Il programma culturale 2023 a Brescia, tra grandi mostre e restauri ambiziosi
Presentato il palinsesto per l'anno da Capitale Italiana della Cultura, tra il "nuovo" Museo del Risorgimento, l'arte contemporanea di Fabrizio Plessi e il progetto storico-archeologico del Corridoio Unesco
Un 2023 di grandi mostre, progetti innovativi e rinnovamenti museali: così a Brescia si celebra la nomina, condivisa con Bergamo, di Capitale Italiana della Cultura. A cominciare da questo stesso inverno 2022-23, la città del leone si apre infatti a un palinsesto che dall’età romana arriva a toccare la storia delle signorie, il Risorgimento e l’arte contemporanea, per dare nuovo lustro a un patrimonio storico e artistico straordinario e troppo a lungo adombrato dagli altri tesori culturali italiani.
IL PROGRAMMA CULTURALE PER IL 2023 DI BRESCIA
A trenta giorni di distanza dalla cerimonia di inaugurazione dell’appuntamento bresciano e bergamasco, gli annunci per quest’anno sono tanti, a cominciare da un’importante novità: la conclusione del progetto Corridoio UNESCO che va a unire Brixia, il Parco Archeologico di Brescia romana a il Museo di Santa Giulia in una offerta senza pari (con tanto di nuovo allestimento della sezione romana). Nuove mostre anche per uno dei gioielli della città, la Pinacoteca Tosio Martinengo – che grazie all’omonimo conte vanta un grande corpus di opere rinascimentali (non ultimi due straordinari Raffaello) e a lui coeve -, incluso un illuminato progetto su Giacomo Ceruti, che come anticipato dal direttore di Fondazione Brescia Musei Stefano Karadjov sarà anche al centro di un progetto fotografico di David LaChapelle. E poi ancora il Cinema Nuovo Eden e il Castello di Brescia: qui, accanto al Museo delle Armi Marzoli, aprirà a fine gennaio il nuovo Museo del Risorgimento Leonessa d’Italia, che torna dopo 10 anni con un percorso innovativo che collegherà idealmente la Repubblica bresciana alla Costituzione italiana per ribadire l’importanza dell’autodeterminazione dei popoli.
LA GUIDA DI FONDAZIONE BRESCIA MUSEI E LA CONSAPEVOLEZZA DEL PATRIMONIO
“Come Fondazione Brescia Musei, dataci la fiducia di gestione del patrimonio comunale, stiamo traducendo in azione una visione strategica che va a valorizzare lo straordinario tesoro su cui l’amministrazione ha investito molto negli ultimi 40 anni, cioè sin dall’apertura del Museo di Santa Giulia, e che ultimamente ha subito una accelerazione fortissima per mostrare ai bresciani, agli italiani e al mondo gli asset straordinari che la città custodisce“, ha commentato la presidente di Fondazione Brescia Musei Francesca Bazoli. “Abbiamo lavorato tantissimo sul museo e il parco archeologico, che oltre ad essere un sito UNESCO costituiscono insieme il più importante parco archeologico a nord di Roma. Parliamo di un patrimonio molto, troppo sconosciuto rispetto alle sue potenzialità straordinarie, soprattutto ora che vi abbiamo associato un palinsesto di attività di arte contemporanea, che va a risemantizzare l’archeologia“. Questo programma, che tra le altre attività porta in città da tre anni artisti dissidenti da tutto il mondo secondo il fil rouge dei diritti umani (e che aprirà in futuro all’Associazione Genesi), vedrà succedere a Emilio Isgrò l’artista Fabrizio Plessi, che da giugno invaderà lo spazio diffuso con proiezioni digitali e video-installazioni.
Lo scopo di questa grande ristrutturazione (e investimento) è duplice: “Creare una autoconsapevolezza della città di avere un asset di crescita straordinario, la cultura, che affianchi quello già esistente della manifattura, ma anche rendere i musei bresciani sempre più vicini alla definizione fornita da ICOM e Convenzione di Faro, cioè uno snodo del welfare cittadino”, sul solco dell’iniziativa internazionale di successo delle talk di Open Doors.
L’ALLEANZA TRA BRESCIA E LA LOMBARDIA
“I sindaci Sala e Del Bono ci hanno già parlato della collaborazione tra Milano e Brescia, soprattutto per la Capitale della Cultura con Bergamo“, ha commentato all’annuncio del programma l’assessore milanese alla Cultura Tommaso Sacchi, che ha accolto alla Galleria d’Arte Moderna la delegazione bresciana. “Il federalismo culturale tra città lombarde e italiane è un punto chiave di natura politica, perché sulla relazione scaturita dai prestiti tra città può nascere una circuitazione del patrimonio diffuso. Questo deve contare su contesti autorevoli, come Fondazione Brescia Musei, per invertire la rotta che vede le città in presunta rivalità tra loro: le città d’arte e di cultura possono e devono lavorare di più insieme“, ha concluso, portando l’esempio del recente viaggio a Firenze del Quarto Stato, che alla GAM ha trovato ora la sua nuova casa. “Dall’energia alla mobilità alla cultura e al turismo, ci sono molte collaborazioni tra città che andranno a rafforzarsi: tra le tantissime cose negative della pandemia, ci sono state però anche delle opportunità, come il turismo di prossimità“, ha raccontato l’assessora alla cultura e vicesindaca bresciana Laura Castelletti. “La crescita di Brescia da capitale della manifattura a capitale della cultura è il coronamento di un sogno per cui abbiamo lavorato per dieci anni, e intorno a cui abbiamo sviluppato tutta l’infrastruttura della città“.
Giulia Giaume
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