all’Accademia di San Luca a Roma.

– Ofelia Sisca

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