Secondo viaggio nella psichedelia tra arte, musica e cinema

Ci sono i Beatles e Kubrick, i Grateful Dead, i Pink Floyd, Fellini, e Buzzati in questa cavalcata negli Anni Sessanta. La meta? Il cuore del pensiero psichedelico

Il pifferaio ai cancelli dell’alba è il titolo del primo album dei Pink Floyd (1967) con Syd Barrett ancora alla guida, prima che il suo cervello andasse in tilt, per sempre, a causa di troppo reiterati viaggi psichedelici. Cito i Floyd, perché furono loro, per me, il ponte per esplorare la cultura psichedelica.
La prima parte di questo breve racconto si chiudeva con la messa fuori legge delle droghe psichedeliche sintetiche, cui seguì la espansione dei laboratori clandestini e la diffusione dell’LSD-25 e delle sorelle minori (mescalina, psilocibina, DMT, DET) come strumento di conoscenza e di comunione con un mondo oltre il reale, panteista, una concezione del mondo piuttosto vicina alla visione di Baruch Spinoza: Deus sive Natura, Dio ossia la Natura, natura concepita come l’insieme di tutto ciò che esiste.
Molti anni dopo è ricomparsa una droga di sintesi molto pericolosa, la metamfetamina, nota come MDMA o ecstasy, che fu sintetizzata per la prima volta da un farmacista giapponese nel 1893 e ridotta in cristalli nel 1919, sempre in Giappone. La droga stimola la produzione di dopamina, un neurotrasmettitore che potenzia le sensazioni di benessere e piacere, scompaiono fatica e fame, tutti sono amici, il mondo è bello, molti sono finiti con il cervello bruciato, senza ritorno. Questo composto letale, prodotto in scala industriale nella Germania nazista con il nome commerciale di Pervitin, è stato, con le forze corazzate di Heinz Guderian e la Luftwaffe di Hermann Göring, uno dei fattori del successo iniziale della blitzkrieg nazista. Soldati senza paura che marciano per ore senza stancarsi e senza mangiare. Il Pervitin veniva dato in pastiglie e sciolto nella cioccolata dei fanti, dei carristi e dei piloti da caccia. Tutto ciò per chiarire che l’ecstasy non solo è estremamente pericolosa, non solo provoca comunque danni cerebrali, ma è anche un composto non psichedelico, non libera niente e il backlash, sempre che i neuroni non siano andati in fumo per sempre, è micidiale.
André Breton scrive, nel secondo manifesto del Surrealismo (1930): “Tutto induce a credere che esista un certo punto dello spirito dal quale la vita e la morte, il passato e il futuro, il comunicabile e l’incomunicabile, l’alto e il basso, cessano di essere percepiti come opposti”. Questo pensiero scende dalla filosofia neoplatonica (Plotino) incontra la Cabbala, i Rosacroce (forse mai esistiti, ma forse sì) e l’Alchimia.

