L’arte per i Mondiali di calcio del Qatar può essere etica?
Tra le opere di Eliasson e Neto e le mega installazioni commissionate per i mondiali di calcio, non ci sono grandi nomi dell'arte contemporanea che abbiano alzato la voce per denunciare le violazioni dei diritti umani...
Che debbano essere le popstar a spiegare agli artisti contemporanei come navigare l’etica contemporanea, può sembrare un paradosso. Per la Coppa del Mondo FIFA 2022, che aprirà il 20 novembre in Qatar, sono stati proprio cantautori come Rod Stewart, Shakira e Dua Lipa a mettere le mani avanti rifiutando di esibirsi là dove vi sono “palesi violazioni dei diritti umani”. Tra le migliaia di operai morti per la costruzione del colossale Lusail Iconic Stadium, tutti immigrati dal Sud Est Asiatico che vivevano nel Paese in condizioni disumane ed erano trattati come schiavi, e le repressioni misogine e anti-LGBTQIA (cui Pantone ha reagito a modo proprio), lo Stato del Golfo Persico non si è proprio distinto per eticità. Ma gli artisti, in tutto questo, dove sono?
CHE RUOLO HA L’ARTE CONTEMPORANEA NELLA PROTEZIONE DEI DIRITTI UMANI?
In forte contrasto con le manifestazioni di vicinanza alle cause ucraina, afghana e iraniana, non si sono levate voci di grandi artisti in difesa dei diritti umani di coloro che vivono e lavorano nel ricco Paese della penisola arabica. Sulla scia di interventi preesistenti – come l’installazione di 24 metri di Richard Serra, Maman di Louise Bourgeois e la colossale The Miraculous Journey di Damien Hirst – anche le artistar Olafur Eliasson ed Ernesto Neto hanno accettato volentieri le commissioni di due grandi opere pubbliche tra l’area di Al Zubarah e il forte di Ain Muhammad in occasione dei mondiali. E queste non sono che una piccola parte delle decine di opere pubbliche di arte contemporanea che i Qatar Museums hanno richiesto a grandissimi nomi dell’ambiente, tra cui Jeff Koons, Ugo Rondinone, KAWS, Yayoi Kusama, Katharina Fritsch, Peter Fischli & David Weiss, Simone Fattal e Suki Seokyeong Kang. A questi interventi, si sommano poi la grande esposizione Forever Valentino, la mostra più estesa mai realizzata dalla maison, il nuovo museo che aprirà a Lusail su progetto di Herzog & de Meuron e lo stesso stadio, progettato da MANICA insieme allo studio Norman Foster + Partners.
LE PROTESTE CONTRO LA COPPA DEL MONDO IN QATAR
Che il lento stillicidio dei lavoratori migranti e le repressioni illiberali siano percepite con minore gravità rispetto a invasioni dirette e soppressioni nel sangue, è un errore comune, anche se ugualmente ingiustificabile. Il comitato per i diritti umani del Parlamento europeo si è espresso bollando la manifestazione come “coppa della vergogna” e invitando il pubblico a non assistere alle competizioni (per le quali lo stesso Qatar sembrerebbe stare pagando dei finti tifosi per fare massa), mentre alcune personalità dello spettacolo hanno attirato l’attenzione sul problema con un piglio più ironico. Il comico britannico Joe Lycett, per esempio, ha dichiarato che donerà 10mila sterline a degli enti di beneficenza che supportano i diritti gay nel calcio se David Beckham si ritirerà dall’accordo di sponsorship per i mondiali: in caso contrario, ha aggiunto, distruggerà la stessa somma. Possibile, viene da chiedersi, che l’arte non si stia affiancando alle voci discordanti, lasciando il fardello della protesta in mano ad associazioni e celebrity?
Giulia Giaume
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