Muore a 81 anni Pio Monti, leggendario gallerista italiano
Ripercorriamo vita e carriera di una gallerista che è stato per quasi sessant’anni protagonista indiscusso dell’arte contemporanea italiana, dalle sue gallerie tra le Marche e Roma e la grande amicizia con l’artista Gino De Dominicis
È morto a 81 anni Pio Monti, mitico gallerista italiano la cui attività si è svolta per mezzo secolo, indiscusso protagonista delle dinamiche dell’arte contemporanea italiana dal secondo Dopoguerra a oggi. Monti è scomparso nelle Marche, solo due giorni prima era morta anche la moglie. Il suo percorso di gallerista è iniziato a Macerata, dove nel 1969 ha aperto il suo primo spazio espositivo, per poi proseguire a Roma, dove conosce e intesse una profonda amicizia e sodalizio professionale con Gino De Dominicis, con il quale condivise l’appartamento in un palazzo in Via San Pantaleo. L’edificio, nel 2015, è stato proprio intitolato a De Dominicis, per volontà di Pio Monti e Simone Carella.
PIO MONTI, VITA DA GALLERISTA
Nato a Macerata nel 1941, Pio Monti apre la prima galleria nella sua città di origine, chiamandola Artestudio. Durante gli anni giovanili, fu un rappresentate di prodotti cosmetici, e appena giunto a Roma frequenta il Caffè Rosati, luogo di incontro degli artisti del periodo. È qui che conosce Gino De Dominicis: “lui ha trascinato, con le sue visioni sull’immortalità, il rappresentante di cosmetica che ero. In quanto tale, avevo a che fare con una crema, la Eterna 27 della Revlon, che avendo gli acidi nucleici arrestava il dissolvimento delle cellule, fermando quindi il tempo a 27 anni, quando si dice che inizi l’invecchiamento”, raccontava il gallerista in un articolo da lui scritto su Artribune in occasione dei suoi quarant’anni di attività. Nel 1975 apre la sua prima galleria romana, in Via Principessa Clotilde, per trasferirsi poi in anni recenti in Via dei Chiavari, in uno spazio disegnato da Carlo Berarducci e poi in Piazza Mattei, dove la galleria si chiamerà PIOMONTI arte contemporanea. “Il 27 novembre del 1975 ho inaugurato lo spazio a via Principessa Clotilde. Lì sono passati tutti, artisti e galleristi, critici e personaggi vari”, continuava Monti. “All’ultimo piano abitava Lina Wertmuller e, così, per le scale incrociai e conobbi Federico Fellini. Un uomo così visionario e ricco di fascino che non potei non fantasticare sulla sua passione anche per l’arte. Rimasi così deluso quando andai a trovarlo a casa sua in via Margutta e vidi i quadri che aveva alle pareti… In quell’occasione mi regalò un suo disegno del Casanova da cui trassi una serigrafia in cento esemplari che lui caramente mi firmò. Questa si aggiungeva alle tante edizioni di grafica che realizzai con noti personaggi dell’arte, soprattutto di avanguardia, come Alviani, Albers, De Dominicis, Prini, Pisani, Merz, Sol LeWitt, Buren, Ben, Morellet, Cucchi, Kounellis, De Maria, tra gli altri”.
PIO MONTI RACCONTA LA SUA STORIA DI GALLERISTA
Alla fine degli anni Novanta, Pio Monti apre nuovamente una galleria a Macerata; nel 2015 sarà poi la volta di un altro spazio espositivo, questa volta a Recanati, la Galleria L’Idill’io arte contemporanea in Piazza Giacomo Leopardi. “In quel periodo, e dopo, furono tanti gli incontri che si accumularono ai precedenti, come Man Ray a Parigi e Martin Heidegger (data la sua altezza rispetto alla mia, un gigante interrotto) in Svizzera nel 1969, dove andai a trovarlo con Capogrossi e in quell’occasione mi dedicò una copia del suo libro L’arte e lo spazio, opera che mi suggerì di comprare Lo sbaglio lo spazio il tempo di Gino De Dominicis, poi presentata alla Biennale di Venezia del 1978”, raccontava Monti. “La mia storia viene prima di Roma, ma Roma mi ha preso. Come dico sempre, sono nato nelle Marche e maleducato a Roma. Forse sarà per questo che, avendo la galleria a piazza Mattei (dove visse Leopardi durante il suo periodo romano), ho scelto di aprire anche uno spazio marchigiano, IDILL’IO arte contemporanea a Recanati, di fronte la statua di Giacomo Leopardi a cui ogni mostra è dedicata come omaggio visivo. Lì porto i miei amici, alcuni di quegli artisti che hanno costellato i cieli dei miei lunghi anni galleristici. Conservo il ricordo anche di chi non ho avuto ancora la fortuna di ospitare in un mio spazio, una corrispondenza a matita con Giulio Paolini per esempio, un incontro che non si è ancora formalizzato. Purtroppo con la mia formazione culturale, vivo solo ed esclusivamente il presente, per cui non mi interessa né il futuro né il passato, così sarò sempre immortale con l’arte, punto. Ho messo le foto della mia storia passata perché “il futuro è passato” di moda. Chi va alla moda, va fuori moda”. Indimenticabili resteranno i suoi calembour, i suoi giochi di parole, che accompagnavano l’attività professionale di un gallerista della vecchia guardia che però era stato capace di affrontare con la giusta chiave gli Anni Duemila, “per mari e Monti”, come diceva lui.
Desirée Maida
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