Ken Kesey, Volantino Promozionale dell'Acid Test, 1965

Ken Kesey, Volantino Promozionale dell’Acid Test, 1965

KEN KESEY E L’ACID TEST

Nel 1960 Ken Kesey (famoso per il romanzo Qualcuno volò sul nido del cuculo) apprende per vie oscure che all’ospedale di Menlo Park (Bay Area, San Francisco) è in atto una sperimentazione segreta, sponsorizzata dalla CIA e chiamata MK-Ultra, in cui si viene pagati 75 dollari a seduta per assumere sotto controllo le più diverse sostanze psicoattive (LSD, psilocibina, mescalina, cocaina, DMT). Ne è così entusiasta che si fa assumere come inserviente in un vicino ospedale psichiatrico (dove la notte ha accesso al deposito delle medicine …) e lì inizia la scrittura del cuculo, che poi diverrà il mitico film di Milos Forman con Jack Nicholson. Nel 1962 esce il libro, che va subito in classifica. Con i diritti d’autore Ken acquista un ranch a La Honda (San Francisco sud) che diviene una cellula della controcultura. Un ospite prezioso è Neal Cassady (alias Dean Moriarty, ossia il coprotagonista di On the Road di Jack Kerouac).
Lasciata La Honda, si trasferisce a New York con la sua compagnia, compra un vecchio Bus Harvester, lo restaura, lo dipinge al modo psichedelico (mandala, arcobaleni, fulmini). L’interno è svuotato e trasformato in una macchina musicale che cattura i suoni della strada e li rimanda amplificati, dentro il bus e fuori dal bus, tutto viene filmato, ma il girato sarà quasi completamente inutilizzabile, fuori fuoco, bruciato o fuori sincrono. La missione è bloccare la imminente apocalisse. In una ghiacciaia riposa una scorta di succo d’arancia tagliato con LSD – 25 che viene donato a chi lo chiede. Lo scrittore Tom Wolfe fa parte della combriccola e scriverà sul tema un libro bellissimo, The Electric Kool-Aia Acid Test. Al volante sta Cassady, la banda si nomina “Merry Pranksters” (Allegri Burloni), la pratica della distribuzione di LSD si chiama Acid Test (i Beatles lo citeranno in Magical Mistery Tour, gli Who ne fanno un pezzo leggendario: Magic Bus). La British Invasion musicale, i Beatles di Revolver, i Jefferson Airplane, Donovan, i Grateful Dead, e molti altri meravigliosi musicisti faranno il resto. Il quartiere in declino di Haight-Ashbury a San Francisco, il Laurel Canyon a Sausalito (LA) la intera città di Londra (Swinging), Amsterdam, Ibiza (prima del cemento e dell’orrore delle discoteche) e Formentera divengono i poli magnetici della psichedelia e dell’arte psichedelica, luoghi hippie, freak, flower power. Love Is All Around come cantano i Troggs.

Rick Griffin, copertina palindroma dell'album dei Grateful Dead “AoxoMoxoa”, 1969

Rick Griffin, copertina palindroma dell’album dei Grateful Dead “AoxoMoxoa”, 1969

DAI BEATLES A KUBRICK

Nel 1967 esce Sgt. Pepper dei Beatles, vale a dire ‒ da ogni punto di vista, grafica della copertina, (Peter Blake) compresa, l’epitome della psichedelia ‒ un album che non finisce mai di sorprendere, di una bellezza folgorante. Il solco finale dell’ultimo brano di Sgt. Pepper in vinile non finisce mai (nel CD questo effetto, purtroppo, si perde), è ad anello e dura all’infinito, non fa scattare il meccanismo di stop del piatto e alzare il braccio del giradischi, sono due secondi di parole tra i Beatles in studio, registrate normalmente e mandate al contrario, incomprensibili. Leggenda vorrebbe che alcuni lo stiano ascoltando, senza interruzioni, dal primo giugno del millenovecento sessantasette.
È ora opportuno citare tre film, diversi, ma certamente psichedelici, che non hanno bisogno di riassunti: 2001: A Space Odissey di Stanley Kubrick (1968) Easy Rider di Denis Hopper e Peter Fonda (1969) e Zabriskie Point di Michelangelo Antonioni (1970), con la esplosione al rallentatore della villa modernista e lussuosa e dei simboli della società dei consumi bordo piscina, commentata da una versione, rallentata anch’essa, di Careful with that Axe, Eugene dei Pink Floyd. Ecco, non si può non avere visto questi film.

