A Roma apre lo spazio Little Blu. Lo showroom che punta tutto sul colore
Dall'incontro tra lo storico marchio inglese Little Greene e lo showroom del colore Blu di Prussia, nasce, nel quartiere dell'Appio-Latino, Little Blu. Vendita, cultura e ricerca insieme
Ha inaugurato a Roma Little Blu, il nuovo spazio di Blu di Prussia – negozio di colori fondato vent’anni fa e tutt’oggi diretto da Sabina Guidotti – in alleanza con gli inglesi di Little Greene. Uno spazio che non sarà soltanto negozio, ma atelier in miniatura in cui il colore è il pivot intorno al quale progettare. “Con Little Blu apriamo un vero e proprio nuovo spazio creativo e culturale”, racconta Guidotti, “dove riscoprire la magia che il colore può generare, dove gli architetti possano ritrovarsi non solo per fare ricerca tra i prodotti ma per confrontarsi, appassionarsi a nuove tendenze, riscoprire l’importanza e la differenza che i colori possono fare nella vita di tutti i giorni, e di ognuno di noi”. Eh sì, perché lo spazio domestico non è più come lo abbiamo sempre visto e percepito: il periodo pandemico ha infatti messo in luce quanto vivere in ambienti curati, colorati e ben illuminati, possa fare la differenza. Basta poco.
LITTLE GREENE. STORIA DELL’AZIENDA DI VERNICI
L’azienda inglese a conduzione familiare Little Greene – protagonista nell’evento romano con il suo managing director, David Mottershead – racconta una storia che sembra uscita da una novella di Dickens. Esiste infatti dalla seconda metà del Settecento e deve il suo nome ad un minuscolo villaggio appena a est di Manchester, dove tutt’ora ha il comparto produttivo e la sede centrale. Inizialmente, grazie al boom dato dalla rivoluzione industriale, la Little Greene Dye Works (così si chiamava) si occupava di cotoni e pigmenti colorati. Fino a quando, una quarantina di anni fa, proprio un lungimirante David Mottershead rilevò l’azienda acquistandola per solo un pound e riconvertendone la produzione. E, proprio come in una novella, racconta di riscatto e rinascita. Di tradizione e innovazione. Ad esempio: in qualità di orgogliosa custode della decorazione storica, la Little Greene da anni intraprende un programma di ricerca in cui scopre, riformula e propone colori di vernici e carte da parati originali. L’ispirazione arriva dalla sua solida collaborazione con il National Trust, il più grande ente di charity inglese, fondato nel 1895, che si occupa di salvaguardare e rendere fruibili a tutti parchi, luoghi e dimore storiche in Inghilterra, Galles e Irlanda del Nord. Con oltre 500 posti curati, inclusi alcuni degli interni storici più significativi del Paese, questa collaborazione offre a Little Greene l’opportunità unica di conoscere e far rivivere un mix eclettico di stili decorativi.
LITTLE BLU A ROMA. INTERNI ENVIRONMENT- FRIENDLY
Un’azienda profondamente green nell’approccio, ecologicamente responsabile. “La sostenibilità”, ci racconta David Mottershead, “è diventata un tema fondamentale per le aziende e per i consumatori. Ma siamo onesti: un produttore di vernici non sarà mai ecologico al 100%. Sa però che il benessere ambientale ha a che fare anche con il benessere indoor, motivo per cui i nostri prodotti sono tutti a base d’acqua o olii vegetali, atossici e con un contenuto VOC praticamente pari a zero. E la carta utilizzata per i wallpaper proviene da foreste sostenibili certificate FSC o PEFC. Ci impegnano a ridurre al minimo il nostro impatto ecologico, senza compromettere gli standard di qualità. Portiamo avanti“, prosegue Mottershead, “progetti come Re:mix, in cui, invece di mandare in inceneritore i residui o le latte di vernice avanzate o sbagliate, le ri-misceliamo per ottenere nuove colorazioni da rivendere. Sembra scontato ma non lo fa nessuno. Oppure stiamo sviluppando, prima azienda al mondo, una speciale vernice ottenuta da scarti pulviscolari di una plastica attualmente quasi impossibile da riciclare, così da darle nuova utilità”.
Giulia Mura
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati