Le foto dalla fiera Paris Internationale. Allestita dove nacque l’Impressionismo
Alla sua ottava edizione, la fiera Paris Internationale si tiene in un luogo mitico per la storia dell'arte: quello in cui si tenne la prima mostra degli impressionisti. Ora invece si naviga fra gli stand di 60 giovani gallerie
Era il 2015, un’altra epoca: in Occidente il concetto di pandemia era percepito come distante e irreale e a Parigi la fiera FIAC stava vivendo quello che sarebbe stato l’ultimo periodo di crescita nel suo percorso di alterne fortune. Nel 2015, appunto, nasceva Paris Internationale, sulla falsariga delle fiere piccole e curate promosse direttamente da un ristretto numero di gallerie, nella fattispecie Antoine Levi, Gregor Staiger, Crèvecoeur, Sultana e High Art.
LA STORIA DI PARIS INTERNATIONALE
Sin da subito si capì che l’esperimento avrebbe avuto successo, certo per la qualità e il coraggio nelle proposte, ma anche per l’accurato location scouting. Si è così passati da un doppio hotel particulier all’ex redazione del quotidiano Libération, in un tour parigino che quest’anno conduce nell’ex studio del mitico fotografo Nadar, proprio dove – nel 1874 – si tenne la prima mostra degli Impressionisti. Non è tuttavia il luogo che ci si potrebbe aspettare: i sei piani (contando il -1, dove è allestita una mostra prodotta in collaborazione con CNAP – Centre National des Arts Plastiques, e il pianterreno) sono in corso di ristrutturazione (diventeranno uffici, in una zona dove i valori immobiliari superano i 20mila euro al metro quadrato), dunque decisamente rough, con amplissime pareti vetrate e una terrazza interna in cui concedersi una pausa tra le ritmate schiere di cartongesso. Pausa che si può articolare in più d’una modalità, visto che fra gli stand ci sono anche editori piccoli e grandi di alta qualità, e poi il caffé Illy, un bel bar e il pop-up del mitico progetto culinario ONA.
PARIS INTERNATIONALE: IL PROGRAMMA
Quanto all’offerta più propriamente artistica, parliamo di 60 gallerie provenienti da 26 Paesi, con l’iniziale preponderanza franco-parigina ormai perfettamente bilanciata. Anche l’assenza totale di italiani alla prima edizione è ormai un lontano ricordo: quest’anno ci sono infatti, oltre a Ciaccia Levi (che ora ha una sede anche a Milano insieme a quella nella capitale francese), Apalazzo di Brescia, Ermes Ermes di Roma, Fanta-MLN di Milano, Gregor Staiger (anche lui con una sede a Milano in aggiunta a quella zurighese) e P420 di Bologna.
Una boccata d’aria fresca sia climatica che propositiva, a confronto con una prima edizione di Paris+ che, alle impressioni a caldo, lascia più di un dubbio.
Marco Enrico Giacomelli
https://parisinternationale.com/
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