Copertina della rivista Re Nudo, numero 6, 1971

Copertina della rivista Re Nudo, numero 6, 1971

PSICHEDELIA, ARTE E FUMETTI

Nella seconda parte degli Anni Sessanta, artisti giovani, che usano colori fosforescenti, serigrafia, citazioni mistiche, Induismo, Buddhismo, Zen, Gnosi, Shintoismo, droga, stampe multiple su materiali non cartacei, collage, montaggi, architetture futuribili sospese tra Disneyland e Buckminster Fuller, William Blake e Helena Blavatsky (fondatrice della Società Teosofica), Giordano Bruno e il Mago Nero Aleister Crowley (che, tra l’altro, sta tra i personaggi della copertina di Sgt. Pepper dei Beatles, è il secondo in alto a sinistra). E poi Dioniso e William Burroughs, Georges Gurdjieff e San Francesco… una esplosione artistica che, davvero, può essere considerata una delle ultime Avanguardie del Novecento.
Un’arte giocosa, capace a volte di slittare nel kitsch, ma con buon gusto. Sottomarini gialli, citazioni alla Max Ernst di Una Settimana di Bontà, il Dio Duchamp, Gustav Doré e l’accumulatore a Orgoni di Wilhem Reich (da giovane ne costruii uno, assai primitivo, non funzionava).
Impossibile non citare i Big Five della Summer of Love californiana: Rick Griffin, con la copertina palindroma dell’album Aoxomoxoa dei Grateful Dead, (anche il titolo è palindromo) Stanley Mouse & Alton Kelley, Wes Wilson, con le ragazze liberty e il lettering modificato in ogni modo possibile, Victor Moscoso.
Impossibile non ricordare Robert Crumb, il padre del fumetto underground e Gilbert Shelton con i suoi Freak Brothers.
Lo studio londinese Archigram (Architettura + aerogramma) e la città che cammina di Ron Herron. Il già citato Peter Blake (Sgt. Pepper), Klaus Voormann (copertina di Revolver dei Beatles), Lee Conklin (i manifesti del Fillmore di San Francisco). La Dream Machine di William Burroughs e Brion Gysin (1960): un cilindro di cartone con le pareti traforate a sezioni regolari e, nel mezzo, una lampadina, il tutto piazzato su un piatto di giradischi e fatto ruotare a 78 giri; la luce stroboscopica che esplode dai tagli ha una frequenza compresa tra 8 e 13,9 Hertz, quella delle onde alfa che il nostro cervello genera quando siamo rilassati. La macchina va utilizzata a occhi chiusi (in rete è disponibile la sua versione elettronica).
Heinz Edelmann e il suo Yellow Submarine, i fattissimi olandesi The Fool (che, nel 1967, dipinsero l’enorme murale della boutique Apple ‒ i Beatles, non i Mac ‒ al 94 di Baker Street, Londra, fatto poi oscurare dalla autorità cittadine), scenografi, stilisti, pittori, musicisti, Botticelli che ha ingerito due bottoni di peyote.
Hans R. Giger, svizzero e cupissimo (la creatura di Alien è roba sua), H.P. Lovecraft che disegna. Milton Glaser, copiatissimo genio della grafica. Hapshash and the Coloured Coat. Lo studio Hipgnosis (una crasi pare suggerita da Syd Barrett, ossia gnosi + hipster, la conoscenza e l’essere alla moda) e le più belle copertine dei Pink Floyd.
E ancora: la regina del pois Yayoi Kusama e le sue orge cosmiche newyorchesi, dove tutti scopano (ma lei no), inscenano scene zoofile, finte, e si dipingono a vicenda. La principessa dell’Arte Optical Bridget Riley. Martin Sharp con la copertina di Disraeli Gears dei Cream.

Mario Schifano, copertina del 45 giri della Equipe84 “29 Settembre”, 1967

Mario Schifano, copertina del 45 giri della Equipe84 “29 Settembre”, 1967

PSICHEDELIA ALL’ITALIANA

Per finire, come scritto nella prima parte di questo breve viaggio nell’arte psichedelica, l’Italia. Tre geni totali vanno citati. Federico Fellini, Dino Buzzati eCarmelo Bene.
Federico Fellini prova l’LSD e il suo Giulietta degli spiriti (1965) ne è una evidente conferma, ma ne rimane deluso e, in verità, il genialissimo Federico di LSD non aveva bisogno, lui era in acido, sempre.
Il Poema a fumetti di Dino Buzzati (1969) è il mito di Orfeo ed Euridice in chiave psichedelica. Oggi le graphic novel sono popolarissime e celebratissime, il Poema di Buzzati supera di alcuni chilometri qualsiasi lavoro contemporaneo (e ve ne sono di bellissimi).
Il film di Carmelo Bene Salomè (1972) è una sua rilettura del testo di Oscar Wilde, girato in studio a Cinecittà, coloratissimo, provocatorio, sperimentale. Palme e una ultima cena super pop dove Gesù si trasforma in un vampiro. Il palazzo di Erode è una comune psichedelica. In un cartone animato iniziale un cammello passa, sorridente, dalla cruna di un ago. Lacrime di vetro, colori fosforescenti, materiali 3M policromi e specchianti. Il Profeta Giovanni Battista esce da una torta gigante vestito da calciatore, si esprime come un analfabeta di ritorno e viene preso a ceffoni dai cortigiani. La sua decapitazione, che non si vede, è simboleggiata da un energumeno che taglia in due una anguria con la sciabola.
La copertina del 45 giri di 29 settembre (elaborata da Mario Schifano) è dichiaratamente psichedelica e occorre citare Maurizio Vandelli, che non era il leader della Equipe 84, Maurizio era La Equipe 84. Così la copertina di Volo Magico n.1 del mai abbastanza compianto Claudio Rocchi (due ante di un muro di mattoni in bianco e nero, che si aprono a destra e sinistra della copertina su una immagine del cosmo, a colori), l’album rimane uno dei migliori e più influenti dell’intero panorama rock nazionale.
Ettore Sottsass e Fernanda Pivano pubblicano la rivista Pianeta Fresco – Tecnologia del decondizionamento, Sottsass aveva progettato ipotetici distributori automatici di incenso, LSD e protossido d’azoto (alias gas esilarante, assai in voga tra i Beat, utilizzato nella medicina odontoiatrica come anestetico, una volta).
Sempre nel campo periodici, vanno ricordate le riviste Puzz di Max Capa, Insekten Sekte di Matteo Guarnaccia e, ovviamente, Re Nudo di Andrea Valcarenghi.
La psichedelia si trascina per un breve tratto degli Anni Settanta, ma la sua morte, da noi, è il Festival di Re Nudo, al Parco Lambro (Milano) nel 1976. Poco dopo i polli congelati sparsi per il parco, frutto di un inutile esproprio proletario, arriveranno le pistole e l’eroina, il sogno di un mondo d’amore e fratellanza, di una intelligenza in rapporto armonico con il Tutto, finisce come peggio non si poteva immaginare.
Ma, citando il sommo William B. Yeats: “In dreams begin responsibilities”, nei sogni cominciano le responsabilità, e molti di noi sono nella banda dei cuori solitari del Sergente Pepper.
Finale: da decenni si tramanda la leggenda dell’incauto pusher che, acquistate qualche migliaio di dosi di LSD in forma tipicamente liquida (poca roba, anche se diluita, 250 microgrammi, la dose assunta da Hofmann, sono 250 milionesimi di grammo), le versa in un preservativo e lo inghiotte, con la idea, passata la frontiera, di recuperarlo nel modo che non è difficile immaginare. Gli acidi della digestione sciolgono l’involucro, lo spacciatore muore, fulminato all’istante, però, senza dubbio alcuno, in un lampo ha capito tutto, ha visto Dio, poi il viaggio nell’iperspazio e il Nulla buddhista, il Nirvana.
Jai Guru Deva, Om.

Stefano Piantini

BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE

André Breton, L’arte magica, 1957, trad. it, Adelphi, 1991

Matteo Guarnaccia, Psichedelia. Eroi, situazioni, arte e letteratura, Shake, 2010

Matteo Guarnaccia, Il grande libro della psichedelia, Hoepli, 2017

Robert Masters – Jean Houston, Arte psichedelica, 1968, trad. it., Bompiani, 1968

Aby Warburg, Il rituale del serpente – Una relazione di viaggio, 1939, trad. it., Adelphi, 1998

Tom Wolfe, Electric Kool-Aid Acid Test, 1968, trad. it., Mondadori, 2013

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Stefano Piantini

Stefano Piantini

Stefano Piantini (Venezia, 1956). Laureato alla Università Bocconi (1980). Editore Incaricato di Electa SpA, membro del CdA di Electa, Electa Umbria, Electa Napoli, Arnoldo Mondadori Arte, Membro del Comitato Direttivo del Gruppo Elemond (1982-1996) Assistente al Presidente del Touring Club…

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